Libertà, quando è l'anima che parla

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Scharden
view post Posted on 24/2/2011, 10:42







Il tema della libertà è forse uno dei temi più ricorrenti capace di abbracciare
riflessioni e prospettive che non possono non mettere l'uomo (nella sua duplice natura spirituale
e materiale) al centro i ogni analisi e progettualità che lo veda coinvolto sia individualmente che
collettivamente nel contesto di società pur esse in continuo movimento.

La storia ci racconta come il cammino dell'uomo si sia evoluto nel tempo attraverso conquiste di
brandelli di libertà sempre più profonde ed estese, promuovendo così società all'altezza di tali
conquiste all'interno di quella che comunque è sempre una propria progettualità evolvente.

E' un tema complesso, capace di generare profondi e terribili attriti, come sempre la storia ci insegna
e come le vicende di questi giorni ci mostrano, sia che la si voglia considerare nel suo livello individuale
che nella risultante di società e.....ogni riflessione credo che non debba che partire dall'uomo...in ciò che
lo rende simile e diverso dal prossimo.

Spunto e contributo alla riflessione ci giungono anche dal mondo dello spirito. Un punto di osservazione
certamente diverso dal nostro, "libero", al netto di ogni struttura pregiudiziale che mente umane è capace costruire.
Un'osservazione disincantata per certi versi, un'osservazione che parte sempre dall'obbiettivo primario, uguale
per tutte le individualità : quello della crescita, dell'evoluzione spirituale....dello spirito.
 
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***Klaatu***
view post Posted on 24/2/2011, 10:45




Sarebbe interessante conoscerne l'approccio dal punto di vista spirituale

Edited by Scharden - 24/2/2011, 11:19
 
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Scharden
view post Posted on 24/2/2011, 11:17







Dalle "comunicazioni dell'entità Andrea":

"Non c'è nell'Universo altro essere tanto libero quanto lo Spirito.
Può dirsi che comunque è assoggettato a se stesso ed a una legge divina,
ma la legge divina che è principio di VITA, di sussistenza e di movimento infinito
dello Spirito, è una legge che ha dato, conferito all'essere spirituale, similmente alla
natura di Dio, un principio di libertà assoluta.
Il limite dello Spirito è di dover restare nell'ambito della propria evoluzione, non perchè
egli venga obbligato ma semplicemente perchè le altre quote di libertà possibili oltre la
sua evoluzione egli non le possiede ancora.
Da qui la libertà è strettamente legata al principio di evoluzione, ed entra il concetto di
responsabilità e anche di merito: col tuo lavoro di essere spirituale, attraverso la conoscenza
e l'esperienza tu ampli la tua evoluzione ed anche la tua libertà si amplia, perchè puoi occupare
più spazio mentale, più spazio spirituale, più spazio conoscitivo ed esperenziale, e dunque
la tua libertà si dilata all'infinito.

In questo senso la libertà dello spirito è una libertà assoluta, perchè la dobbiamo rapportare
al principio di eternità e di infinitezza; che sia potenzialmente assoluta anche questa è un'altra verità,
ma d'altra parte lo Spirito non avrebbe potuto avere una libertà assoluta entro uno schema suo
evolutivo che non i caratteri assoluti, perchè lo Spirito è esposto al principio dell'evoluzione, e dunque
questi vari gangli si intersecano e formano una struttura unica entro la quale lo Spirito ha tutta la libertà
entro i limiti della sua evoluzione, e ci sembra tutto questo anche estremamente giusto oltre che logico.

Nessuno darebbe tutta la libertà ad un bambino di due anni, egli non saprebbe che farsene di tanta libertà,
e questo vale anche per voi.
Voi non sapreste cosa farvene di altra libertà se non faceste seguire al desiderio di libertà anche un
processo di trasformazione tale da poter poi usufruire di altre quote di libertà, e dunque la libertà
come tutti i beni va conquistata.

Il problema dello spirito, della libertà, è un problema massimamente sentito quando avviene l'incarnazione,
perchè voi sapete, lo Spirito si incarna in un corpo che è assoggettato a regole che non sono spirituali, e lo Spirito
vive quindi questa repressione vera e propria che è esercitata sulla sua natura, e con la quale combatte
quotidianamente".


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Edited by Scharden - 6/3/2011, 19:22
 
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Scharden
view post Posted on 25/2/2011, 10:37




"...Un problema, perchè lo Spirito vuole la libertà e sopratutto lo Spirito sa in anticipo
che la sua evoluzione in Terra si gioca attraverso il principio della libertà, perchè lo Spirito
sa bene che una libertà bloccata significa evoluzione bloccata
, progetto bloccato, impossibilità,
impossibilità di andare avanti, e lo Spirito sa anche che la libertà esiste come principio sulla Terra
perchè c'è la sua presenza.

E' la presenza dello Spirito che crea la pulsione alla libertà nella mente dell'uomo.

La mente dell'uomo non avrebbe libertà e sarebbe condizionata al biologico se l'uomo non possedesse
una natura interiore che è appunto la natura dello Spirito;
quindi vi sono qualità, aspetti qualitativi, attributi, attribuzioni che fanno risalire immediatamente
allo Spirito.

Se voi avete un'ansia di libertà. o quando si lavora per conquistare la libertà, sappiate che sempre
lo Spirito è in azione, perchè egli è l'unica forza del corpo umano, compreso la mente, che possiede la
pulsione della libertà.

Non esiste nella mente la pulsione della libertà.
Non esiste perchè la mente biologica, la mente organica è un effetto del cervello; vale a dire che i neuroni
seguono le leggi del cervello, dunque i neuroni in sè non sono liberi:

la libertà è un elemento qualificante esterno al rapporto mente-cervello, e dunque la libertà diventa un bene essenziale,
ma quando però riuscite a farla manifestare, e per farla manifestare dovete richiamare continuamente lo Spirito,
che è la vostra natura interiore.

