Siamo nelle mani....del petrolio

« Older   Newer »
  Share  
scharden
view post Posted on 16/5/2008, 18:39




image

Petrolio

Proviamo a leggere alcuni numeri:

Nel mondo:

Il 40% di tutta l'energia mondiale viene dal petrolio
Il 90% di tutta l'energia usata per il trasporto
Il 65% del petrolio viene usato per fare carburanti,
il restante per energia. riscaldamento, asfalti, materie plastiche, fertilizzanti,
prodotti chimici e farmaceutici.

Dipendiamo, in tutto dal petrolio

Prezzo record di oggi : 127, 12 dollari al barile

1 Barile di petrolio = 159 litri
consumiamo ognuno 5 l di petrolio al giorno, 1 barile al mese.
Il mondo consuma 25 miliardi di barili di petrolio al mondo.
Il totale estraibile di petrolio è stimato intorno a 2 miliardi di barili.
Abbiamo estratto finora circa mille miliardi di barili.
Rimangono circa 40 anni di estrazione.
Le riserve si stanno riducento e questo vale per tutti i combustibili fossili.
Nazioni che erano esportatori ne stanno diventando importatori (USA).

Viviamo nella fase economica per cui l'offerta è inferiore agli aumenti di
richiesta di grossi paesi con economia in espansione (India e Cina).
I paesi in espansione oggi sono tra i più grassi inquinanti del pianeta.
A fronte di grosse richieste la produzione non aumenta.
Il prezzo si impenna.
Legge di mercato.

Ma c'è altro ?

Tutto dipende dal petrolio: energia, trasporti, alimenti e....salute.
I poveri rimarranno poveri e sempre di più ingroseranno le fila.

....Siamo nelle mani di poche famiglie di affamatori

Fino a quando l'umanità intera reggerà il cappio sempre più stretto
di questo sistema ?
Fino a quando reisisterà il pianeta ?

Questo è SOLO un aspetto della crisi mondiale dell'uomo.

E' difficile ....quando manca il pane.

 
Top
Sherry76
view post Posted on 16/5/2008, 19:40




Grazie caro Marco..
per aver aperto la strada ad una discussione che mi sta a cuore...

facendo una ricerca su internet ho trovato quasto articolo che ci illumina sullo stretto rapporto tra petrolio e alimenti:

Un mondo senza petrolio minaccia le nostre possibilità di accedere agli alimenti, come esempio un dato: il 17% della energia consumata nel mondo si utilizza nella produzione, distribuzione e somministrazione di prodotti agricoli. Questa percentuale si divide nella seguente maniera: 4% per la produzione; 5% nel processo, 8% nel trasporto e distribuzione dalla azienda agricola fino al supermercato. (1)

Dato che la maggioranza di noi si limita ad andare al supermercato a comperare i propri alimenti, molte volte non ci rendiamo conto di tutto il processo che avviene prima che il cibo arrivi sugli scaffali del supermercato. Non avvertiamo che l’agricoltura moderna dipende quasi totalmente dal petrolio.

Il motore a combustibile dei trattori, camion e mietitrebbia ha sostituito la manodopera umana insieme a quella dei cavalli, muli e bufali come fonte primaria di energia nell’azienda agricola. E non solo nella semina e nel trasporto c’è la dipendenza dal petrolio nell’agricoltura: anche la produzione intensiva degli alimenti è fortemente influenzata dagli idrocarburi.

L’uso di fertilizzanti e pesticidi derivanti da prodotti petrolchimici hanno dato una spinta fondamentale perché l’agricoltura smettesse di essere un’azienda familiare per convertirsi in un’industria e rifornire l’elevata richiesta di una popolazione che è cresciuta vertiginosamente nell’ultimo secolo.

L’uso dei fertilizzanti e pesticidi è cominciato nell’anno 1950. A partire da quella data la domanda di fertilizzanti è cresciuta da 13 milioni a 150 milioni di tonnellate nell’anno 2005, quella dei pesticidi è cresciuta dai 90.000 kg nell’1950 ai 3.200 milioni di kg. nel 2005, secondo la Informe sobre Pesticidas y Fertilizantes de la Agencia para la Protección del Medio Ambiente.

