MONACI IN RIVOLTA NEL TIBET

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Sherry76
view post Posted on 16/3/2008, 01:16




Tibet, monaci in rivolta. Il governo in esilio parla di almeno 100 vittime dei cinesi. Fiamme nei mercati della città, accerchiati 3 monasteri. Alcuni testimoni: abbiamo sentito colpi d'arma da fuoco

TENSIONE - Alta tensione in Tibet, negozi e mezzi delle forze dell'ordine sono stati bruciati nel capoluogo Lhasa, centinaia di persone si sono unite alla protesta dei monaci contro il governo cinese iniziata lunedì scorso. Secondo quanto riferito dalle agenzie di stampa internazionali, citando fonti sanitarie, ci sarebbero anche «diverse vittime». Per Radio Free Asia, emittente finanziata da Washington, i morti sarebbero due. Secondo l’agenzia di stampa ufficiale Nuova Cina molti poliziotti sono rimasti gravemente feriti. Le autorità locali, nominate da Pechino, accusano per le violenze «la cricca del Dalai Lama». Ma dal mondo occidentale si leva la protesta contro la repressione militare ordinata dal governo cinese. Il Dalai Lama ha chiesto di interrompere l'uso della violenza. Anche il segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon, ha rivolto un appello a tibetani e cinesi per «evitare scontri e violenze».

LE CARICHE DELLA POLIZIA - Testimoni hanno affermato che la polizia militare è intervenuta in forze per disperdere i dimostranti e che si sono sentiti degli spari. «C'è fumo dappertutto e si sentono colpi d'arma da fuoco», ha detto un residente che parlava dalle vicinanze del Jokhang, un grande tempio nel centro della capitale. E di spari hanno parlato anche cittadini americani, ha riferito l'ambasciata Usa a Pechino. Nuova Cina ha ammesso che sono stati sparati «colpi di avvertimento e gas lacrimogeni» per disperdere i manifestanti.


MONASTERI ACCERCHIATI - I tre principali monasteri buddisti di Lhasa sono stati accerchiati da migliaia di soldati. I monaci di Sera, il secondo monastero della regione, hanno cominciato uno sciopero della fame. Due monaci di Drepung sono in condizioni critiche dopo aver tentato il suicidio tagliandosi le vene, ha riportato Radio Free Asia, secondo la quale altri monaci stanno compiendo gesti di autolesionismo per protestare contro l’accerchiamento delle forze dell’ordine attorno al monastero e contro l’arresto di alcuni monaci.

LA CINA: «IL REGISTA È IL DALAI LAMA». LA REPLICA: «ACCUSE INFONDATE» - Il governo regionale del Tibet ha affermato che i disordini «sono stati orchestrati dalla cricca del Dalai Lama», ha riportato l'agenzia Nuova Cina. Accuse che un portavoce del leader spirituale in esilio dei tibetani ha definito «totalmente infondate».

ITALIANI AL SICURO - Tutti gli italiani che si trovano a Lhasa sono incolumi. Lo ha assicurato l'ambasciata d'Italia in Cina, che è in contatto con i connazionali e segue la situazione costantemente in coordinamento con l'Unità di crisi della Farnesina, che sconsiglia di procedere o di organizzare viaggi in quella regione.

PROTESTE INTERNAZIONALI - La Casa Bianca si è detta «rammaricata» per le violenze e ha richiamato la Cina al rispetto della cultura tibetana. Il ministro degli Esteri, Massimo D'Alema, ha chiesto alla Cina «di porre fine alla repressione e di avere rispetto dei diritti dei tibetani e delle loro tradizioni». Il ministro degli Esteri francese, Bernard Kouchner, ha detto che «i leader europei hanno approvato un testo che invita Pechino alla moderazione e si chiede che i manifestanti arrestati siano rilasciati». Il comunicato, ha però precisato Kouchner, «non fa riferimento alcuno ai Giochi olimpici: la Francia non è favorevole a un boicottaggio». Secondo Gianni Alemanno, deputato di An e candidato sindaco di Roma del Pdl, «se la repressione dovesse continuare, si abbia il coraggio di mettere in discussione le Olimpiadi a Pechino».

fonte: http://www.corriere.it/esteri/08_marzo_14/...3ba99c667.shtml



Voi cosa ne pensate?

:a_1761.gif:
Serena

Ho trovato questo interessante articolo sul Dalai Lama e cosa rappresenta per i cinesi...