Gli uomini senza sapere tutte queste cose hanno sempre stabilito che la libertà è un bene prezioso, da sempre
è stato capito, ma finanche negli stati totalitari, nelle filosofie totalitarie si parla di libertà anche sapendo che non verrà
attuata, ma la libertà resta sempre comunque l'utopia.

Non sempre, dobbiamo dire, questo è accaduto nelle religioni, perchè le religioni dogmatiche non prescrivono la libertà
se non in quel'ambito della dottrina stessa a cui si ispirano o che manifestano.
L'uomo quindi è costretto, ma in questo caso più lo Spirito, a fare i conti anche e non soltanto con i limiti del corpo,
il cui limite è dato dall'incapacità di percepire l'anima, per cui un corpo si trova ad essere come se fosse senz'anima; se
l'anima non evocasse continuamente il desiderio di libertà, che poi si traduce nella vita comune in insoddisfazione, in
frustrazione, in dolore, in ansia, in bisogni insoddisfatti, insomma in tutto il corredo che voi conoscete e che diventa
la malattia dell'essere umano, oltre che con le regole degli uomini.

Ecco perchè sulla libertà poi hanno parlato sempre tutti, si sono espressi sempre tutti, e tantissimi uomini sono morti e
muoiono nel nome della libertà, hanno creato rivoluzioni, hanno creato sommosse, hanno ispirato i poeti, gli scrittore;
in tutto il mondo dove c'è stata una oppressione c'è stata contemporaneamente anche una ansia di libertà vissuta
magari attraverso il martirio dei suoi eroi.

Quindi la libertà è effettivamente il bene primario, senza la libertà non accade nulla, è la libertà che crea la civiltà,
perchè il processo di civiltà è la conseguenza di una disobbedienza continua.

La civiltà voi non l'avreste avuta costruttivamente, l'avete avuta perchè sempre nei secoli vi sono stati uomini che sono
sopravanzati agli altri, disubbidendo alle regole storiche storiche e della società.

E' la disubbidienza che ha creato l'avanzamento, e questa è,a mio avviso, una delle migliori dimostrazioni dell'importanza
per l'uomo di superare non soltanto la natura, la quale non è affatto libera, ma anche le regole degli uomini che,
essendo imposte, sono regole che funzionano come quelle della natura e cioè in maniera condizionante;
come il corpo è condizionato alle regole biologiche anche la mente dell'uomo è condizionata dalle regole della società e
delle religioni, quindi la Libertà diventa sempre e soltanto una utopia.

Come manifestare la libertà ?
Il discorso è complesso, evidentemente, ma non tanto se si pongono alcune premesse principali a tutto il discorso :"



.......................

Edited by Scharden - 26/2/2011, 18:56
 
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Scharden
view post Posted on 26/2/2011, 18:54




"Primo: l'uomo ha il diritto di essere libero, dal momento che abbiamo stabilito che la libertà
è un principio dello Spirito.
Ma....l'uomo ha concretamente il diritto di essere libero? Io credo che nessuno potrebbe
rispondere di no, ma tutti direbbero: si, certo che ha il diritto di essere libero.
Secondo: la libertà deve essere assoluta per l'uomo? Qui io porrei lo stesso principio che adopera
lo Spirito: la libertà è proporzionata alla qualità dell'uomo che la manifesta.
Terzo: la libertà non deve arrecare danni agli altri: io uso la mia libertà ma non devo arrecarti
danno perchè anche tu hai lo stesso diritto alla stessa libertà.

Ma dobbiamo anche considerare una cosa, che gli uomini non sono eguali fra loro, nonostante si tenti di dire il contrario, non sono eguali anzitutto per evoluzione, poi perchè i corpi differiscono, le leggi ereditarie influenzano in modo tale che ogni essere è diverso dall'altro.

Gli uomini sono eguali, hanno tutti i medesimi diritti, a partire però dalla propria quota di qualità, nel senso che l'uomo deve crescere continuamente.
Il problema della crescita è strettamente legato alla qualità;
io non posso darti una libertà di ascendere una montagna senza che prima si impari come si scala o dove si mettono i piedi, non posso lasciarti in mezzo al mare se non impari a nuotare;
questo mi sembra elementare, cioè dare strumenti di libertà assoluta a chi gli strumenti non li sa usare o non li può usare diventa estremamente pericoloso non soltanto per sè ma anche per gli altri.

Uno stato come si deve regolare ? Lo Stato, gli Stati si sono sempre regolati stabilendo le regole. Esistono delle leggi, esiste un diritto, in base a questo diritto ciascuno può muoversi come crede purchè si salvino i principi della convivenza all'interno di una civiltà, di uno stato etc......
Le leggi servono proprio a neutralizzare gli eccessi stabilendo le regole: allora non devi uccidere, non devo rubare, devi rispettare gli altri, tutti hanno diritto allo studio, tutti hanno diritto etc........

I diritti che sono diritti civili, sono diritti che rispettano la libertà, evidentemente, ma la concedono a condizione che vengano rispettato i diritti collettivi.

I diritti collettivi vengono prima, quindi i doveri anche collettivi vengono prima della pulsione alla libertà.

L'uomo, compresa la propria anima, vive due momenti sulla Terra, un momento pubblico ed un momento privato.
Il momento pubblico è il momento del rapporto col mondo, e quindi si entra nell'ambito di quelli che sono i diritti pubblici di cui dicevamo poco fa.

I diritti privati sono quelli che ciascun uomo attua all'interno del proprio schema mentale, allargato allo schema della famiglia o del piccolo gruppo.
In questo piccolo gruppo c'è la vera possibilità di crescere dentro, e il discorso direi che rimbalza tra il pubblico ed il privato.

