Sherry76 |
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| Allora una sacerdotessa disse: "Parlaci della preghiera". Ed egli rispose dicendo: "Voi pregate nella sofferenza e nel bisogno; ma dovreste pregare anche nella pienezza della gioia e nei giorni dell'abbondanza.
Poiché cos'è la preghiera se non l'espansione di voi stessi nell'etere vivente? E se è per voi conforto versare il vostro buio nell'aria, è anche vostra delizia versare fuori l'alba del vostro cuore. E se non potete fare a meno di piangere quando l'anima vi chiama a pregare, essa dovrebbe spingervi ancora e ancora attraverso le lacrime, fino al giungere del sorriso. Quando pregate vi sollevate per incontrare nell'aria tutti coloro che pregano in quel momento, e coloro che non potete incontrare se non in preghiera.
Perciò fate che la vostra visita a quel tempio invisibile non sia che estasi e dolce comunione. Perché se entrate nel tempio con nessun altro proposito che chiedere, non riceverete. E se entrate per umiliarvi non sarete innalzati.
E se entrate per chiedere il bene di altri, non sarete ascoltati.
E' sufficiente che entriate nel tempio invisibile.
Non posso insegnarvi come pregare in parole. Dio non ascolta le parole se non quando le pronuncia egli stesso attraverso le vostre labbra. E non posso insegnarvi la preghiera dei mari e delle foreste e delle montagne.
Ma voi che siete nati dalle montagne e dalle foreste e dai mari potete trovare la loro preghiera nei vostri cuori. E se solo ascoltante nell'aria ferma della notte udrete dire in silenzio: "Padre nostro, che sei il nostro essere alato, è il tuo volere che in noi vuole. E' il tuo desiderio che in noi desidera. E' il tuo impeto che trasforma le nostre notti, che sono tue, in giorni, ugualmente tuoi. Nulla possiamo chiederti, perché conosci i nostri bisogni prima che sorgano. Tu sei il nostro bisogno; e nel darci più di te stesso tu ci dai tutto." Kahil Gibran, Il profeta, ed. RL, pp. 57; 59
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