L’ ombra di Mao” : Il Dalai Lama è la figura più odiata dai governanti cinesi.

Perfino il suo volto è all’indice: l’onnipresente polizia cinese arresterebbe chiunque dovesse esibire una sua foto. Ma nessuna censura, nessuna persecuzione è riuscita a sconfiggere la religiosità diffusa, mistica e corale del popolo tibetano. Lo spettacolo dei pellegrini che invadono quotidianamente Lhasa oggi sembra “normale” perché Pechino ha ripristinato – alle sue condizioni – la libertà di culto. In realtà questo spettacolo è una dimostrazione impressionante di resistenza passiva, alla luce di quel che i buddisti hanno dovuto soffrire. Dopo l’invasione militare cinese del 1950, la tolleranza verso le tradizioni locali durò solo pochi anni.

Nel 1959 una prima svolta estremista di Mao Zedong portò all’imposizione dell’ateismo di Stato. Dal 1966 al 1975 la Rivoluzione culturale intensificò le violenze contro la religione, con i famigerati “processi di piazza” ai fedeli. Il Tibet fu vittima della campagna più feroce: i comunisti cinesi uccisero 1,2 milioni di persone, un quinto dell’intera popolazione. Ma la tenacia dei tibetani ingannò perfino il leader più lucido e astuto della Repubblica popolare, Deng Xiaoping. Nel 1979, insieme con la svolta politica moderata, la normalizzazione delle relazioni con l’Occidente e l’avvio delle riforme di mercato, Deng allungò un simbolico ramoscello d’ulivo al Dalai Lama invitandolo a mandare suo fratello in visita in Tibet per constatare che le condizioni di vita dei suoi concittadini erano migliorate.

Nei piani di Deng quell’apertura era il preludio per un negoziato con il Dalai Lama da posizioni di forza, per convincerlo a tornare in patria dopo essersi sottomesso all’autorità centrale di Pechino. Secondo le informazioni che Deng riceveva dal partito comunista locale, i tibetani ormai erano assuefatti alla dominazione cinese, e i progressi nel benessere materiale appagavano la popolazione. L’errore di calcolo di Deng fu clamoroso. La visita del fratello del Dalai Lama scatenò un delirante entusiasmo popolare, le manifestazioni di gioia degenerarono in cortei nazionalisti al grido di “Tibet indipendente” e “Han go home” (gli Han sono il ceppo etnico dominante della Cina).

Ogni dialogo con il Dalai Lama è stato troncato. In compenso la pratica del buddismo è tornata a fiorire, sia pure con un “numero chiuso” che contingenta il reclutamento dei nuovi monaci: questo non impedisce che oggi nei monasteri di Lhasa molti di loro siano giovanissimi, segno che nessuna secolarizzazione è riuscita a inaridire le vocazioni. Sul fronte economico Pechino ha accelerato gli investimenti per dotare il Tibet di infrastrutture efficienti, dagli aeroporti alle autostrade, e per agganciarlo al boom economico cinese. Nei quartieri nuovi di Lhasa i grandi viali moderni oggi pullulano di gru per la costruzione di palazzi, dilagano le pubblicità e le insegne commerciali al neon, gli shopping mall, i negozi di elettronica e di moda.

Ogni giorno che passa Lhasa assomiglia un po’ di più a tutte le altre città della Cina. Questo è vero anche nella composizione demografica: per accelerare lo sviluppo economico Pechino ha incoraggiato l’immigrazione degli Han, più istruiti e più intraprendenti. Eppure la marea dei pellegrini che sommerge Lhasa a tutte le ore in tutte le stagioni dell’anno, è lì a ricordare che questo è un luogo diverso. Mai nella storia millenaria del Tibet, il suo popolo aveva dovuto subìre una invasione etnica come l’attuale immigrazione dei cinesi. Il buddismo locale è pacifista, il Dalai Lama si è sempre rifiutato di appoggiare qualsiasi lotta violenta.