Migliorando il mio rapporto col mondo dal punto di vista pubblico io faccio e provoco una azione di crescita anche nella sfera del mio privato, acquistando più quote di libertà, cioè crescendo e quindi maturando la mia interiorità mentale, creando un rapporto solido tra il desiderio dello Spirito e il desiderio della mente, io mi accresco riversando poi la mia maggiore maturazione
anche sul pubblico, sicchè l'interazione è continua, e quindi ben vedono i filosofi o coloro che si occupano di questi problemi sociologici, ben vedono questa stretta relazione che esiste tra pubblico e privato.

Il problema è l'impegno del soggetto.
Abbiamo detto: lo Spirito viene con un programma, lo Spirito lo sa prima di incarnarsi che la Terra gli sarà di ostacolo........"



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Edited by Scharden - 28/2/2011, 17:39
 
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Scharden
view post Posted on 27/2/2011, 17:49




".....ed il suo programma è sempre un pò più ampio per avere margini entro i quali poter crescere.
Se già venisse con un programma minimo la sua pulsione sarebbe debolissima,
deve venire con un programma più intenso in modo tale da svilupparsi nel corpo una attenzione,
una vigilanza ed un desiderio continuo di richiamo dell'anima.

Il programma dello Spirito è un programma che non è una astrazione, come molti credono, cioè
soltanto il desiderio, il suo suo programma coincide con una vera realtà,
lo Spirito, (e possiamo chiamarlo anima) uno Spirito materializzato, acquista il senso e la struttura
dell'anima insieme con elementi psichici che si provvede dal momento del concepimento, o dopo
il concepimento, durante comunque la gestazione della mamma, e stabilisce un contatto che per
lo Spirito è quasi un contratto, con il proprio inconscio in formazione.

Il bambino comincia a crearsi relazioni di inconscio e struttura dell'inconscio per trasferimento
della psiche della madre, perchè c'è questo rapporto stretto.
In più bisogna aggiungere tutto quello che sta ereditando dal punto di vista cellulare, anche
con una serie di impressioni che vanno a costituire un elementare inconscio, proprio elementare,
dentro il quale avvengono transazioni tra l'anima e il bios, quindi il progetto non è soltanto
un desiderio dell'anima, è una vera e propria azione di natura materiale, o di natura energetica,
come vi piace dirlo, e in un certo senso si ricompone l'unità dell'Universo, perchè la fonte è unica,
e cioè Dio.

Nel momento in cui si va a formare questo contatto, effettivamente c'è una entrata e uscita di segnali,
l'anima da una parte, e tutto il meccanismo psico-ereditario dall'altra, per cui la mente, che poi sarà
l'esito finale, che diventerà finale quando il bambino acquisterà il linguaggio e potrà comunicare col
mondo; sia pure inizialmente, questo sarà il punto di incrocio di una serie di trasferimenti
che vanno a costituire le simbologie primarie ed elementari di questo soggetto che sta nascendo,
sicchè il principio della libertà che viene trasferito diventa un principio che ha una consistenza effettiva,
cioè effettivamente l'uomo nell'inconscio ha un principio di libertà che è una struttura dell'anima
che diventa anche in parte e primariamente una struttura della mente.

Questo lavoro è un lavoro bellissimo, preciso, che non lascia spazio a dubbi, ma appena nasce il bambino
subisce i primi traumi, perchè i genitori, l'ambiente, le religioni e gli stati e le leggi non tengono affatto
conto di questo, cominciano a imporgli una serie di regole che immediatamente spostano e rimandano indietro
tutta la bella organizzazione che è venuta su nel corso della gestazione.

Il meccanismo da parte dell'anima è automatico perchè anche l'anima cade in una specie di sonno-letargo
da cui si sveglia, ma le strutture funzionano da sole, automaticamete, così come da solo funziona il
vostro corpo e la vostra mente
anche quando la sera dormite;......"


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Edited by Scharden - 28/2/2011, 17:34
 
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Scharden
view post Posted on 28/2/2011, 17:33




"...quindi non è questo il punto., il punto è invece che lo Spirito che conosce tutto questo meccanismo
sa che nel corso della vita dovrà sempre recuperare, quella parte di se che ha dimenticato, che ha
obliato, che la società umana lo ha costretto ad obliare, creando una vera e propria censura, un
vero e proprio sbarramento, una vera e propria rimozione, direste voi in psicologia, per cui la
struttura del'inconscio, che poi mantiene sempre le pulsioni, viene deprivata di una azione che è appunto
l'azione progettuale.

Poi l'inconscio si arricchirà i tanti elementi, di tutti quelli che la società e l'ambiente hanno voluto censurare, che diventano quindi altre parti dell'inconscio, un materiale ricchissimo che ha una forza prorompente; voi non immaginate quanto sia forte l'esistenza dell'inconscio, perchè nell'inconscio avete tutto quello che dovreste essere e non siete.

Compito dell'uomo diventa allora quello di recuperare le parti perdute, che poi, guarda caso, sono le parti migliori, ciè sono le parti progettuali, perchè se voi togliete all'uomo il desiderio e la sperimentazione di sè, lo avete trasformato in un vegetale che vive con il condizionamento sociale; crede di essere libero, tra l'altro, e non lo è; ecco perchè la libertà diventa il punto di riferimento fondamentale, certo insieme ad altre caratteristiche della specie.

La libertà è esattamente il contrario della naturalità in senso biologico, perchè non funziona per schemi obbligati come funziona la naatura, ma funziona per schemi estemporanei, la cui sola obbligatorietà è quella comunque di andare incontro verso l'infinito.
In questo senso, si capisce, l'evoluzione è un percorso obbligato, questo lo devo riconoscere, infatti esiste il principio di evoluzione per lo Spirito (ma non esiste quello di involuzione, questo neppure nell'universo materiale) per cui noi parliamo di processo di trasformazione, ma non parliamo di involuzione: una stella che esplode non ha un processo di involuzione ma di trasformazione.

Ecco perchè il termine esatto è sempre trasformazione, e questo vale per la psiche e per la fisica, questo vale per tutto, l'Universo è un universo in cui non c'è il segno della morte, perchè non c'e il segno dell'involuzione, e tutto è sempre in trasformazione, o se volete dire in evoluzione che è la stessa cosa, in questo significato, in questa accezione.

