Le città dormitorio dei bimbi fantasma:
nascoste nei tombini di Roma e MilanoScoperti i rifugi dei disperati del sottosuolo: 24 ragazzini afghani prigionieri al buio nella stazione Ostiense. E nel capoluogo lombardo un posto letto nell'ostello-lager dei cinesi costa 15 euro
Una botola dell'albergo illegale gestito da cinesi nel sottosuolo di Milano (Foto Newpress) ROMA, 5 aprile 2009 - «GRAVE e impressionante». All’indomani della notizia agghiacciante — quella del ritrovamento, da parte della Polizia ferroviaria, di 24 ragazzini afghani che alla stazione Ostiense vivevano in tuguri ricavati dentro tombini — il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, mostra tutta la sua preoccupazione. «Vogliamo comprendere — dichiara il sindaco — come sia stato possibile un simile dramma nella nostra città, quali siano le cause di questa vicenda e l’effettiva condizione in cui vivevano questi ragazzi soprattutto per scongiurare il rischio che simili episodi abbiano a ripetersi». Del resto, se questa vicenda, che richiama alla mente quella dei bambini nei tombini di Bucarest, è la punta di un iceberg, non può sorprendere più di tanto.
Il primo cittadino della Capitale sa da tempo che, come «l’assessorato ai Servizi sociali aveva denunciato al ministero dell’Interno», esistono «grandi difficoltà nella gestione dei flussi migratori con arrivi incontrollati direttamente nel cuore delle nostre città». Che fare allora? «Bisogna rafforzare la collaborazione tra le strutture statali e quelle comunali — è la ricetta di Alemanno —, in modo da rendere la rete dell’assistenza sociale più solida e ramificata in tutto il territorio italiano».
E’ emersa l’esistenza di una gerarchia tra gli stranieri che scelgono la stazione Ostiense per trascorrere la notte: chi sta meglio, indiani e pakistani, può dormire nella parte più sicura del terminal, protetto da una cancellata. Per gli altri, i disperati che provengono dall’Iran e dall’Afghanistan, l’unico ricovero è sotto le grate dei marciapiedi. Intanto la vicenda, portata alla luce dall’Operazione stazioni pulite della Polfer e documentata da immagini trasmesse dall’emittente Raisat 2000, sciocca il Paese. Anche attraverso il racconto del comandante della Polizia Ferroviaria, che assieme ai suoi uomini si è ritrovato di fronte a 24 ragazzini afghani impauriti, affamati e avvinghiati alla loro nuova esistenza tanto sognata — dopo aver attraversato il mondo per scampare agli orrori del loro Paese —, all’interno di un tombino, dove erano costretti a dormire in piedi, o per terra, nella sporcizia, con cartoni al posto di coperte.
«Quando ci siamo resi conto che si trattava di ragazzini — racconta a caldo il comandante Carlo Casini — il cuore ha avuto un sussulto: quello di ogni padre di famiglia che vede bambini di 14 anni (anche se l’età è stata accertata in sede di visita medica, visto che i ragazzini non parlano italiano, ndr) dormire in quello stato, con i tombini usati come armadi o come letti. Niente genitori e un viaggio della speranza alle spalle». Ieri, però, dopo lo scoppio del caso, emerge qualche precisazione. E Casini dice che «i ragazzini utilizzavano i tombini per conservare i pochi averi di cui erano in possesso, non certo per dormirci». Conferma l’assessore alle Politiche sociali, Sveva Belviso: i ragazzi, tutti già adolescenti, «non avrebbero potuto entrarci». Tombini o no, consola pensare che non dormono più nel degrado. Tutti sono stati portati in centri di accoglienza del Comune e della Provincia. Per loro, comunque, il viaggio non è finito. «Per molti la destinazione finale — spiega il comandante — resta l’Europa del Nord».
Secondo uno studio dell’associazione Save the Children, la presenza dei minori afghani a Roma è aumentata negli ultimi anni, fino a costituire uno dei gruppi di minori stranieri non accompagnati più numerosi. «L’episodio di Roma — spiega il direttore Valerio Neri — non è altro che un’ulteriore dimostrazione del fatto che l’Italia ha bisogno di strutturare una strategia di accoglienza non basata sull’ emergenza».
A Roma il gruppo dei minori afghani è quello che ha registrato il più alto tasso di crescita, passando dai 32 del 2004 ai 264 nel 2007, pari al 22,8% del totale dei minorenni immigrati.
di CLAUDIA MARIN
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