La meccanizzazione dell’agricoltura, l’uso dei fertilizzanti e pesticidi derivanti dal petrolio,così come l’introduzione di nuove tecnologie nelle tecniche di coltivazione, hanno aumentato sproporzionatamente la produzione alimentare e diminuito la mano d’opera nell’azienda agricola.

In un articolo pubblicato recentemente nella rivista Science, intitolato The Mechanization of Agricolture (La meccanizzazione dell’agricoltura) si leggono i seguenti dati: “nell’ anno 1850, un solo agricoltore produceva alimenti per mantenere quattro persone, oggi un solo agricoltore produce una quantità di alimenti sufficienti a mantenere 78 persone. La produttività agricola è cresciuta del 25% negli anni 40, del 20% negli anni 50, del 17% negli anni 60, e di oltre il 28% negli anni 80”.

Questo aumento della produttività agricola si è ottenuto a costo d’incrementare la quantità del petrolio consumato nel processo. Secondo Jeremy Rifkin in un suo famoso libro L’economia dell’ idrogeno: “Per produrre una scatola di cereali di 270 calorie, l’agricoltore consuma l’ingente quantità di 2.790 calorie per mantenere i macchinari in funzione e ottenere i fertilizzanti e i pesticidi. Così poi, per ogni caloria di energia prodotta, la tecnologia agricola finisce per consumare dieci calorie d’energia” (pag 239).

Un altro dato più eclatante del precedente e’ quello fornito da David Pimentel in un suo studio, intitolato Food Energy and Society, svolto per la Cornell University della città di Ithaca in New York: “un veicolo che consuma 4 litri di benzina (un gallone) ogni 50 km.; in dieci km. brucia la quantità di benzina necessaria per produrre una pagnotta”, sconvolgente.

Un elemento importante è il danno causato al suolo con l'uso di pesticidi e fertilizzanti. Il suolo si impoverisce a causa dell’alta quantità di questi prodotti utilizzati per aumentare la produttività. La contaminazione che deriva dai fertilizzanti è responsabile della metà della contaminazione attuale dell’acqua e di due terzi dei nostri rifiuti solidi.

L’utilizzo dei pesticidi non è meno dannoso, in quanto anche loro contribuiscono alla degradazione del suolo. Per aver una idea chiara di quello che stiamo dicendo, basta capire che nel suolo abitano milioni di batteri microscopici, funghi, alghe, protozoi , così come vermi e artropodi che servono a mantenere la fertilità e la struttura del suolo. I pesticidi, distruggendo i microrganismi, accelerano il processo di impoverimento ed erosione.

Gli esseri umani consumano sempre più energia per produrre alimenti, però questa produzione è sempre inferiore al consumo. Secondo C. Ponting nel suo libro Istoria Verde del Mondo: “Nelle prime due decade d’intenso sfruttamento agricolo basato sui prodotti petrolchimici che arrivarono dopo la seconda guerra mondiale, il consumo totale d’energia nel settore agricolo aumentò del 70%, mentre la produzione alimentare è cresciuta solamente di un 30% ”.

Come abbiamo visto la crescita della produzione agricola, attraverso la meccanizzazione e l’uso di fertilizzanti e pesticidi, ha portato con sé un aumento significativo dei consumi di petrolio generando una maggiore emissione di CO2. Questo ci lascia con una conclusione preoccupante date le sue implicazioni: l’agricoltura intensiva è uno dei principali agenti del riscaldamento del pianeta.

Conclusione confermata da Rifkin nella sua opera già menzionata con il seguente dato: “Per rispondere alla domanda annuale di carne di una famiglia media di quattro persone è necessario consumare più di 984 litri (260 galloni ) di combustibili fossili. Il consumo di questo combustibile libera nell’atmosfera 2,25 tonnellate addizionali di CO2, la stessa quantità che emette un veicolo medio in sei mesi di funzionamento normale” (op. Cit. pag. 244)

Data questa immagine siamo di fronte ad una grave prospettiva in quanto i costi per la produzione di alimenti aumenta in una tale proporzione che quando entreremo nell’epoca della produzione massima petrolifera,centinaia di milioni d’essere umani non saranno in condizioni di poter acquistare gli alimenti necessari a garantire la propria sussistenza e quella dei loro familiari. Questo senza contare che attualmente ci sono 854 milioni di persone che soffrono di fame e denutrizione.