Certo, l'uomo dovrebbe lottare per tutta l'esistenza per la sua libertà, ma dovrebbe anche impegnarsi a trasformare le leggi e a trasformare l'uomo; io dico prima l'uomo e poi le leggi, perchè è sempre bene che sia prima l'uomo che si trasformi, per le leggi cìè sempre il tempo per modificarle, l'importante è che l'uomo acquisisca il meccanismo della trasformazione, perchè è in
questo modo che le pulsioni vengono esaudite.
Allora l'intervento sull'uomo diventa un intervento continuo di educazione alla libertà e di educazione al processo di trasformazione, quindi una educazione permanente che invece in effetti viene svolta in termini conservativi, anzi si cercadi non modificare eccessivamente l'uomo,
di lasciarlo così com'è, anche perchè l'uomo vive secondo contrattazioni continue.

Un uomo lavora ,si sposa, ha dei figli, ha doveri verso il territorio dove abita, e in questo modo si è assoggettato a tutte le leggi che poi mantengono l'equilibrio della società, quindi per l'autorità morale è nel giusto colui che non cambia, cioè colui che non tenta di sovvertire gli ordini connessi a queste categorie di rapporto tra il soggetto e l'ambiente.

Nessun Stato "tollera" che i cittadini vadano contro le leggi o che i cittadini impongano dei cambiamenti che dovrebbero sovvertire le leggi costringendo i legislatori a modificare i codici, gli Stati non tollerano tutto questo, forse neppure gli stati democratici che a loro volta sono condizionati da tante altre necessità, per cui non desiderano cambiare ciò che è acquisito e in qualche modo funziona, per esempio dal punto di vista dell'economia......"

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Edited by Scharden - 1/3/2011, 23:09
 
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Scharden
view post Posted on 28/2/2011, 18:37




"....Poi sono costretti dai cambiamenti di costumi e di abitudini degli uomini a dover modificare leggi e farne
decadere alcune oppure tollerare senza modificare leggi, ma tutto questo poi si intreccia a va ad intrecciarsi
con le motivazioni un pò irreali delle religioni, specialmente delle religioni integraliste, cioè delle religioni
dogmatiche che a loro volta-indipendentemente e oltre le leggi di uno Stato che magari è ancora più
conservatore- vogliono imporre leggi cosiddette morali, sicchè poi il problema della libertà va a intrecciarsi
in questo connubio, direi spesso complesso, dei rapporti tra uno stato e le religioni.
C'è sempre stata una ricerca di questo conflitto tra stato e religioni, perchè queste hanno voluto imporre
leggi morali agli stati, e gli stati hanno dovuto accettare quasi sempre le regole delle religioni, perchè gli uomini
si sono sempre fatti fagocitare dalle religioni, non avendo alcuna capacità nè strumenti per trattare il problema
del divino, del sacro
, non diciamo della propria interiorità, perchè nessuno l'ha mai fatto, ma diciamo del sacro;

l'uomo ha sempre ritenuto fosse suo dovere obbedire alla legge di Dio, la legge di Dioche diventa la legge delle religioni
o viene utilizzata e mediata dalle religioni che si impossessano della voce di Dio,
sicchè alla fine Stato e Chiesa sono diventati un duplicato con tutta una serie di incastri, di proibizioni per consentire
all'uno e all'altro di essere soddisfatti, tranne poi nei paesi teocratici dove allora Stato e Chiesa sono una sola cosa e
si assiste nella storia a quello che poi sapete tutti.

Allora il problema della libertà per lo Spirito viene investito anche da quest'altro problema che è socio-religioso, e
dunque i margini sono veramente esigui per muoversi, al punto tale che, allora, le rivoluzioni devono cominciare
nel proprio privato.
Cosa significa il proprio privato? Non l'esclusione del pubblico, attenzione, il proprio privato significa che l'uomo
deve trasformarsi, sapendo che in siffatto modo egli potrà agire sulla trasformazione sociale, altrimenti è
inutile che io voglia trasformare la società se, però, resto indietro di 100 anni;
non avrebbe senso una legge proiettata nel futuro, le leggi seguono storicamente i processi del presente;
a volte si può anche anticipare una programmazione, ma parliamo delle leggi e la legislazione segue storicamente
il processo di evoluzione del mondo, nel cui interno i vari Stati seguono.
Ecco perchè poi questi fra loro non vanno d'accordo, perchè ci sono Stati che sono più indietro ed altri più avanti, ed
allora diventa difficile la coabitazione e quindi sorge l'intolleranza.
Allora in questo senso la lotta dell'anima o dello Spirito diventa una lotta di diritti: io devo acquistare i miei diritti
personali e devo svincolarmi dall'irrazionalismo
intendendo come irrazionalismo l'insieme di tutte le norme che si
vogliono far diventare sociali partendo da una ipotesi che è l'ipotesi del divino.


L'ipotesi del divino non è percorribile, perchè nessuno di voi lo sa se veramente Dio c'è o non c'è, e dunque è comunque
una ipotesi che ha un aspetto culturale ma che non può essere impostata; tu non puoi impormi di credere in Dio
se tu Dio non me lo mostri, tu mi devi mostrare Dio e siccome c'è una impossibilità di mostrare Dio ciò toglie liceità
all'ordinamento ed al comando.
Io non posso parlarti di un re quando non c'è la monarchia, diventa utopico tutto questo, ma è quanto è accaduto e
continua ad accadere sulla vostra Terra, per cui voi nominate qualcosa che appartiene al regno dell'interiorità, non
dell'esteriorità, perchè Dio certamente esiste, ma è presente nella vostra ricerca, è presente nella vostra struttura
ontologica, nella vostra sistemazione interna che alla fine può diventare anche la vostra fede, ma è un inviluppo di
realtà intime soggetive che non possono costituire oggetto di normativa, perchè sono il culmine di una ricerca che è
individuale......"


