Il Suicidio

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Sherry76
view post Posted on 11/4/2013, 14:50




Ogni giorno giornali, internet, tv non fanno che presentarci l'ennesimo caso di suicidio dovuto alla disperazione, alla crisi, al lavoro che non c'è.

Invece di giudicare proviamo a vedere cosa ne pensano le entità spirituali di questo atto estremo.

"Un suicidio non è un programma. Lo Spirito - io dissi tanto tempo fa - nel momento in cui si incarna deve prendere degli impegni, che non è che siano impegni che debba necessariamente seguire, ma diciamo che nel progetto dell'incarnazione sono previste alcune cose che egli sa che non dovrebbe fare: tra queste naturalmente c'è l'omicidio e il suicidio. Nessuno viene col programma di uccidere, intendiamoci, tuttavia alcune inclinazioni spirituali, alcune modalità di vita spirituale possono creare il rischio che si diventi omicidi. Se una persona si incarna in una famiglia già strutturata in maniera delinquenziale, in cui già ci siano degli omicidi, in cui già la vita è ai limiti della legge o addirittura contro la legge e s'incarna in quella famiglia per fare un'esperienza, sa che potrebbe essere educato all'omicidio.
Lo sa e tuttavia tenta ugualmente di fare quell'esperienza. In questo senso diciamo che c'è la tendenza. Non è una tendenza all'omicidio; è una tendenza al rischio e così si può dire anche del suicidio. Se uno s'incarna in un soggetto psicologicamente instabile o in una famiglia psicologicamente instabile, in cui vi siano state già forme schizofreniche, forme depressive gravi, è molto probabile che da una coppia genitoriale così predisposta nasca un bambino naturalmente predisposto alla depressione, alla schizofrenia; e quindi il rischio suicida c'è implicitamente e questo lo Spirito lo sa e fa conto su queste cose per un suo progetto di esperienza. Lo Spirito può non saperle, queste cose. Quando s'incarna studia l'ambiente e sopratutto la possibilità che il suo corpo faccia o no certe cose e certamente non progetterà di diventare, che so io, un atleta olimpico sapendo di nascere in un corpo che con molta probabilità sarà deforme, ad esempio. E quindi quel programma di fare l'atleta olimpico non potrà sceglierselo. E così vale per molte esperienze.
"
(Tratto da CDA Comunicazioni dell'Entità A)

a voi la parola....



Edited by Sherry76 - 12/4/2013, 06:46
 
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Scharden
view post Posted on 12/4/2013, 01:10






Porre fine volontariamente alla propria esistenza è certamente un'atto estremo
la cui considerazione ci spinge certamente a riflettere. Comprendere quale sia la molla capace di spingere
fino a cosi tanto da andare oltre il proprio istinto.... credo possa proiettarci all'interno della nostra natura
allargando l'orizzonte nel sociale.... negli infiniti drammi cioè che mettono ognuno di noi alla prova.

In questo contesto l'aspetto spirituale non è secondario sia nel momento di scelta sia per le implicazioni
in ciò che sarà il dopo ed è in virtù di ciò che sarà il dopo, o perlomeno si pensa sia, molti fanno la scelta .
Farla finita ponendo fine a pesi insostenibili e il tentativo di ricongiungersi ai cari che ci lasciano sono le
disperate speranze che spingono a questi gesti.
Le guide ci danno testimonianza di ciò che è nel drammatico momento di scelta ma sopratutto in ciò che sarà il dopo,
nel momento in cui abbandonato il corpo lo spirito continuerà..

Nessuno è mai solo..e niente di ciò è più vero... proprio nel momento in cui si sceglie di sommare dramma al dramma.
E' nell'attimo che immediatamente precede il gesto del suicidio c'è sempre l'intervento di una forza, di una presenza che invisibile
cerca di fermarci. Un disperato ....cosa fai ? scuote l'anima ma....non basta quell'attimo..quando il gesto si compie.
Ognuno di noi ha un compagno invisibile: vegliante, angelo custode, guida....che ci accompagna e che, in momenti come
questi, urla tutta la sua presenza....nel disperato tentativo di fermare quell'attimo.

Ho seguito su cassetta la registrazione di una seduta a trance con una delle entità che maggiormente ha contribuito alla comprensione
della medianità spirituale di questi ultimi decenni e mia personale : l'entità A conosciuta con il nome di Andrea.
Bene, lo sviluppo delle sedute rappresentavano delle vere e proprie lezioni che a mò di didattica e per dare una profondità ancora più
importante vedevano la presenza come ospiti di entità che specificatamente potevano interagire con più efficacia su argomenti specifici.

Come spiegare meglio l'attimo del suicida se non facendo intervenire proprio lo spirito di un suicida ?

La pelle mi si accappona ancora nel solo ricordo ricordo di quelle parole, del dramma singhiozzato di quegli attimi estremi di indecisione,
di paure ma anche di determinazione, di quel .."cosa fai ?" sentito come un tuono che ti scuote l'anima e che per i capelli cerca di afferrarti
prima del tonfo finale.

E' un dramma terribile la scelta, sono drammatici i momenti in cui operativamente si cercherà di portarli a compimento ma...ancor più drammatici
saranno i momenti che seguiranno.

Interrompere una vita è un dramma per lo spirito. Per il buio e per la grande solitudine che dovrà patire sarà grande sofferenza che certamente
nulla avrà a che fare rispetto a quando incarnato.

E' questo che ci viene detto: Solitudine, buio e inquietudine saranno, per tempi indefiniti, il prezzo da pagare per questa terribile scelta.

Edited by Scharden - 12/4/2013, 11:49
 
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Jovanja
view post Posted on 13/4/2013, 15:24




Mi capita, sentendo notizie di persone disperate che come estremo rimedio alle paure della vita mettono fine alla loro esistenza, di chiedermi quanta solitudine abbiano patito per prendere quella decisione, quanta paura abbiano coltivato nel cuore e nella mente prima di arrivare a quel punto. La disperazione spesso si nasconde in piccoli gesti o piccole parole che tra le tante quotidiane si mimetizzano e diventano difficili da notarsi agli occhi di chi vive loro accanto. Penso al vuoto ed allo sconforto di chi resta ad assistere impotente allo svolgersi degli eventi collegati a tale gesto. Nella grande baraonda dei curiosi, dei pettegoli, degli approfittatori... quanto dolore raccoglie chi resta qui, vedovo, orfano, privato di un affetto o di un appoggio e con il problema causa del gesto ancora vivo nella loro realtà. Sapere che oltre questa vita non avranno conforto e la loro disperazione prosegue, diventa un peso ancora più grande che riempie il cuore di chi li ha amati in questa vita e non può darsi risposte ed a volte non sa farsi nemmeno le domande... Difficile poter essere di conforto.
 
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Scharden
view post Posted on 13/4/2013, 18:12




L'amico Marcello ha postato su facebook questo video dedicandolo a chi con questa decisione
ha deciso di porre fine alla propria vita..
Lo riporto qui.

 
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3 replies since 11/4/2013, 14:50   83 views
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