Certamente l’umanità è oggi di fronte a problemi che minacciano la propria esistenza. Dire che la fine della specie umana è vicina, causerebbe un gigantesco allarmismo, gli esseri umani ancor oggi sono ancora in tempo per uscire vittoriosi di fronte a queste problematiche. Indubbiamente alla civilizzazione umana come oggi la conosciamo rimangono pochi decenni. Probabilmente nell’ultimo terzo di questo secolo si scriveranno le basi per una nuova civilizzazione che reggerà il pianeta per i prossimi secoli.

E’ un nostro dovere assicurare prima di tutto che la fine dell’umanità non arrivi insieme alla fine di questa civilizzazione. E secondo, tanto importante come il primo, garantire alle future generazione la costruzione di una nuova civilizzazione a partire da un mondo dove le disuguaglianze, le guerre e la povertà, siano solo capitoli dei libri di storia.

La specie umana è in pericolo, ma può ancora salvarsi e diventare migliore.

(1) Beyond Oil, J. Gever, University Of Colorado, 1991,pag. 172.

Juan Carlos Guerra
Fonte: www.rebelion.org
Link: http://www.rebelion.org/noticia.php?id=57390
9/10/07

Traduzione per www.comedonchisciotte.org di DANIEL LUDUENA

http://www.forum.rai.it/lofiversion/index.php/t173174.html


ma per me non è lontano dalla verità neanche riflettere sul fatto che molti dei conservanti di origine chimica derivino dal petrolio... e che attraverso questi.. siamo arrivati anche a mangiare... petrolio e non più pane...

:a1941.gif:

Edited by Sherry76 - 16/5/2008, 21:27
 
Top
Sherry76
view post Posted on 16/5/2008, 20:26




ed ecco quello che intendevo per mangiare petrolio...
buona lettura:

Ambiente&Alimentazione
Omogeneizzati al silicone?
Viaggio tra alimentazione e nuove forme patologiche tra i bambini


Mi scuserete sicuramente (spero) per la lunghezza di questo articolo, ma sentite questa perché merita: pensate per un attimo a delle bambine, delle piccolissime bambine, a cui all’età di un anno cresce come per magia il seno. Pensate ora alle cifre apocalittiche che escono dall’ultima ricerca del ministero della Sanità statunitense: nove milioni di bambini americani sono obesi, nella fascia d’età tra i 6 e i 19 anni il 15% è afflitto da obesità patologica, numero che è triplicato in soli vent’anni. E le cifre, assicurano gli esperti, non sono dissimili a molte delle analisi condotte in Germania, Giappone, Inghilterra, Francia, Italia e altri numerosi paesi industrializzati. E’ la tradizionale “querelle” tra mondo ricco e mondo povero? Tra chi ha la fettina e le calorie e chi non ha nemmeno l’acqua da bere? Anche, ma sembra non solo: le ultime “scoperte”, soprattutto per quanto riguarda la più tenera età, fanno emergere lati oscuri del mondo industrializzato che fino a poco tempo fa potevano essere etichettati solo come “sospetti di ecologisti deliranti e disfattisti”. Ora, come al solito, tutti quei apocalittici sospetti sembrano essere purtroppo diventati l’ennesimo dato di fatto. Il procuratore aggiunto di Torino Raffaele Guariniello (sicuramente più famoso per le inchieste sul doping nel mondo dello sport), ha iscritto nel registro degli indagati tre grosse aziende, il cui nome è al momento assolutamente top-secret, con l’accusa di frode e somministrazione di sostanze pericolose , più una serie di reati collegati.