Ma la religiosità tibetana ha già dimostrato in passato di saper custodire un nazionalismo profondo, che riemerge in momenti inaspettati e nelle forme più imprevedibili. Come nel Canto dell’Antilope Tibetana, che il gruppo hard rock Vajara intona a tutto volume all’una di notte, nella discoteca gremita di teenagers entusiasti: “Sotto questi cieli azzuri / Sotto le nuvole bianche / Vivono le più belle creature dell’universo / All’improvviso siete arrivati voi / Con le vostre armi e la vostra avidità / State uccidendo l’ultima antilope / Ci state divorando / Lasciateci vivere / Lasciateci vivere”.


fonte: http://news.kataweb.it/item/423249/la-stor...cinese-in-tibet

 
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Sherry76
view post Posted on 16/3/2008, 09:56




Il nostro comune amico Sairam,
ci ha fatto giungere via mail questo comunicato importante della
Comunità tibetana in Italia...

e mi sento di dovere morale di diffondere anche a voi, cari fratelli e amici del Forum...

Cari amici del Fiore di Bodhidharma,

quello che sta succedendo in Tibet non può, non deve passare inosservato.
Vi prego di pubblicare e seguire sul blog del Fiore e sul Forum le notizie di questo ennesimo sopruso subito da uno dei popoli più pacifici della Terra.

Il Blog:
http://users. libero.it/ seza/popnotizie. html

Il Forum:
http://users. libero.it/ seza/homeforum2. html


Inviamo la lettera della Associazione amici del Tibet:

Un abbraccio,
Taebi


www.bodhidharma. it


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Cari Amici,

vi preghiamo di diffondere i comunicati stampa che trovate di seguito.
Se volete, potete aggiungere la vostra adesione.
Per altre informazioni vi inviamo il seguente link.

www.repubblica. it/2008/03/ sezioni/esteri/ tibet-scontri- lhasa/tibet- scontri-lhasa/ tibet-scontri- lhasa.html# up


ASSOCIAZIONE AMICI DEL TIBET

Comunicato Stampa


Sosteniamo pienamente le proteste dei monaci buddhisti e del popolo tibetano in atto in queste ore a Lhasa, in Tibet, per il rispetto dei Diritti Umani, delle libertà fondamentali (libertà di parola, di opinione, di assemblea) e per l’autodeterminazione .

Condanniamo duramente la brutale repressione militare cinese che con decine d’arresti, lacrimogeni e l’uso di armi da fuoco (al momento si ha notizia di almeno due morti e di un numero imprecisato di feriti) sta rispondendo alle manifestazioni dei tibetani che si susseguono in questi giorni in tutto il Tibet e nei grandi monasteri di Ganden, Sera e Drepung.

Uno dei maggiori problemi della Repubblica Popolare Cinese è la mancanza di legittimazione del suo governo in Tibet. Come ha appena affermato il Dalai Lama, Premio Nobel per la Pace 1989, da Dharamsala in India, con l’uso della forza delle armi non si otterrà nessuna stabilità duratura.

Oggi è veramente sotto gli occhi di tutti in che modo Pechino si sta preparando alle sue Olimpiadi, tradendo gli ideali olimpici di pace, amicizia, comprensione globale. Infatti in Cina si moltiplicano gli arresti e le torture dei reporter, dei sostenitori dei Diritti Umani, dei loro avvocati, dei dissidenti e sono già stati oscurati quasi tremila siti Internet.

In Tibet la Cina da mezzo secolo sta perseguendo una politica di annientamento dell’identità e cultura tibetane, anche attraverso l’emarginazione linguistica e i massicci trasferimenti di popolazione cinese (genocidio per diluizione) assieme alla distruzione e al saccheggio del 90 % del patrimonio artistico e architettonico tibetano, all’uso devastante, anche fino alla morte, delle torture fisiche e psichiche sui prigionieri politici, monache e monaci buddhisti, arrestati spesso solo perché in possesso di una foto del Dalai Lama o per aver gridato la loro voglia di indipendenza e la loro lealtà al Dalai Lama.

Del resto il regime autoritario cinese è il più grande stato killer del mondo, con circa 10.000 condanne a morte l’anno (più del 77% delle esecuzioni accertate sul totale mondiale).

La Cina è il principale sostenitore della giunta militare birmana, occupa illegalmente il Tibet, il Turkestan Orientale e la Mongolia Interna, supporta il Sudan nella tragedia del Darfur: in una totale mancanza di etica della politica e dell’economia, nella corsa ai profitti derivanti basilarmente dallo sfruttamento di manodopera a basso costo, si continua a chiudere gli occhi.

FERMIAMO SUBITO IL GENOCIDIO IN TIBET!

