I BAMBINI E LA MORTE

« Older   Newer »
  Share  
Sherry76
view post Posted on 10/8/2012, 06:35




In questi giorni mio figlio Leonardo di quasi 6 anni mi chiede della morte.... ripetendomi questa frase: "Quando diventerò molto vecchio una volta morto ritornerò a vivere?"

ho trovato uno scritto in Rete molto interessante per l'educazione emotiva dei nostri bambini... e vorrei commentarlo insieme a voi:

Il bambino e la morte di una persona cara

Se un componente della vostra famiglia o qualcuno che vive con voi sta per morire, si prospetta purtroppo un periodo estremamente delicato sia per voi sia per i vostri figli. Le cose che il bambino non conosce lo spaventano ed è proprio per questo motivo che è importante rispondere alle sue domande e dedicare tempo ad ascoltarlo.
Avere un atteggiamento onesto e sincero nei suoi confronti spiegandogli chiaramente quello che sta accadendo è fondamentale, non va dimenticato che anche il bambino ha bisogno di affrontare e gestire il suo dolore.
Generalmente si pensa che un bambino non sia ancora in grado di comprendere appieno il concetto della morte, oppure si pensa che sia per lui un dolore troppo grande da sopportare, per questo si sarebbe automaticamente portati a cercare di proteggerlo. In realtà, i bambini sono in grado di comprendere benissimo il concetto della morte, se viene loro spiegato adeguatamente in base all’età, altrettanto bene sanno gestire la situazione, spesso molto meglio degli adulti.
Ciò che il bambino è in grado di capire della morte, dipende dalla sua età, dalle sue caratteristiche personali e dalla relazione che aveva con la persona che sta per morire.
I bambini più piccoli si sentono generalmente molto confusi e non comprendono del tutto ciò che sta accadendo, hanno bisogno di essere rassicurati, abbracciati, baciati e coccolati.
I bambini tra i 3 ed i 5 anni vedono la morte come una partenza momentanea e pensano che la persona morta tornerà. Sono generalmente abituati a guardare cartoni animati in cui il loro eroe viene fatto scoppiare in mille pezzi, viene schiacciato o cade in un burrone, ma dopo due secondi ricompare miracolosamente vivo e pronto per nuove avventure. Quando tuttavia la morte li interessa da vicino, vivono intensamente la perdita, vivono intensamente il dolore perché sono già in grado di capire che cosa sia la sofferenza. I bambini intorno ai 5 anni si mostrano spesso incuriositi dagli aspetti fisici e biologici della morte.

I bambini tra i 7 e gli 8 anni hanno un’idea più realistica della morte, uno dei problemi maggiori è dato dal fatto che non sono in grado di capire e identificare le loro emozioni. Potrebbero regredire in abilità precedentemente acquisite e diventare aggressivi con i compagni o sfogare la loro aggressività verso giocattoli e altri oggetti. Di solito esprimono interessamento per quegli aspetti che riguardano i funerali ed il rito della sepoltura.

I bambini tra gli 8 e gli 11 anni vedono la morte come la fine delle funzioni vitali, per esempio come assenza di respiro o assenza di battito cardiaco. Anche a questa età i bambini non sanno riconoscere in modo chiaro le emozioni che provano e potrebbero esprimere rabbia e dolore con i compagni o con i familiari attraverso comportamenti aggressivi o tipici di quando erano più piccoli.