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Edited by Scharden - 1/3/2011, 23:08
 
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Scharden
view post Posted on 1/3/2011, 23:08




"....Noi possiamo dire che Cristo fu un innovatore per la qualità delle cose che ha detto ma non per
le cose che ha fatto, perchè le cose che ha fatto le hanno fatte tanti.
Quando Cristo moriva in croce altre centinaia e centinaia di individui morivano crocefissi dai romani,
e tra questi anche profeti e falsi profeti, man mano che la dura legge romana si imponeva, quindi
il Cristo non è tale perchè è stato crocefisso, ma perchè direi miracolosamente, gli
uomini hanno sentito di poter condividere un messaggio, perchè questo messaggio è andato ad
innestarsi sul tronco della interiorità rendendo possibile ed accettabile un principio
, ma sono tutte
operazioni che gli uomini hanno fatto singolarmente verso Cristo, verso Maometto, Krisna o altri.

Ognuno ha aderito al suo Dio, ma come operazione personale, che non autorizza a parlare in nome
di un Dio, ma soltanto in nome di se stesso.
Io ho fatto questa esperienza e quindi ho trovato Dio come percorso individuale.

Il percorso individuale tra l'altro corrisponde al principio dell'Universo, ogni Spirito è un essere individuale,
ogni Spirito è solo con se stesso ed è una essenza unica.


Allora se partiamo sempre dall'origine noi vediamo che i problemi li risolviamo, ma dobbiamo partire dall'origine,
dalle premesse, allora accettiamo che ogni essere spirituale è un essere singolare ed è se stesso e basta,
e non fa parte di una sommatoria perchè è un soggetto pensante, intelligente, è operante, è un
soggetto in evoluzione, in accrescimento, ha il principio della vita, è eterno, è infinito, dunque ogni essere è unico,
e nessuno è un altro, che è una cosa diversa dall'affermare ognuno simile ad una altro: ognuno è se stesso.

A questo principio vogliamo dare un significato anche sulla Terra, e dobbiamo credere in questa premessa,
perchè se crediamo in questa premessa, che esiste una realtà immateriale- chiamata anima o Spirito o come vi pare-
che non è mentale, non è fisiologica, allora le conseguenze devono essere logiche e dobbiamo costruire tutto
un uomo in base a quella premessa.
Si può obbiettare che la premessa però non è dimostrabile: d'accordo, allora facciamo un altro ragionamento.

Gli uomini devono essere liberi o schiavi ?
Supponiamo di poter cancellare le filosofie ed i profeti e di metterci intorno ad un tavolo a discutere:
gli uomini devono essere liberi o schiavi ?
Qualcuno dirà: gli uomini devono essere liberi perchè gli uomini avvertono la pulsione della libertà, e poi perchè
anche la vita è personale e soggettiva.
Se anche abbandoniamo l'idea dell'anima tornando a quella della vita: allora la vita è la mia o la tua ?
Allora indipendentemente da una natura interiore, da una ontologia, da una sacralizzazione, da una metafisica,
la vita mi appartiene ? Credo si difficile rispondere: non ti appartiene.

Se la vita mi appartiene io continuo tutto il discorso, tal quale quello che ho fatto per l'esistenza dell'anima;
da questo punto di vista allora, se mi appartiene, io devo avere le mie quote di libertà, quindi devo essere libero.

Se optiamo per l'altra, gli uomini devono essere schiavi, allora bisognerà spiegare perchè gli uomini devono
essere schiavi, poi schiavi di chi, di altri uomini i quali però dovrebbero godere della libertà rispetto alla schiavitù ?
Ma in questa sutuazuine il concetto di giustizia dove lo mettiamo?
Se stabiliamo che comunque le regole degli uomini devono essere giuste, allora non deve esserci lo schiavo
e non deve esserci il padrone.
Allora, si, facciamo gli schiavi e padroni, però io faccio il padrone e tu lo schiavo, non io lo schiavo e tu il padrone,
allora con quale metro stabiliamo che io sia padrone e tu lo schiavo? A questo punto qualcuno potrebbe dire:
con il metodo della violenza, ma allora il metodo della violenza non dovrebbe portarci alla creazione di una
civiltà, dove la violenza viene espunta,, e noi per contrario della violenza intendiamo la giustizia.

Come vedete comunque voi iniziate il discorso ritornate sempre al principio della necessità della libertà nella giustizia,
che poi significa la libertà matura e la libertà matura significa che io ho il diritto di rivendicare tutte le mie quote di
libertà, ma contemporaneamente io devo rendermi disponibile nell'uso degli strumenti che fanno part di questa libertà,
cioè devo imparare tutte le operazioni del mondo ma sopratutto quelle di tipo morale, etiche (in questo caso, pubbliche),
affinchè poi ci sia sempre giustizia e la mia libertà non offenda nè annulli quella degli altri.

In questo modo lo Spirito risolve anche il problema del rispetto che deve non soltanto agli uomini in quanto a lui estranei,
ma anche agli altri Spiriti che si sono incarnati per lui, perchè questa è la legge.

Lo Spirito nell'incarnarsi sa che non deve impedire alle altre migliaia di Spiriti che in quel momento si stanno incarnando
di poter esplicare la stessa libertà e lo stesso progetto di vita, perchè si tratta di esseri spirituali che hanno gli stessi
diritti-doveri nel momento dell'incarnazione, e perseguono lo stesso fine che è quello dell'acquisizione dell'esperienza,
della maturità, della conoscenza, perchè questo è il motivo per cui vengono sulla Terra, e quindi allora, a questo punto,
tutto il mosaico si ricompone, perchè ciascuno vive la sua vita di trasformazione, la sua vita di modifica,
di miglioramento del proprio stile interiore, della propria conoscenza interiore, l'arricchimento quindi dell'esperienza
più che del sapere, perchè questo fa parte del progetto.