I fatti? Tutto comincia nel Novembre scorso a Torino, quando i ginecologi dell’ospedale Regina Margherita scoprono diversi casi di telarca precoce in bambine anche di un anno soltanto. Scatta subito l’allarme, in quanto la malattia fa comparire chiari segni di pubertà in età molto precoci: praticamente pensate a bambine di uno-due anni con il seno. Non è una bella cosa, giusto? Sessanta i casi soltanto nel capoluogo piemontese, ma numerosi anche a Milano e in altre zone d’Italia. La causa? Guariniello e i Nas dei Carabinieri che hanno condotto le analisi non hanno dubbi: sotto accusa sono gli omogeneizzati, e in particolare il contenuto di carne imbottita con ogni “ben di Dio”, dagli steroidi agli anabolizzanti, passando per gli inevitabili estrogeni. Questo mix letale e criminale di sostanze sarebbe alla base dell’insorgere della malattia: lo prova il fatto che l’eliminazione della carne dalla dieta delle piccole abbia fatto regredire in modo sostanziale il “disturbo”. I controlli dei Nas hanno poi portato, oltre all’iscrizione nel registro degli indagati delle tre aziende, alla scoperta di numerose irregolarità all’interno delle aziende che si occupano di alimenti per bambini: etichette con informazioni sbagliate o contraffatte, sostanze vietate nelle carni, test fittizi sulla qualità dei prodotti. Il caso forse più emblematico e incredibile tra tutti è stato quello di un laboratorio di analisi privato di Torino in cui i Carabinieri hanno scoperto apparecchiature coperte da diversi strati di polvere, e una completa ignoranza dei responsabili riguardo all’utilizzo degli strumenti stessi.

Il fenomeno telarca precoce e omogeneizzati si inscrive però in un discorso più ampio e ancora maggiormente preoccupante, che vede addirittura scendere in campo a difesa della salute dei propri cittadini il ministero della sanità Usa, con una ricerca-censimento pubblicata sul “Journal of the American Medical Association”, dai toni veramente drammatici. Come dicevamo prima, nove milioni di bambini americani sono obesi e il fenomeno è in procinto di invadere l’Europa, oltre agli odierni livelli già preoccupanti. E’ Mary Eberhardt, ricercatrice alla Hoover Institution della Stanford University, a sollevare la questione, con un articolo pubblicato recentemente dalla “Policy Review” dal titolo “The ChildFat Problem”, che si collega direttamente ad un altro studio scientifico condotto da tre medici americani, chiamato “Maternal employment and overweight children” (“madri che lavorano e bambini soprappeso”). La ricerca, condotta su un campione di 10mila bambini, dimostrerebbe infatti “prove evidenti che il lavoro della madre ha un impatto significativo sulla probabilità che il figlio sia soprappeso”. Diversi sarebbero gli effetti del lavoro femminile sulla dieta dei bambini: le mamme non possono permettersi di allattare al seno troppo a lungo nei primi mesi di vita del bambino, con l’aggravante che il latte artificiale è più grasso di quello materno. In secondo luogo, le ricerche mostrano come i figli di mamme lavoratrici trascorrano mezz’ora di più al giorno davanti alla tv, rispetto ai bambini che hanno la mamma a casa. Meno adulti in casa, meno controllo sulla dieta del pargolo. Se per controllarlo poi quando si è a casa si utilizza lo strumento-televisione, allora la frittata è fatta. Inoltre meno mamma a casa uguale a meno sport e movimento, o viceversa uguale a troppi impegni per il bambino (impegni con funzione di balia), con rischi di stress ed eccessive sollecitazioni. L’altro gravissimo rischio è quello relativo all’effetto-panico: le madri che, sentendosi in colpa a causa della propria assenza da casa, riempiono il frigorifero “perché non gli manchi nulla”, non si accorgono poi del clamoroso effetto-boomerang insito in un comportamento del genere, anche agli occhi del bambino che si sente quasi in dovere di mangiare tutto per far felice la mamma. La Eberhardt infatti conclude la sua analisi con un avvertimento che sa di rimprovero: “Il problema dell’obesità infantile apre un nuovo dibattito nel movimento femminista. I vantaggi per le madri di poter accedere al lavoro sono stati esaltati, mentre i possibili costi del nostro successo economico sono rimasti un tabù".