I bambini dagli 11 anni in su sono in grado di comprendere la morte in termini adulti, vanno pertanto trattati come tali, ricordando che spesso hanno difficoltà a gestire ed esprimere le proprie emozioni, proprio come accade per gli adulti.
E’ essenziale che diciate sempre la verità al bambino su quanto sta accadendo, anche nel caso che si mostri arrabbiato o indispettito quando iniziate a parlargliene. I bambini più piccoli possono essere spaventati dall’idea di aver potuto in qualche modo causare la morte della persona cara con i propri pensieri o per essersi arrabbiati in qualche momento, rassicurate vostro figlio dicendogli che la morte non è assolutamente in relazione con lui.
Il bambino può essere molto preoccupato ed impaurito dall’idea che qualcun altro della sua famiglia potrebbe morire o dall’idea che se perde uno dei genitori potrebbe perdere anche l’altro.
Nell’affrontare con il bambino questo argomento è importante fargli capire che non è la morte in sé, in quanto evento fisico, ciò che ci fa stare male, ma che piangiamo e manifestiamo il nostro dolore perché è la fine di una relazione speciale che ci rende estremamente tristi.
I bambini dovrebbero essere incoraggiati ad esprimere liberamente le proprie emozioni e a piangere. Il pianto, infatti, non rappresenta unicamente la manifestazione di un’emozione, ma stimola la produzione di sostanze chimiche che agiscono da fattore calmante.
Piangere è importante in uguale misura sia per i bambini sia per le bambine.
I bambini possono essere aiutati a comprendere la morte attraverso l’osservazione di quello che succede quando è un animale a morire, considerando il fatto che non è più vivo, non respira più, non mangia più, non soffre, se ne è andato per sempre e non tornerà più. Dire che qualcuno sta per morire, invece che dargli la notizia della morte quando è avvenuta, rende l’evento meno drammatico per il bambino. Favorisce, infatti, l’accettazione della morte nel momento in cui accadrà realmente e permette al bambino di cominciare pian piano a sperimentare il suo dolore.
Essere informato dell’inevitabilità dell’evento prima che accada gli permette inoltre di avere a disposizione del tempo prezioso da trascorrere con la persona che sta per morire, per chiarirsi o risolvere qualsiasi cosa sia rimasta sospesa. Dà infine al bambino la possibilità di salutare la persona prima che muoia.

Il funerale

In quanto componente della famiglia, il bambino dovrebbe partecipare a tutte le occasioni importanti che si presentano, incluse quelle tristi. Per favorire l’accettazione della perdita di una persona cara e l’espressione del dolore che ne consegue, il bambino dovrebbe partecipare al funerale. Essere presente alla cerimonia lo aiuta a rendersi conto di quello che è successo.
Non va dimenticato che anche i bambini hanno bisogno di fare i conti con la propria sofferenza, provano le stesse emozioni degli adulti e hanno lo stesso bisogno di comprendere chiaramente la situazione. Se non viene informato dell’accaduto, un bambino può pensare di non essere abbastanza importante. I bambini dovrebbero essere incoraggiati a partecipare al funerale, ma mai forzati a farlo.
Hanno bisogno di sapere che cosa accadrà durante la cerimonia, devono poter esprimere il proprio parere, anche su decisioni pratiche e scegliere il modo che ritengono migliore per salutare la persona cara, per esempio con qualche disegno o regalo che desiderano metterle vicino. Partecipare in prima persona, magari affidandogli un compito specifico come portare un fiore o una candela, lo farà sentire parte importante della famiglia e aiuterà il bambino a rendersi conto che non è lasciato solo a dover gestire la perdita. Durante il funerale potrebbe aver bisogno della vicinanza e del supporto di qualcuno cui è molto legato, che possa condividere la sua sofferenza. E’ molto meglio che stia con la sua famiglia piuttosto che essere allontanato e mandato da qualche parte (per esempio da amici) in un momento così delicato.
Il superamento positivo di questa situazione è favorito dall’avere un adulto vicino che gli possa garantire affetto e comprensione e che gli permetta di esprimere la sua sofferenza e le sue emozioni. Non sempre per i bambini questo può essere semplice, possono sentirsi intimiditi ed imbarazzati, avere timori e pensieri che non riescono a manifestare apertamente. Incoraggiate il bambino a parlare della persona che sta morendo, di tutti i momenti felici e meno felici che hanno passato insieme. Come accennato, può presentarsi la necessità di rassicurare il bambino che la morte della persona cara non ha nulla a che vedere con lui, che tutte le persone muoiono, che lui ha fatto tutto quello che un buon figlio o nipote può fare. Sapere che anche voi sentite la mancanza della persona che non c’è più è molto utile al bambino, infatti, affrontare insieme questo momento ne renderà più facile il superamento rispetto al doverlo gestire ognuno per conto proprio.