Lo Spirito viene per sperimentare e conoscere, non viene solo per vivere............"



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Edited by Scharden - 2/3/2011, 18:39
 
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Scharden
view post Posted on 2/3/2011, 18:39




"....perchè lui è già vivente, non ha bisogno della vita, ma di sperimentare questo tipo
di vita con tutta l'organizzazione e le conseguenze che ne derivano.
Ecco che allora da tutto questo tipo di libertà di cui abbiamo parlato poi si arriva al concetto vero
di democrazia, la quale consiste appunto nel rispetto delle altrui idee etc....
ma qui cominci un altro nuovo intoppo, passando dal personale al collettivo.

La democrazia significa dare diritto a tutti di esprimere le proprie idee. M a tutti chi ?
Anche a quelli che non hanno gli strumenti ?


E quelli che non hanno gli strumenti che cosa potranno mai dirci che noi si debba ascoltarli?

Ma la democrazia prevede comunque il diritto di ascoltare le minoranze, e questo è giusto, ma lo è
è anche quando le minoranze vogliono sovvertire lo steso ordine della democrazia?


Questo è stato un grosso problema per i filosofi e per coloro che si occupano di filosofia politica:
io ti lascio la libertà come cittadino con le leggi e tutto, ma tu che fai, questa libertà la vuoi usare per sovvertire
l'ordine della libertà?

Non mi sta più bene così, perchè se questa libertà dello Stato la abbiamo conquistata a prezzo di rivoluzioni e di morti,
tu non puoi nella tua minoranza, sovvertire un principio che è diventato un principio sacrale, quindi tu non puoi più
parlare, io te lo devo impedire. E allora...... Vedete quanti aspetti prende la libertà e nella democrazia di quante cose
bisogna stare attenti affinchè non si perda?

Le minoranze hanno diritto di esprimere liberamente il proprio pensiero: io distinguerei tra chi ne abbia il diritto e chi
non ne abbia, nel pubblico almeno, ma questo poi anche nel privato, perchè poi accade che le famiglie sono vessate da
persone assolutamente inette che nella vita non hanno mai fatto nulla per modificarsi, per conoscere, per capire, che
semplicemente impongono la loro forza creando sofferenza all'interno di tali famiglie.

E qui si aprirebbe un altro grande capitolo di discorso ma se per un aspetto della democrazia bisogna rispettare
comunque le opinioni di tutti, allora i limiti devono essere questi:

non devono sovvertire i principi fondamentali della libertà e di quelli che scaturiscono dalla libertà, come, per esempio
una giustizia uguale per tutti, delle regole tra l'uomo che nasce e la società che lo accoglie e gli dà' quindi in cambio
lavoro, scuola, cultura, conoscenza, gli dà insomma gli strumenti attraverso tutta la sua variegata organizzazione.


Allora come vedete anche la democrazia la più avanzata possibile deve crearsi gli strumenti di difesa, perchè l'uomo
tende sempre ad arretrare per certi aspetti, specialmente quando non riesce ad evolversi, ed allora cerca di ritornare
un'altra volta alle sue fasi "infantili", quindi alla proibizione, quindi al conservatorismo, quindi all'incapacità di andare
avanti, e cerca di arrestare nel suo cammino anche gli altri che entrano nella sua sfera di azione.

Quindi l'uomo, da questo punto di vista, essendo anche un'anima, ha l'obbligo morale di cercare la sua evoluzione,
cioè di cercare la propria anima.
Questo è un obbligo morale, perchè è il solo motivo per cui sta sulla Terra: non vi sta per vivere, ma per conoscere:
questo obbligo è sacro.
Le anime tornano più volte sulla Terra perchè vengono meno a questo obbligo, perchè una volta incarnate subiscono
l'influenza del corpo, come addormentandosi e non riescono più ad imporre il proprio programma, a vedere ed a capire....."


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Edited by Scharden - 4/3/2011, 19:14
 
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Scharden
view post Posted on 3/3/2011, 19:19




...."Questo significa anche la necessità di una scuola diversa, una scuola che istruisca i propri
giovani al principio di libertà, al principio di evoluzione, al principio di creatività, di accrescimento; ma le
scuole non sono fatte così, le scuole sono create per l'obbedienza, non sono create per l'evoluzione, sono
create per la conoscenza didattica, non la conoscenza della vita;

le famiglie tendono a far sopravvivere i figli, a dargli sicurezza, non a sperimentare anche i rischi ed i pericoli della vita,
è insomma tutto un pullulare, è un fenomeno di attività piuttosto conservatrici.

I genitori hanno paura, le scuole hanno paura, i ragazzi ovviamente diventano paurosi, non osano, non sfidano,
almeno fino ad una certa età. Poi comincia la sfida e sotto la pulsione di un'anima non ancora del tutto codificata
cominciano i conflitti tra le generazioni.
;

il motivo è questo, i giovani si sono sempre ribellati perchè hanno giocato le ultime della propria anima nel principio
di libertà, e poi si sono arresi sotto la spinta di necessità, di condizioni particolari di vita, di mancanza di occasioni, di abulia,
di stanchezza, di incapacità di usare gli strumenti, etc.....

Oggi voi vi trovate di fronte nuovamente al principio della libertà e ai principi della libertà, e non sapete che fare, ma oggi
voi pagate gli errori, ma più che errori voi pagate l'abulia, perchè se avete governi totalitari, se avete economie
totalitarie, se avete stati imperialisti apparentemente democratici, o anche democratici ma contemporaneamente
imperialisti, se avete stati poveri che devono subire tutto questo, dipende dal fatto che gli uomini sono rimasti
immaturi e non sono riusciti mai a rivoluzionare il proprio sistema di vita, perchè all'uomo non è stato mai detto che
la vita è propria, e non appartiene a nessun altro, salvo i doveri verso Cesare.