IL SILENZIO È SEMPRE COLPEVOLE


Associazione Amici del Tibet

COMUNICATO STAMPA
CS34-2008


CINA: AMNESTY INTERNATIONAL CONDANNA LA REPRESSIONE NEI CONFRONTI DEI MANIFESTANTI TIBETANI

Amnesty International ha espresso la propria condanna per la recente dura
repressione nei confronti di un gruppo di pacifici manifestanti nella
capitale del Tibet, Lhasa.

Secondo testimoni oculari, l´11 marzo la polizia cinese ha usato gas
lacrimogeni e pungoli elettrici per disperdere 500 manifestanti che
stavano chiedendo il rilascio di alcuni monaci arrestati nel corso delle
proteste dei giorni precedenti.

Lunedi´ 10 marzo 11 dimostranti, tra cui nove monaci, sono stati
brutalmente picchiati e arrestati all´esterno del tempio di Tsuklakhang,
nel centro di Lhasa. Il gruppo stava manifestando per ricordare il 49°
anniversario della fuga del Dalai Lama dal Tibet, dopo il fallimento della
sua ribellione contro il dominio cinese. Nelle stesse ore sono stati
arrestati una cinquantina di monaci in altre zone della capitale.

`I dimostranti hanno il diritto di esprimere la propria pacifica protesta.
Negando la liberta´ di espressione e di riunione, la Cina viola gli
standard internazionali sui diritti umani´ - ha dichiarato Paolo Pobbiati,
presidente della Sezione Italiana di Amnesty International. `In questo
modo le promesse fatte in occasione dei Giochi Olimpici a Pechino appaiono
ancora piu´ vuote e lontane´.

L´organizzazione per i diritti umani ha chiesto alla Cina di rilasciare
immediatamente tutte le persone arrestate negli ultimi giorni per aver
esercitato in forma pacifica i propri diritti.

Roma, 12 marzo 2008

Per ulteriori informazioni, approfondimenti e interviste:
Amnesty International Italia - Ufficio stampa
Tel. 06 4490224 - cell. 348-6974361, e-mail: press@amnesty. it


COMUNICATO STAMPA

Il giorno 10 marzo 2008 nella capitale del Tibet; Lhasa, durante il 49mo anniversario dell’insurrezione del popolo tibetano contro l’occupazione cinese del Tibet, più di 500 monaci dei monasteri di Drepung e Sera sono scesi in piazza con una manifestazione pacifica chiedendo la libertà per il Tibet e la liberazione dei monaci arrestati nello scorso ottobre. Secondo Radio Free Asia i manifestanti sono stati arrestati e i monasteri sono ancora blindati. Gli spari sono stati sentiti dai monasteri. La situazione è molto critica.

Questa manifestazione è la prima grande manifestazione dopo quella del 1989 che fu brutalmente repressa, portando centinaia di morti e arresti e fu imposta la legge marziale in Tibet.

In tutto il mondo ci sono state manifestazioni pro Tibet negli ultimi tre giorni, e la bandiera del Tibet è stata esposta in più di 941 comuni in Germania e in molti Stati negli Stati Uniti.

Queste manifestazioni coincidono con la marcia del ritorno a piedi degli esuli tibetani dalla sede del governo Tibetano in Dharamsala in India per raggiungere il Tibet durante i giochi olimpici in agosto. Inoltre coincide anche con le olimpiadi dove la Cina vuole legittimare l’occupazione del Tibet, la Mongolia interna e il Turkestan Orientale e tutte le gravi violazioni dei diritti umani in Cina.

1. Noi Tibetani condanniamo la brutale repressione dei monaci che hanno solo manifestato per chiedere i diritti di cui non godono. Gli arresti in Tibet per una manifestazione anche pacifica comportano lunghe e disumane torture e la prigione a vita. Chiediamo che siano immediatamente liberati i monaci arrestati.

2. Chiediamo all’ONU e Unione Europea di condannare il Governo di Pechino e di mandare un inviato speciale in Tibet come hanno fatto per la Birmania.

3. Chiediamo alle redazioni dei giornali di mandare i loro giornalisti in Tibet.

4. Protestiamo al COI di non aver fatto nessuna pressione alla Cina per migliorare i Diritti Umani in Cina e di aver favorito il mercato degli sponsor e il regime totalitario. Inoltre chiediamo che siano liberati i prigionieri politici prima dei giochi olimpici.

5. Chiediamo agli individui, ai giornalisti e al mondo libero, civile e democratico di sostenere la lotta non violenta del popolo Tibetano.

