Salve a tutti,
I temi posti caro Angelo sono lo specchio dei nostri tempi,
mi riferisco in particolare alla discussione sul Papa,
dove una minoranza (mi auguro)... rumorosa e organizzata,
riesce a imporre la propria linea di negazione ad un confronto
civile con una figura importante come concordamente
definisci il Pontefice proprio in uno spazio (l'Università) dove
proprio dal confronto e approfondimento dovrebbe evolversi
l'analisi e il pensiero...mah .....!!!!
Avverto come uno scivolamento, un meccanismo perverso
verso cui l'involuzione e l'imbarbarimento ha gioco sull'individuo
che debole in sè (nei valori, nell'amor proprio e nella capacità quindi
di amore) ha necessità di riunirsi (il gruppo/branco) nei surrogati
di valore (politici/razziali/....sportivi) per distruggere ciò che non
è...della sua debolezza.
E' una debolezza che purtroppo acquista forza nella nostra società
perchè ulteriormente evidenziata e alimentata dalll'incapacità di chi è
chiamato (sia individualmente che a sistema) a dirigerci e in qualche
modo a gestirci e ......può essere vinta
solo se si riesce a entrare nell'individuo....nella sua debolezza
che deve trovare alimento e risposta nei suoi bisogni...materiali e spirituali.
E' un grosso problema e pericoloso in prospettiva perchè capace
di abbattare cicli di civiltà (come è già avvenuto) se non risolto
o capace di innestare salto evolutivo se compreso e affrontato.
Credo nella pluralità di mondi abitati come pluralità di esperienze evolutive
che hanno ragione d'essere proprio nella necessità dello sviluppo del
proprio piano evolutivo all'interno di un equilibrio che è nella Legge di Dio.
Concordo sul rischio di chi aspetta o cerca la salvezza dai fratelli dello
spazio dimenticando che solo dal sè, dalla propria ricerca di Dio, o
comunque dalla ricerca individuale in un percorso armonico e costruttivo,
dal proprio cammino , è posta in sviluppo la salvezza.
Anche qui c'è purtroppo chi ci soffia sopra .....più o meno
coscientemente approfittando della
debolezza e della buona fede di chi spera che le cose cambino
sempre dall'alto senza pensare che il primo movimento parte sempre da noi.
Un abbraccio