Come i bambini esprimono il dolore

I bambini più piccoli possono essere molto confusi e non capire quello che sta succedendo. Dal momento che non hanno ancora raggiunto una completa padronanza del linguaggio, hanno difficoltà ad esprimere verbalmente le proprie emozioni, per questo manifestano il loro dolore e la loro sofferenza attraverso il comportamento. Possono mostrarsi più paurosi rispetto a prima nel momento in cui devono separarsi da uno dei genitori, specie quando devono andare a letto e dormire da soli. Possono volervi stare sempre appiccicati, succhiarsi il pollice, perdere appetito o avere comportamenti tipici di bambini più piccoli rispetto alla loro età. Il loro dolore può esprimersi anche giocando in maniera molto rumorosa, giocando “al funerale” o “alla morte”. Alcuni bambini sperimentano rabbia per l’accaduto e manifestano la sofferenza con comportamenti aggressivi e distruttivi o ridacchiando in maniera inappropriata in contesti che non lo prevedono. Altre manifestazioni tipiche di uno stato di sofferenza possono essere avere degli incubi, fare la pipì a letto, fare un sacco di capricci, andare male a scuola o avere comportamenti finalizzati a ricevere attenzione. Il bambino può anche arrivare a negare che la persona cara sia morta o ad avere manifestazioni fisiche ed emozionali in risposta alla situazione. Può manifestare rabbia per la perdita cercando di allontanare l’idea della persona morta o dicendo ad un genitore di odiarlo per aver lasciato che la persona cara morisse. Il bambino può sentirsi molto insicuro ed incapace di gestire le situazioni quotidiane, sentirsi in colpa e pensare che, se si fosse comportato meglio, forse questa persona per lui speciale non sarebbe morta. Può diventare molto pauroso ed essere terrorizzato se lui o qualcuno della famiglia si ammala perché teme che la conseguenza possa essere la morte.
Cosa dire e non dire al bambino
“La nonna è andata in Paradiso” o “Il papà è andato in cielo” sono entrambe espressioni difficili da capire per un bambino che ha appena visto una persona essere seppellita sotto terra.
“La mamma è partita per un lungo viaggio e starà via per molto tempo” è una evidente comunicazione falsa e per il bambino implica che la mamma prima o poi tornerà.
“Tua sorella si è addormentata in un sonno lungo e speciale” è una affermazione che potrebbe portare il bambino a sviluppare problemi di sonno.
“Il nonno è morto perché era ammalato” può portare il bambino ad avere idee erronee sull’ammalarsi e a preoccuparsi eccessivamente quando lui o altri stanno poco bene, anche per semplici malesseri. E’ meglio dire che il nonno non è morto perché era ammalato, ma perché alcune parti del suo corpo non funzionavano più bene ed il suo cuore ha smesso di battere.
“La nonna è andata all’ospedale ed è morta” è un’espressione che può provocare ansia per gli ospedali e l’idea che se qualcuno ci va poi muore. l “Sei l’uomo di casa adesso” investe il bambino di una eccessiva e completamente inappropriata responsabilità.

Meglio non mettere insieme teologia e medicina

Per esempio, “E’ la volontà di Dio” crea nel bambino immagini ed idee confusive di Dio. E’ meglio dire al bambino che la mamma è morta perché il suo corpo ha smesso di funzionare bene piuttosto che dirgli che la mamma è morta perché Dio l’ha voluta con sé in cielo. Dire al bambino “Papà era talmente meraviglioso che Dio l’ha voluto con sé in Paradiso”, non stimolerà il desiderio di comportarsi bene, ma favorirà in lui l’immagine di un Dio che strappa le persone speciali dalla vita di un bambino.
Permettete ai vostri bambini di esprimere liberamente le loro emozioni e parlate loro in maniera onesta e sincera, rassicurateli con il vostro affetto e supporto e condividete con loro il dolore, è questo il modo migliore per aiutarli a gestire i momenti di sofferenza.