Sabato 15 marzo ci sarà un sit-in a Milano dalle ore 11 alle 12.30, Piazza della Scala in solidarietà con i monaci in Tibet

13 marzo 2008

Comunità Tibetana in Italia
Tel: 3287438279
www.comunitatibetan a.org



Cerchiamo anche noi nel nostro piccolo di aiutare i fratelli tibetani a far sentire la loro voce
 
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scharden
view post Posted on 16/3/2008, 11:40




Il mondo assiste inerme,
il cosidetto "governo" del mondo, l'ONU, che, come per
altre terribili circostanze nel mondo, conferma la sua inutilità e colpevole
complicità nell'assecondare i regimi oscuri sanguinari ai danni di popoli
pacifici che chiedono solo di VIVERE in pace, deve chiamare al
risveglio delle coscienze sopite.

Ricordiamo che nel 1950 la Cina ha occupato il Tibet, distruggendo i
tre più antichi e importanti monasteri.
Nei primi anni della "Rivoluzione culturale" DAL 1966 AL 1969, il 90%
dei monasteri furono distrutti dalle guardie rosse con torture, uccisioni
di massa e deportazioni nei campi di concentramento.
Nel 1959 la fuga del Dalai Lama e migliaia di tibetani in India.
Adesso, il tentativo finale di cancellazione.
Gridiamo, il nostro sdegno, la nostra rabbia;
spingiamo i nostri politici a prendere coraggio, oltre l'ipocrisia dell'interesse
per i spingere, in questo caso la Cina, a porre fine alla politica di omologazione
di una regione, il Tibet, cuore del mondo di luce e speranza che la
parte dell'uomo più bestiale vuole cancellare.

Non si possono avere rapporti con governi che cancellano la dignità dell'uomo,
non si possono svolgere, in quella regione del mondo, manifestazioni
di pace e fratellanza come vogliono essere le Olimpiadi se non per
confermare l'ipocrita e desolante politica omologante cui governi ci obbligano.
La politica dei governi segue certe logiche ma la nostra è sacra nella
ricerca individuale della nostra vera essenza.

Meditiamo e preghiamo perchè l'amore e fratellanza illumini il nostro pianeta
e popoli, grandi popoli come quello cinese possano rinfrancarsi dal giogo
brutale dell'oscurantismo e tornino ad essere, come è stato, motore di
civiltà.
Una preghiera, un pensiero e un abbraccio ai nostri fratelli che soffrono
e che solo con lo scudo pacifico del loro corpo si pongono a barriera del
dilagare della bestia che avanza.

 
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Rossyokkiblu
view post Posted on 16/3/2008, 19:33




Quello che vdiamo in questi giorni nei giornali e televisioni colpisce tutti noi, ne sono certa, anche coloro che non sono troppo informati sulle problematiche estere. Credo che tutti noi nel nostro piccolo dobbiamo dare la nostra mano per la pace e la libertà
 
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SAIRAM
view post Posted on 16/3/2008, 21:10




Non posso che unirmi alle vostre parole,e testimonianza per questo grande dolore riguardo a quanto in Tibet prosegue inesorabilmente da anni,cosi la loro sofferenza,preghiamo anche per il popolo Cinese che nulla può contro un governo che infligge sofferenza,si perchè la sofferenza del popolo Tibetano e euguale alla sofferenza di milioni di Cinesi nel vedere loro fratelli calpestati nella dignità e spiritualità:Mi adolora però maggiormente,il silenzio ossequoso dei mercanti che governano le nostre nazioni,non capendo che ogni violazione dei diritti umani civili contro chiunque sarà la violazione dei nostri diritti civili domani,nessun odio per nessuno perchè comunque nonostante le sofferenze nascerà una nuova era di pace giustizia e amore. :a_1761.gif:
 
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Rossyokkiblu
view post Posted on 19/3/2008, 23:37




COMUNICATO STAMPA AMNESTY INTERNATIONAL
TIBET: AMNESTY INTERNATIONAL CHIEDE INDAGINE DELLE NAZIONI UNITE

‘Le autorita’ cinesi devono consentire lo svolgimento di un’indagine
indipendente delle Nazioni Unite su quanto sta accadendo in Tibet,
soprattutto alla luce della chiusura della regione e delle permanenti
restrizioni alle attivita’ degli osservatori sui diritti umani. La
situazione in Tibet merita l’attenzione del Consiglio dei diritti
umani,
la cui sessione a’ attualmente in corso’ – ha dichiarato Amnesty
International.