Questo principio è un principio che divide il pubblico e il privato.
Nel privato devi crescere affinchè il pubblico diventi conseguenziale a tutto questo, ma l'impedimento viene dal fatto
che i poteri sono poteri economici , ed essendo economici rendono la vita dura anche alle volontà più aperte
e più desiderose di cambiamento e di trasformazione"



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Edited by Scharden - 4/3/2011, 19:59
 
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Scharden
view post Posted on 4/3/2011, 19:59




"...E' necessario un percorso a tappe che attraverso un lavoro introduttivo di auto analisi
porti con la volontà e con il coraggio dell'azione a quello che sarà il vero e proprio cambiamento.

"Poichè io sono qui sulla Terra e poichè sono un vivente, che cosa debbo fare?"

Per ognuno, l'istanza filosofica, sia pure elementare, è assolutamente necessaria e partendo da un
minimo di autoanalisi, sopratutto perchè la vita dell'uomo è quasi sempre una vita infelice, di
bisogni insoddisfatti, desideri, incontri sbagliati, delusioni.

Accade a tutti questo, però se si fanno delle riflessioni, delle meditazioni su tutto questo, e ci si comincia
a domandare in che cosa una persona è sbagliata, per esempio se soffre, che cos'è che non va, gli errori
compiuti e come si possono riparare, culture sbagliate, religioni sbagliate, e come riparare, quali sono le risorse
che ho, i libri, gli amici, le conoscenze, la riflessione, parlare con chi sa, ed è una gamma che va dai libri allo
psicologo all'amico alla lettura, all'osservazione degli altri.

Se una persona fa tutte queste cose per poter capire dov'è che è sbagliato, stà già facendo un lavoro introduttivo,
dopo del quale, se il lavoro è stato sufficientemente corretto, arriva la volontà di volere iniziare un percorso
di cambiamento.

Arriva la volontà, ma la volontà deve essere accompagnata da atti di coraggio perchè non sempre ci si può
trasformare rispettando tutto ciò che è intorno, ed allora l'atto di coraggio consiste nel fare delle scelte:
all'inizio possono essere opzioni piccole, anzi sicuramente piccole, allora si cerca di agire sul proprio carattere,
sul proprio comportamento, sui propri desideri, si fanno venire fuori alcuni bisogni e si cerca di esaudirli,
insomma praticamente la trasformazione è un vero e proprio laboratorio che si deve aprire, e quando
si attiva allora si stabiliscono le cose che ci dovranno stare e quelle che no, quello che bisognerà buttare dalla
finestra e quello da far rientrare dalla porta principale.

Questo lavoro, un vero e proprio lavoro, pian piano recupera la dimensione del desiderio, che è la dimensione che viene
dall'anima, e allora volontà e desiderio diventano due molle potentissime per accelerare tutto il lavoro.

Voi di tempo non è che ne avete tanto, ma non voi personalmente, voi viventi nonne avete tanto, anche perchè
purtroppo voi queste riflessioni le cominciate a fare a metà della vita, se non addirittura più avanti ancora,
tutto vi è sembrato possibile fino a poco prima (l'incontro giusto, il compagno o la compagna giusta, la moglie,
il marito giusto, il lavoro giusto) per cui non riuscite a trovare un ritmi di riflessione adeguato, e camminate un pò
alla giornata;
poi ad un certo punto vi accorgete che le cose non funzionano, non vanno, che vi mancano delle parti importanti,
essenziali, possono essere relazioni di affetto, possono essere problemi economici, problemi familiari,
sofferenze fisiche, tante cose, ma quando si diventa un'unità pensante, e programmate la conoscenza all'osservazione
del mondo, anche tutti gli aspetti negativi cominciano a passare in secondo piano perchè si stà irrobustendo una
forza interiore che diventa una direzione, un percorso
.

Qundo questo percorso si identifica nella vostra coscienza come la cosa da fare, la cosa giusta e logica per ciascuno
individualmente da fare, allora si è ritornati alla propria vera libertà di scelta, si è recuperata la propria dimensione,
e sopratutto il proprio programma, perchè sicuramente quel complesso di desideri che si realizzano sono il programma
in pratica"



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Edited by Scharden - 5/3/2011, 19:30
 
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Scharden
view post Posted on 5/3/2011, 19:29




"....Certo, in tutto questo lavoro si può anche sbagliare e, perchè no, forse si deve anche sbagliare,
si sbaglia e ci si corregge, si prova e si riprova.
E' un lavoro di correzione continua di se stessi, e quasi sempre per migliorare il risultato, non accontentarsi mai dei
primi risultati.
La vita è un esercizio, è una prova di esistenza. Lo Spirito viene in Terra per una prova di esistenza in una condizione
diversa da quella sua propria naturale di spirito
. Quindi è un percorso sperimentale, tutta l'esistenza deve essere
sperimentale, allora ha un senso, ma avrebbe un senso, vi ripeto, anche se non esistesse l'anima, perchè il contrario
di una vita sperimentale è una vita conservatrice vegetale, praticamente, e quindi è anche il buon senso a dirvelo,
non è necessario essere dei personaggi entro una religiosità, il cercare continuamente un Dio che poi non sapete
dove trovarlo: voglio dire che la vita ha la sua sacralità nell'essere un percorso sperimentale.

Se gli togliete questa funzione gli avete tolto tutto: gli esseri vivono come vegetali, fanno le stesse cose dal mattino
alla sera per anni e anni, non cambiano in niente, non sperimentano niente, non si muovono di un passo in più
di quello che hanno, e allora la vita rallenta, si placa, si addormenta, la sperimentazione finisce e l'essere va inconto
alla morte, perchè l'anima non trova più il senso dell'esistenza.

La maggior parte di voi esseri umani muore senza aver sviluppato tutte le proprie risorse: poteva fare tanto altro
e non lo ha fatto.

Molti possiedono strumenti preziosissimi e non lo sanno, qualità nascoste che non verranno mai alla luce:
le qualità vengono a luce soltanto se voi le provate e riprovate etutto quello che è possibile fare lungo l'arco della vita,
secondo la propria evoluzione ( è chiaro che poi diventa secondo le proprie possibilità per conseguenza);

entro quest'arco dovete esplicare tutto il possibile, sia pure nel rispetto della norma generale che una civiltà si è data.