Solo colpa delle donne allora? Io non penso proprio, innanzitutto in quanto non è solo la madre (si presume, fino a prova contraria) a dover educare e occupare del bambino, ma soprattutto in questa vicenda (compresa quella degli omogeneizzati con gli steroidi), anche il ruolo di educatori dei genitori si scontra con quelle che sono le necessità di mercato e gli indirizzi-dogma che esistono all'interno della nostra società: la madre è logico che lavori e che abbia la possibilità di farlo, rappresenta una grande vittoria e un segno importante di emancipazione, ma lascia scoperto il fatto che ci sia poi meno tempo da poter dedicare ai propri figli. Allo stesso tempo gli stipendi sono cresciuti in modo comunque sostanziale rispetto a parecchi anni fa, dunque vi sono maggiori possibilità di comprare ogni comodità e ben di Dio ai propri bambini, che diventano padroni-schiavi degli oggetti stessi. Come dice giustamente la Eberhardt nella parte di analisi dedicata all'importante ruolo svolto dai fast-food nell'insorgere di tale patologia, pur riconoscendo tra le cause l'alimentazione troppo ricca di carne, latticini e grassi animali, unita ad uno stile di vita sempre più sedentario, riconosce che "il fast-food risponde ad una domanda che esiste sul mercato, non la crea". Giustamente il problema è non il come si ingrassa, ma il perchè. "Ciò che i bambini dei paesi ricchi stanno facendo con le loro bocche e i loro stomaci, è riempire dei vuoti che si sono aperti nelle loro vite. Nelle calorie cercano una consolazione perchè il mondo di casa e quello esterno sono troppo lontani". La fretta, l'ansia, la comodità (e da qui gli omogeneizzati, vera e propria risposta moderna alla necessità di avere un pasto veloce e allo stesso tempo "nutriente" per i propri bambini), la difficoltà di cambiare i proprio ritmi di vita: sono sempre i soliti problemi, ma forse bisognerebbe investirli di riflessioni e analisi, per non dover sempre piangere di fronte alle conseguenze ormai note di una cattiva alimentazione e di uno stile di vita poco equilibrato:malattie respiratorie e cardiovascolari, anche in età precoce, tumori legati al grasso, al fumo e all'alcool, senza dimenticare le incalcolabili sofferenze di natura psicologica, molto spesso patologie ancora più gravi, umilianti e profonde di quelle fisiche.
Alla prossima.
Nicola Folletti

http://www.occhiaperti.net/index.phtml?id=779
 
Top
scharden
view post Posted on 18/5/2008, 18:18




image

PERCHE' ?

image


FINO A QUANDO ?

image


CONTINUEREMO A NON PENSARE CHE LA VITA E' UN BENE PREZIOSO ?


image

.....PENSIAMO ...A COME POTRA' ESSERE ...IL DOMANI
 
Top
Rossyokkiblu
view post Posted on 19/5/2008, 19:22




poche righe per dire 2 cose:
-oggi ho fatto benzina ad €1,52... ma in SIcilia abbiamo ben 3 raffinerie, che avvelenano mari, falde acquifere, terreni, aria ecc ecc
- qualche mese fa i miei hanno comprato della frutta, mele per la precisione, il cui sapore era di petrolio, e vi assicuro che sono state anche lavate ripetutamente, ma nulla, ed il sapore lo sentivano tutte le persone che le hanno assaggiate. Risultato... buttate...
Avvilente :ANGRY_2116.gif:
 
Top
scharden
view post Posted on 19/5/2008, 21:23




Il compromesso...non ha prezzo...che si paga comunque col tempo...

image

A 25 KM da Cagliari, a oriente sul mare di Sarroch, la più grande raffineria
di petrolio del mediterraneo lavora 15 miliardi di tonnellate di greggio l'anno
(300 barili al giorno. 1/4 della capacità di raffinazione italiana.
Un "gioiello" della famiglia italiana più "amata"... nato agli inizi degli anni 60.
Un mostro nato con la compiacenza politica regionale in cambio di quattro
soldi e qualche posto di lavoro (caro).
Un mostro che, sempre alimentato dai soldi dello stato (nostri) allatta le
più importanti compagnie di carburanti creando grossi profitti alla grande
famiglia e amici.
Un mostro che ha snaturato e deturpato un paesaggio tra i più belli della
Sardegna, portando inquinamento e gravi danni alla salute specie degli
abitanti di Sarroch (una volta ridente e oggi triste cittadina) che si
affaccia proprio sulla raffineria.
Si comincia a fare il conto dei malati di tumore e di gravi malattie respiratorie e genetiche.

E' triste...ma è la realtà....di solo quello che...vediamo.

Edited by scharden - 19/5/2008, 22:39
 
Top
scharden
view post Posted on 20/5/2008, 23:10




prezzo record del petrolio oggi: 129 $ al barile

Non vorrei allarmare nessuno ma se penso che fino a poco tempo fa qualche
analista aveva ipotizzato la soglia limite di 200 euro al barile al di sopra
della quale il sistema sociale non reggerebbe.........