L’organizzazione per i diritti umani chiede al governo cinese di
esercitare moderazione di fronte alle proteste, fornire complete
informazioni su tutte le persone arrestate a Lhasa e in altre zone del
Tibet la scorsa settimana e rilasciare tutti coloro che sono in carcere
per aver espresso in forma pacifica le proprie idee e aver esercitato
il
diritto alla liberta’ d’espressione, associazione e riunione.

Secondo Amnesty International, le autorita’ cinesi devono affrontare le
ragioni che sono alla base delle rivendicazioni del popolo tibetano,
frutto di politiche governative decennali: l’esclusione dai benefici
dello
sviluppo economico, le limitazioni alla pratica religiosa e l’attacco
alla
cultura e all’identita’ etnica.

Ulteriori informazioni

Le proteste sono scoppiate lunedi’ 10 quando circa 400 monaci hanno
marciato dal monastero di Drepung verso Lhasa, chiedendo la fine della
campagna governativa che costringe i monaci ad abiurare il Dalai Lama e
a
subire propaganda politica. Oltre 50 di loro sono stati arrestati nel
corso della marcia. I monaci di altri monasteri sono scesi in strada
chiedendo la scarcerazione degli arrestati. Le proteste hanno dato vita
a
disordini a Lhasa e in altre zone del paese.

La polizia e i soldati hanno lanciato gas lacrimogeni, hanno assalito i
dimostranti e hanno esploso proiettili nel tentativo di disperdere la
folla. Venerdi’ le proteste a Lhasa hanno assunto un carattere
violento.
Fonti ufficiali cinesi hanno annunciato la morte di 10 persone, per lo
piu’ uomini d’affari di Lhasa. Voci non confermate hanno riferito di un
numero maggiore di vittime.

A Lhasa vige il coprifuoco e i negozi sono chiusi. La citta’ a’ stata
isolata tramite posti di blocco, mentre il centro a’ presidiato da
veicoli
blindati e mezzi della polizia. Le forze di sicurezza hanno anche
circondato tre importanti monasteri di Lhasa, costringendo i monaci a
serrarsi all’interno e picchiando chi tentava di uscire. I monaci del
monastero di Sera hanno iniziato uno sciopero della fame per
costringere i
militari cinesi a sciogliere l’assedio.

Proteste pacifiche di tibetani si sono svolte anche in Nepal e in
India.
Qui, dimostranti che intendevano marciare verso il confine cinese sono
stati fermati e arrestati. A Kathmandu, la capitale nepalese, le
manifestazioni sono state sciolte con violenza e alcune persone sono
state
trattenute in carcere per breve tempo, picchiate e sottoposte a
ulteriori
maltrattamenti.
 
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Sherry76
view post Posted on 20/3/2008, 13:59




Secondo il governo cinese i tibetani sono paragonabili a dei criminali...
personalmente sono ancora sconvolta per tai affermazioni:

Da Pechino reazione negativa all'appello del ponteficie al dialogo
Il Dalai Lama: "Disponibile ad incontrare il governo se vuole trattare"
Tibet, dura replica cinese al papa
"Nessuna tolleranza con i criminali"
Costretti ad andare via anche i due reporter tedeschi rimasti a Lhasa


Un manifestante tibetano arrestato dalla polizia
PECHINO - E' stata decisamente negativa la prima reazione della Cina all'appello del Papa sul Tibet. "La cosidetta tolleranza non può esistere per i criminali, che devono essere puniti secondo la legge", ha detto il portavoce del ministero degli esteri Qin Gang in una conferenza stampa commentando l'invito lanciato ieri da Papa Benedetto XVI. Mentre dal Dalai Lama arriva la disponibilità ad un incontro con il presidente cinese, Hu Jintao, a patto che esistano "indicazioni concrete" del fatto che Pechino voglia un dialogo. Da Dharamshala, la cittadina nel nord dell'India dove risiede, il Dalai Lama ha ricordato di essere sempre stato pronto a incontrare i leader cinesi, anche se ha riconosciuto che al momento la prospettiva di recarsi a Pechino "non è praticabile". "Tuttavia, se arrivano indicazioni concrete dalla Cina, io ne sarò sicuramente felice". "Se ci sono indicazioni concrete, sono pronto, sono felice, dopo questa crisi... nelle prossime settimane, nei prossimi mesi".