Quindi partire dalla riflessione su se stessi, sommuovendo la propria volontà, muoversi, essere attivi è l'inizio di quella
rivoluzione generale personale.

E' il risveglio, per cui dovremmo proprie dire: risvegliatevi da questo lungo sonno della vita,.... risvegliatevi,
ma questo non accade.

E' per ciò che poi le religioni hanno cercato di addormentare questa volontà, per rendere obbediente l'uomo al Dio, ma
poi in realtà per renderlo obbediente alle religioni.
Ma renderlo obbediente a Dio aprirebbe un nuovo discorso: ma gli uomini devono obbedire Dio?

Ma.... quale Dio?


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Edited by Scharden - 6/3/2011, 18:26
 
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Scharden
view post Posted on 6/3/2011, 19:13




"....Quale DIO ?

Lo Spirito non se lo pone il problema.
Lo Spirito è naturalmente in Dio e perciò è per natura un essere divino, quindi segue - e non
può non seguirla - la Sua Legge di vita che contiene tutte le prescrizioni, la prima delle quali
è la libertà nell'evoluzione, e dunque lo Spirito è naturalmente libero.

Allora se Dio l'ha reso libero, l'ha reso libero anche di negarlo, ed è quanto accade naturalmente, ma
lo Spirito non può negare Dio se non in brevi momenti della sua riflessione, perchè poi si accorge
che è lui stesso una natura divina, e non può negare Dio negando se stesso e non può negare
se stesso accettando Dio.

Allora Dio e lo Spirito diventano in questa situazione veramente padre e figlio,
questa filiazione che rende lo Spirito sempre consapevole di essere una natura divina, o di essere quella natura
essenziale del principio di esistenza simile alla natura essenziale di Dio.

Lo Spirito sa che lavorando su stesso conosce anche il divino che è in se stesso, e questo deve riflettere lo
stesso principio che si stabilizza in Dio: anche Dio "pensa"in se stesso, anche Dio autogenera il
pensiero attivo, anche se qui usare il termine pensiero è totalmente improprio perchè il pensiero è
qualcosa della mente, ma non saprei come farvi capire, quindi il proprio essere cioè il proprio esistere che si espande in un
senso cognitivo, in un senso creativo, in un senso emanante.
Diventa difficile fare la distinzione tra lo Spirito e Dio:
Dio è l'origine dello Spirito, ma "essere" l'origine è ambivalente, può significare una esistenza vera nel senso autonomo
di un vero, di una esistenza vera, e mai come in questo caso il paradosso funziona, perchè nella realtà nessuno di
noi (Spirito) ha mai visto Dio, ed allora in questa situazione, che apparirebbe paradossale agli occhi di chiunque,
se anche noi potessimo non essere in grado di individuare Dio, come potreste essere in grado voi di prescrivere la
volontà di Dio agli uomini ?

Francamente è un utopia e una impossibilità proprio sul piano concettuale.

La nostra natura (Spirito) non potrebbe essere quella che è se non esistesse la fonte generatrice, verso la quale
poi tutti convergono; quindi c'è un punto di partenza unico e c'è un finale di convergenza che anche questo è unico:

tutto il numero infinito di Spiriti converge sempre dentro se stesso verso questo stesso punto di origine.

In qualche misura non c'è un punto di arrivo e sapete perchè ? Perchè ritorniamo sempre all'origine,
allora non c'è un arrivo, ma questo praticamente è incomprensibile all'uomo.


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Edited by Scharden - 8/3/2011, 00:11
 
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Scharden
view post Posted on 8/3/2011, 00:10




"...Il vostro viaggio è un viaggio che dovete fare in voi stessi, e dal di fuori
nessuno può menomare la vostra libertà di fare il viaggio come vi pare e piace,
ma lo dovete fare, perchè un vostro dovere sacrale, senza il quale la vostra esistenza
sarebbe senza significato; è un viaggio che siete obbligati a fare, proprio perchè
liberamente avete scelto la vita e adesso obbligatoriamente dovreste cercare il viaggio.

Se non lo fate secondo i cattolici andreste all'inferno, secondo noi semplicemente vi
costringete un'altra volta a ripercorrere l'esperienza e a ritornare un'altra volta.

E' un dovere verso la propria anima, verso la legge dello Spirito, verso la legge di Dio,
che tutti dovrebbero sentire.... ma poichè non tutti sentono, per il risveglio, a volte è necessario
che suonino le trombe: le tante occasioni, della vita, i dolori, la cultura, le letture, gli amici,
l'impegno, il senso di riscoprire la propria natura interiore, i bisogni, i desideri....

La vita deve essere un atto di riflessione, dovete continuamente interrogarvi, se manca la
domanda cade la filosofia.

La filosofia non è altro che un numero incredibilmente alto di domande alle quali il filosofo può
anche non saper rispondere, ma ha l'obbligo morale di porre le domande, poi ciascuno risponde
a modo suo, e c'è chi è più logico e chi meno, c'è chi sembra essere più vicino alla verità e chi no,
ma qual'è la verità ? Esiste forse una verità ?
Da come vi stiamo esponendo le cose vi potete mai fare un'idea di quale sia la vera verità ?

Non si sa qual'è la verità, ogni discoprimento di sé è verità,
naturalmente accompagnato dall'atto intuitivo che elabora, che costringe anche all'azione,
perché l'esperienza significa e implica necessariamente l'azione, non la teorizzazione ma l'azione.

Ecco perché l'azione sociale e l'azione sul proprio corpo e sulla propria mente diventano i motori
della vita attiva ed è questo il modello dell'esistenza.




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Edited by Sherry76 - 8/3/2011, 06:20
 
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20 replies since 24/2/2011, 10:42   507 views
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