FONTE
 
Top
Momosatya
view post Posted on 27/8/2012, 12:53




Io credo che bisogna insegnare ai propri figli che il corpo è destinato alla corruzzione del tempo, che quando un corpo ha esaurito la sua forza vitale si decompone per dare vita ad un corpo migliore e con più energia, che nulla finisce o muore ma è semplicemente un ritirarsi per poi riprendere il corso della vita eterna, che come i fiori l'uomo ha la sua stagione e che quando l'inverno spoglia il fiore dai petali aspetta la primavera per apparire in tutto il suo splendore e profumo.
Bisogna inculcare nel bambino non la paura dell'abbandono fisico ma il dolce pensiero che sempre tutto è in divenire. Ma prima di fare ciò bisogna che prima di tutto i genitori siano convinti loro di ciò che dicono, perchè il bambino percepisce il nostro dolore del distacco come una cosa brutta e ne hanno paura.
I pianti e la disperazione scavano profondi solchi nel loro animo indebolendo la parte magica della creazione, ecco perchè c'è tanta paura nel mondo, perchè nessuno parla mai della morte come un fatto naturale che riguarda solo il corpo e non certo la vita tutta.
Troppe volte vivono le nostre angosce personali, i nostri mutamenti di umore a secondo di ciò che noi viviamo e ciò li destabilizza.
Una madre e un padre sanno come interloquoire con loro spiegandogli la vita nei più piccoli dettagli perchè essi possano percepire che non sono mai soli e che la vita continua anche senza la forma che sono abituati a vedere.
Insegnateli che tutto è in evoluzione e che nulla è permanente sulla terra, ditegli che la terra è un luogo di passaggio dove le anime si incontrano per continuare a vivere i loro desderi, per unirsi alle persone che amano e sono amati e che sempre ameranno.
Il vostro amore li guiderà alla comprensione di tutto ciò.
 
Top
view post Posted on 13/4/2014, 19:53
Avatar

Group:
Member
Posts:
63,213
Location:
Taranto

Status:


CITAZIONE (Momosatya @ 27/8/2012, 13:53) 
Io credo che bisogna insegnare ai propri figli che il corpo è destinato alla corruzzione del tempo, che quando un corpo ha esaurito la sua forza vitale si decompone per dare vita ad un corpo migliore e con più energia, che nulla finisce o muore ma è semplicemente un ritirarsi per poi riprendere il corso della vita eterna, che come i fiori l'uomo ha la sua stagione e che quando l'inverno spoglia il fiore dai petali aspetta la primavera per apparire in tutto il suo splendore e profumo.
Bisogna inculcare nel bambino non la paura dell'abbandono fisico ma il dolce pensiero che sempre tutto è in divenire. Ma prima di fare ciò bisogna che prima di tutto i genitori siano convinti loro di ciò che dicono, perchè il bambino percepisce il nostro dolore del distacco come una cosa brutta e ne hanno paura.
I pianti e la disperazione scavano profondi solchi nel loro animo indebolendo la parte magica della creazione, ecco perchè c'è tanta paura nel mondo, perchè nessuno parla mai della morte come un fatto naturale che riguarda solo il corpo e non certo la vita tutta.
Troppe volte vivono le nostre angosce personali, i nostri mutamenti di umore a secondo di ciò che noi viviamo e ciò li destabilizza.
Una madre e un padre sanno come interloquoire con loro spiegandogli la vita nei più piccoli dettagli perchè essi possano percepire che non sono mai soli e che la vita continua anche senza la forma che sono abituati a vedere.
Insegnateli che tutto è in evoluzione e che nulla è permanente sulla terra, ditegli che la terra è un luogo di passaggio dove le anime si incontrano per continuare a vivere i loro desderi, per unirsi alle persone che amano e sono amati e che sempre ameranno.
Il vostro amore li guiderà alla comprensione di tutto ciò.
 
Web  Top
2 replies since 10/8/2012, 06:35   211 views
  Share