....al cambio attuale siamo a 193,50 euro......siamo dunque vicini ?
 
Top
Solitario*
view post Posted on 8/6/2008, 10:59




Madonna ragazzi...
Mi avete rovinato la domenica! :k_crying9.gif:
 
Top
scharden
view post Posted on 8/6/2008, 11:41




Coraggio....siamo a 140$ il barile

Si alza il prezzo della bolletta energetica e l'inflazione....schizza.
I pescherecci...non escono perchè la nafta è troppo cara....e i prezzi
aumentano.
Intanto la FAO ha concluso i suoi lavori.
Conclusione ? NULLA .

Nel mondo i bambini continuano a morire di fame e il danaro
continua a girare in pranzi, convegni, pacche sulle spalle e lusso.

Hanno ancora un senso organismi vuoti come la FAO ?

C'è qualcosa da cambiare ?
 
Top
_basura_
view post Posted on 8/6/2008, 14:17




cercasi soluzioni.. non cose che già si sanno.. -_-
 
Top
scharden
view post Posted on 8/6/2008, 21:57




CITAZIONE (_basura_ @ 8/6/2008, 15:17)
cercasi soluzioni.. non cose che già si sanno.. -_-

Sei sicuro che sappiamo proprio tutto ?

Soluzioni ?
Rivoltare il mondo come un calzino.
Difficile ?
Aspettare che il sistema imploda e ingoi tutto il marciume.
In attesa....curiamo il nostro giardinetto che non è poco.

...Le tecnologie già esistentii, in embrione e in cantiere, sostenute da buon senso
e permettimi da vero spirito d'amore e di servizio....risolverebbero molti problemi.
Manca purtroppo l'uno e l'altro.

 
Top
scharden
view post Posted on 8/6/2008, 22:21




image


....Le soluzioni ci sono....mancano le mature volontà politiche nel perseguirle.
Chi tira le fila del mondo ha altri obbiettivi e interessi.
 
Top
_basura_
view post Posted on 9/6/2008, 08:57




tutto vero quello che dici, a livello teorico, ma in pratica, che si dovrebbe fare?? non va bene nemmeno il nucleare di ultima generazione perchè no.. e il fotovoltaico sarebbe l'unica soluzione ma tra 50 anni sarà insufficiente per la crescita demografica..

boh..
 
Top
Solitario*
view post Posted on 9/6/2008, 12:15




Io penso che la soluzione c'è ma è dolorosa.
Non possiamo gridare al lupo al lupo e continuare ad aumentare i consumi di energia.
Dobbiamo convincerci che ci siamo abituati ad uno stadard di vita che la natura non può sostenere.
Se non ci penseremo noi a ridimensionarci (e non lo faremo) ci penserà la natura a modo suo.
E, purtroppo, i suoi modi non sono molto delicati.
 
Top
Rossyokkiblu
view post Posted on 9/6/2008, 22:16




CITAZIONE (Solitario* @ 9/6/2008, 13:15)
Io penso che la soluzione c'è ma è dolorosa.
Non possiamo gridare al lupo al lupo e continuare ad aumentare i consumi di energia.
Dobbiamo convincerci che ci siamo abituati ad uno stadard di vita che la natura non può sostenere.
Se non ci penseremo noi a ridimensionarci (e non lo faremo) ci penserà la natura a modo suo.
E, purtroppo, i suoi modi non sono molto delicati.

I modi saranno duri, ma perdonami cosa c'è di duro nel fare le piste ciclabili?
nulla... qui a catania molti anni fa le hanno fatte, ma posteggiavano li con le macchine.. e nessuna multa... su via... questo è buon senso... educazione.... vivere civile... :emo_cogne.gif:
Le biciclette ad esempio potrebbero ridurre l'uso delle macchine in centro... magari è una soluzione piccola piccola... però potrebbe essere utile...
mio fratello va a lavoro in bici, ma rischia di essere messo sotto, di continuo...
Io il coraggio di uscire con la bicicletta purtroppo non cè l'ho, preferisco evitare di essere travolta... :a108.gif:

Edited by Rossyokkiblu - 10/6/2008, 00:05
 
Top
19 replies since 16/5/2008, 18:39   527 views
  Share