Intanto gli ultimi due giornalisti stranieri ancora presenti in Tibet, i corrispondenti tedeschi Georg Blume e Kristin Kupfer, sono stati espulsi dalle autorità cinesi. "Un alto funzionario ha minacciato di ritirarci il visto per la Cina", ha detto Blume al telefono, prima che la polizia lo scortasse al treno.

Per diversi giorni i due si erano rifiutati di rispettare le indicazioni della polizia e lasciare il Tibet dopo i gravi disordini di Lhasa. "Oggi ci hanno detto che se non andavamo via avremmo avuto seri problemi, anche con il visto", ha detto il corrispondente in Cina di Die Zeit e del quotidiano berlinese Taz. La Kupfer è in Cina come corrispondente della rivista austriaca Profil.

Rimane incerto intanto il bilancio degli scontri di questi giorni. La notte scorsa, l'agenzia Nuova Cina ha affermato che i feriti nelle violenze di martedì scorso a Lhasa sono stati 350 e che i danni materiali sono stati di circa 20 milioni di euro. Il conto delle vittime resta però oscuro: sarebbero state 16 secondo le autorità cinesi, mentre gli esuli tibetani affermano che hanno perso la vita almeno 100 persone. Pechino ha annunciato poco meno di 200 arresti, mentre il governo tibetano in esilio ha parlato di circa 800. Il governo cinese afferma di essere "seriamente preoccupato" per la dichiarazione del premier britannico Gordon Brown, che ha affermato che incontrerà il Dalai Lama quando il leader buddista si recherà in visita in Gran Bretagna, in maggio.


fonte: http://www.repubblica.it/2008/03/sezioni/e...iornalisti.html
 
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Rossyokkiblu
view post Posted on 31/3/2008, 21:45




Gli scontri non finiscono, pirtroppo, e le notizie sono poche, frammentarie e chissà quanto veramente attendibili...
In questi giorni si parla di boigottare le olimpiadi di Pechino.
Cosa ne pensate voi, cari amici del forum? :63w8az7.gif:
 
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scharden
view post Posted on 31/3/2008, 22:40




Ciao Rossy,
ho avuto già avuto modo di esprimere la mia idea favorevole
al boicotaggio.
Sappiamo che l'olimpiade non è solo un avvenimento sportivo
ma anche sociale, politico ed economico e perciò il suo boicotaggio,
accompagnato da una forte presa di posizione a livello unitario,
potrebbe spingere la Cina ad un riesame della sua politica.
Dubito però che ciò possa accadere proprio per i forti e prevaricanti
interessi economici che evidentemente hanno la meglio su quelli
sociali.
 
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Rossyokkiblu
view post Posted on 2/4/2008, 15:31




CITAZIONE
Dubito però che ciò possa accadere proprio per i forti e prevaricanti
interessi economici che evidentemente hanno la meglio su quelli
sociali.

Proprio le ultime parole di questo intervento mi rendono sempre più convinta di ciò che penso.
Sinceramente pur non riusendo ad accettare in nessun modo la policita di repressione in vari campi della Cina, non credo sia giusto privarli oggi delle olimpiadi.
In qualche modo spero he questo grande occhio del mondo puntato li su Pechino, per i prossimi mesi, possa da un lato aiutare i cinesi a volgere lo sguardo sul resto del pianeta, e su come i diritti fondamentali debbano essere considerati, dall'altro credo sia l'occasione per gli occidentali, di non dimenticarsi, che esistono popolazioni che soffrono anche nelle cose più elementari.
Non di meno, credo che questa sia una possibilità economica anche per la Cina più povera, una posibilità di "rivalsa" nei confronti delle grandi del mondo.
Ricordiamoci, che in Cina i diritti umani non vengono negati solo dal governo cinese ma anche dalle nostre belle aziende di alta moda, o di automobili, che preferiscono andare a produrre li dove ad esempio la manod'opera è altamente qualificata, ma scarsamente retribuita.
Insomma credo che anche noi occidentali abbiamo la nostra bella fetta di colpa per la drammatica situazione cinese.
Sapevate che la Cina negli ultimi anni è meta sempre più dei viaggiatori occidentali? Sapete il perchè? Forse per il fascino di un posto lontano ma certamete di più per i costi! Anche in questo ne approfittiamo.
La questione tibetana, è assurda, un popolo, oppresso da un altro... e il resto del mondo che se ne accorge solo ora...
Sinceramente credo che le olimpiadi a pechino, non andassero fatte con ciò intedo che pechino, così come tutti i paesi dove i diritti fondamentali dell'uomo non sono rispettati, dovrebbero essere scartati a priori da determinate manifestazioni.

