| Sherry76 |
| | ed ecco quello che intendevo per mangiare petrolio... buona lettura: Ambiente&Alimentazione Omogeneizzati al silicone? Viaggio tra alimentazione e nuove forme patologiche tra i bambini
Mi scuserete sicuramente (spero) per la lunghezza di questo articolo, ma sentite questa perché merita: pensate per un attimo a delle bambine, delle piccolissime bambine, a cui all’età di un anno cresce come per magia il seno. Pensate ora alle cifre apocalittiche che escono dall’ultima ricerca del ministero della Sanità statunitense: nove milioni di bambini americani sono obesi, nella fascia d’età tra i 6 e i 19 anni il 15% è afflitto da obesità patologica, numero che è triplicato in soli vent’anni. E le cifre, assicurano gli esperti, non sono dissimili a molte delle analisi condotte in Germania, Giappone, Inghilterra, Francia, Italia e altri numerosi paesi industrializzati. E’ la tradizionale “querelle” tra mondo ricco e mondo povero? Tra chi ha la fettina e le calorie e chi non ha nemmeno l’acqua da bere? Anche, ma sembra non solo: le ultime “scoperte”, soprattutto per quanto riguarda la più tenera età, fanno emergere lati oscuri del mondo industrializzato che fino a poco tempo fa potevano essere etichettati solo come “sospetti di ecologisti deliranti e disfattisti”. Ora, come al solito, tutti quei apocalittici sospetti sembrano essere purtroppo diventati l’ennesimo dato di fatto. Il procuratore aggiunto di Torino Raffaele Guariniello (sicuramente più famoso per le inchieste sul doping nel mondo dello sport), ha iscritto nel registro degli indagati tre grosse aziende, il cui nome è al momento assolutamente top-secret, con l’accusa di frode e somministrazione di sostanze pericolose , più una serie di reati collegati.
I fatti? Tutto comincia nel Novembre scorso a Torino, quando i ginecologi dell’ospedale Regina Margherita scoprono diversi casi di telarca precoce in bambine anche di un anno soltanto. Scatta subito l’allarme, in quanto la malattia fa comparire chiari segni di pubertà in età molto precoci: praticamente pensate a bambine di uno-due anni con il seno. Non è una bella cosa, giusto? Sessanta i casi soltanto nel capoluogo piemontese, ma numerosi anche a Milano e in altre zone d’Italia. La causa? Guariniello e i Nas dei Carabinieri che hanno condotto le analisi non hanno dubbi: sotto accusa sono gli omogeneizzati, e in particolare il contenuto di carne imbottita con ogni “ben di Dio”, dagli steroidi agli anabolizzanti, passando per gli inevitabili estrogeni. Questo mix letale e criminale di sostanze sarebbe alla base dell’insorgere della malattia: lo prova il fatto che l’eliminazione della carne dalla dieta delle piccole abbia fatto regredire in modo sostanziale il “disturbo”. I controlli dei Nas hanno poi portato, oltre all’iscrizione nel registro degli indagati delle tre aziende, alla scoperta di numerose irregolarità all’interno delle aziende che si occupano di alimenti per bambini: etichette con informazioni sbagliate o contraffatte, sostanze vietate nelle carni, test fittizi sulla qualità dei prodotti. Il caso forse più emblematico e incredibile tra tutti è stato quello di un laboratorio di analisi privato di Torino in cui i Carabinieri hanno scoperto apparecchiature coperte da diversi strati di polvere, e una completa ignoranza dei responsabili riguardo all’utilizzo degli strumenti stessi.
