Sherry76 |
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| L'emicrania è donna, 5 milioni ne soffronoHanno tra i 35 e i 44 anni, sono casalinghe, sposate, con figli e soffrono in media di 3 attacchi al mese. Per il 60% di loro l'emicrania ha un impatto molto pesante sulla vita lavorativa e personale.
Questo l'identikit delle donne emicraniche tracciato da un'indagine di GfkEurisko. L'emicrania non è un semplice mal di testa, ma una vera e propria patologia che colpisce circa sei milioni di italiani con attacchi di dolore violenti e debilitanti con una media pari a 3-4 volte al mese.
A soffrirne sono più le donne che gli uomini: a fronte di 4.500.000 donne si contano infatti 1.500.000 uomini. In media quelle maggiormente colpite hanno tra i 35 e i 44 anni e sono perlopiu' casalinghe (34%) o impiegate e insegnanti (19%).
Quasi tutte (84%) hanno descritto il dolore così forte da compromettere seriamente la qualità della propria vita: per oltre la metà del campione (60%) l'emicrania impedisce il normale svolgimento delle attività quotidiane, compromette lo studio o il lavoro e limita la vita sociale.
La patologia, si legge nell'indagine, influisce negativamente anche sulla vita di coppia (per il 54%), in modo particolare sulle coppie con figli piccoli (55%), così come in quelle in cui la donna è molto impegnata professionalmente come imprenditrice e libera professionista (72%).
Eppure, nonostante la rilevante incidenza della malattia e il pesante impatto sulla qualità della vita, molte persone, compresi coloro che ne sono affetti, non sono consapevoli della differenza tra il mal di testa generico, inteso come malessere passeggero, e l'emicrania, che è invece caratterizzata dal ripetersi di crisi disabilitanti.
Dalla sottovalutazione della malattia scaturisce lo scarso ricorso a terapie adeguate: il 74% del campione non sa neppure che esiste un trattamento farmacologico che può prevenire gli attacchi.
Grande confusione anche nella gestione della patologia: poco meno della metà (46%) delle persone che soffre regolarmente di crisi emicraniche si è rivolta al medico di base; solo il 16% allo specialista di riferimento, il neurologo, e ancor meno, il 3%, si è recato in un Centro Cefalee. fonte
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