Non so nemmeno come ma sono finita a leggere un articolo di un quotidiano mai letto, sulla questione che secondo me merita di nota. E' un intervista a Paolo Pobbiati, presidente della Sezione Italiana di Amnesty International.
metto il link, se vi va andatelo a leggerlo. :a1941.gif:

www.ilmanifesto.it/argomenti-settim...f74d38f560.html

Edited by Sherry76 - 30/4/2011, 15:38
 
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Sherry76
view post Posted on 6/4/2008, 22:11




Visto che alle Olimpiadi di Pechino canteranno l'inno di tutte le nazioni partecipanti...

vorrei "boicottare" simbolicamente tale evento... e in onore del popolo tibetano che tanto sta soffrendo... citare qui il suo inno nazionale:

L'Inno Nazionale del Tibet GYALLU


La fonte della ricchezza temporale e spirituale della gioia e gli infiniti benefici,
Il beneaugurante Gioiello dell'insegnamento del Buddha, irradia luce
L'onniprotettivo Iniziatore della Dottrina e di tutti gli esseri senzienti
con le sue azioni estende la sua influenza come un oceano
per mezzo della sua eterna natura vajra
La sua pietà e cura amorevole si estendono agli esseri che vivono ovunque
Possa il governo di Gawa Gyaden, nominato nelle sfere celesti, raggiungere le sommità della gloria
ed accrescere la sua quadruplice influenza e prosperità
Possa un'età d'oro di gioia e felicità diffondersi ancora per queste contrade del Tibet
e possa brillare ancora il suo splendore temporale e spirituale
Possa l'insegnamento del Buddha spandersi in tutte e dieci le direzioni
e condurre tutti gli esseri dell'Universo alla pace gloriosa
Possa il sole spirituale della fede e del popolo Tibetano
che emette infiniti raggi di luce augurante
cacciare vittoriosamente i malvagi sforzi della tenebra.


Un abbraccio


 
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Rossyokkiblu
view post Posted on 7/4/2008, 21:30




Ciao amici, in questi giorni basta accendere qualche programma di approfondimento e subito si parla di tibet...
Proprio ieri sera sentivo che in tibet negli ultimi decenni è avvenuta una vera e propria invasione di cinesi. Spinti dalle agevolazioni fiscali che il Governo cinese ha dato loro, infatti, in migliaia e migliaia, si sono trasferiti colonizzando questo piccolo Stato, così adesso i tibetani sono diventati una minoranza nel loro paese, e molti di loro, sono stati costretti ad emigrare in India per trovare un po' di pace.
Ma anche questa emigrazione non è stata priva di difficoltà... visto che nelle montagne al confine col nepal, i soldati cinesi sparavano alla vista di questa povera gente.
Tutto ciò mi ha sconvolto e addolorato molto.
E mi chido perchè tanto silenzio da parte del resto del mondo... beh la risposta in parte me la sono già data ma nonostante ciò, non riesco a rassegnarmi.
 
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scharden
view post Posted on 7/4/2008, 22:05




Si vuole soffocare il canto dello spirito.
Il dragone se ne ciba per mostrare al mondo, potente, il suo
dominio che con la menzogna offre e ai commensali potenti
impone.
Ma......
 
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Rossyokkiblu
TOPIC_ICON13  view post Posted on 25/5/2008, 12:02




Se avete tempo, questo pomeriggio, alle 18, su rai 2 ci sarà un approfondimento sulla questione tibetana, ci mostreranno come si vive in tibet oggi.
Io spero di poterlo vedere, altrimenti preparo il video registratore!
:a1941.gif:
 
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scharden
view post Posted on 25/5/2008, 20:59




Grazie Rossella per la comunicazione.
Abbiamo seguito il servizio televisivo che conferma quanto
di terribile stà accadendo nel Tibet e. ...
approfitto per ricordare......quelle
centinaia di migliaia di "dissidenti" cinesi che da decenni marciscono
torturati nei cosidetti campi di rieducazione dove "spariscono"
senza che nessuno ne sappia niente.
.....Viviamo nello stesso mondo ?
Riflettiamo...
 
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27 replies since 16/3/2008, 01:16   492 views
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