Il fenomeno telarca precoce e omogeneizzati si inscrive però in un discorso più ampio e ancora maggiormente preoccupante, che vede addirittura scendere in campo a difesa della salute dei propri cittadini il ministero della sanità Usa, con una ricerca-censimento pubblicata sul “Journal of the American Medical Association”, dai toni veramente drammatici. Come dicevamo prima, nove milioni di bambini americani sono obesi e il fenomeno è in procinto di invadere l’Europa, oltre agli odierni livelli già preoccupanti. E’ Mary Eberhardt, ricercatrice alla Hoover Institution della Stanford University, a sollevare la questione, con un articolo pubblicato recentemente dalla “Policy Review” dal titolo “The ChildFat Problem”, che si collega direttamente ad un altro studio scientifico condotto da tre medici americani, chiamato “Maternal employment and overweight children” (“madri che lavorano e bambini soprappeso”). La ricerca, condotta su un campione di 10mila bambini, dimostrerebbe infatti “prove evidenti che il lavoro della madre ha un impatto significativo sulla probabilità che il figlio sia soprappeso”. Diversi sarebbero gli effetti del lavoro femminile sulla dieta dei bambini: le mamme non possono permettersi di allattare al seno troppo a lungo nei primi mesi di vita del bambino, con l’aggravante che il latte artificiale è più grasso di quello materno. In secondo luogo, le ricerche mostrano come i figli di mamme lavoratrici trascorrano mezz’ora di più al giorno davanti alla tv, rispetto ai bambini che hanno la mamma a casa. Meno adulti in casa, meno controllo sulla dieta del pargolo. Se per controllarlo poi quando si è a casa si utilizza lo strumento-televisione, allora la frittata è fatta. Inoltre meno mamma a casa uguale a meno sport e movimento, o viceversa uguale a troppi impegni per il bambino (impegni con funzione di balia), con rischi di stress ed eccessive sollecitazioni. L’altro gravissimo rischio è quello relativo all’effetto-panico: le madri che, sentendosi in colpa a causa della propria assenza da casa, riempiono il frigorifero “perché non gli manchi nulla”, non si accorgono poi del clamoroso effetto-boomerang insito in un comportamento del genere, anche agli occhi del bambino che si sente quasi in dovere di mangiare tutto per far felice la mamma. La Eberhardt infatti conclude la sua analisi con un avvertimento che sa di rimprovero: “Il problema dell’obesità infantile apre un nuovo dibattito nel movimento femminista. I vantaggi per le madri di poter accedere al lavoro sono stati esaltati, mentre i possibili costi del nostro successo economico sono rimasti un tabù".
Solo colpa delle donne allora? Io non penso proprio, innanzitutto in quanto non è solo la madre (si presume, fino a prova contraria) a dover educare e occupare del bambino, ma soprattutto in questa vicenda (compresa quella degli omogeneizzati con gli steroidi), anche il ruolo di educatori dei genitori si scontra con quelle che sono le necessità di mercato e gli indirizzi-dogma che esistono all'interno della nostra società: la madre è logico che lavori e che abbia la possibilità di farlo, rappresenta una grande vittoria e un segno importante di emancipazione, ma lascia scoperto il fatto che ci sia poi meno tempo da poter dedicare ai propri figli. Allo stesso tempo gli stipendi sono cresciuti in modo comunque sostanziale rispetto a parecchi anni fa, dunque vi sono maggiori possibilità di comprare ogni comodità e ben di Dio ai propri bambini, che diventano padroni-schiavi degli oggetti stessi. Come dice giustamente la Eberhardt nella parte di analisi dedicata all'importante ruolo svolto dai fast-food nell'insorgere di tale patologia, pur riconoscendo tra le cause l'alimentazione troppo ricca di carne, latticini e grassi animali, unita ad uno stile di vita sempre più sedentario, riconosce che "il fast-food risponde ad una domanda che esiste sul mercato, non la crea". Giustamente il problema è non il come si ingrassa, ma il perchè. "Ciò che i bambini dei paesi ricchi stanno facendo con le loro bocche e i loro stomaci, è riempire dei vuoti che si sono aperti nelle loro vite. Nelle calorie cercano una consolazione perchè il mondo di casa e quello esterno sono troppo lontani". La fretta, l'ansia, la comodità (e da qui gli omogeneizzati, vera e propria risposta moderna alla necessità di avere un pasto veloce e allo stesso tempo "nutriente" per i propri bambini), la difficoltà di cambiare i proprio ritmi di vita: sono sempre i soliti problemi, ma forse bisognerebbe investirli di riflessioni e analisi, per non dover sempre piangere di fronte alle conseguenze ormai note di una cattiva alimentazione e di uno stile di vita poco equilibrato:malattie respiratorie e cardiovascolari, anche in età precoce, tumori legati al grasso, al fumo e all'alcool, senza dimenticare le incalcolabili sofferenze di natura psicologica, molto spesso patologie ancora più gravi, umilianti e profonde di quelle fisiche. Alla prossima. Nicola Folletti
http://www.occhiaperti.net/index.phtml?id=779
| | |
| |
|