La sofferenza

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fratellobianco
view post Posted on 16/4/2014, 06:06




«Soffrire è sgradevole, ed è naturale voler mettere subito termine
alla sofferenza in qualsiasi modo.
Eppure, vi sono circostanze in cui sarebbe preferibile non sfuggire
sistematicamente alla sofferenza, ma cercare piuttosto
di attingere da essa delle forze per una vita nuova.
Sì, perché una delle proprietà della sofferenza è quella di risvegliare
nell’essere umano delle qualità che non si manifesterebbero
mai in altre condizioni.
Perciò, quando vi accade di soffrire fisicamente o moralmente,
dite a voi stessi che vi viene offerta un’occasione
per fare un grande lavoro su di voi.
Ovviamente, qui non sto parlando di certi dolori insopportabili
che necessitano dell’assunzione di farmaci,
ma di quei malesseri che si manifestano così frequentemente
nella vita quotidiana. Anziché cercare subito sollievo e oblio
attraverso pillole o altre sostanze, è preferibile cercare di approfittare
di quegli inconvenienti per mettersi al lavoro e rafforzarsi interiormente.
Ci riuscirete non rimanendo concentrati sulla vostra sofferenza,
ma sforzandovi tramite il pensiero di armonizzare tutto
nei vostri corpi, fisico, astrale e mentale.
Quando quel lavoro sarà terminato,
spesso constaterete che la vostra sofferenza è scomparsa
proprio perché, grazie al lavoro del pensiero, sarete riusciti a introdurre
l’armonia in tutto il vostro essere.»
Omraam Mikhaël Aïvanhov
 
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fratellobianco
view post Posted on 25/9/2014, 05:59




« È nella sofferenza e nella disgrazia che gli esseri umani si pongono il maggior numero di domande su Dio, sulla Sua esistenza e sulla Sua volontà. Si chiedono se Egli li ascolta, se risponderà alle loro preghiere, se verrà a soccorrerli; e spesso sono delusi di non ricevere risposta né aiuto. Perché? Perché pongono male la questione. Si esprimono come se Dio fosse un essere totalmente esterno a loro. Quando comprenderanno che Dio abita in loro, quali che siano le prove che staranno attraversando, continueranno a legarsi a Lui e sentiranno che Egli li illumina, li guida e li sostiene.
Chi soffre si sente spesso molto solo, abbandonato da tutti. Allora perché deve anche perdere, per negligenza e ignoranza, il solo aiuto, il solo vero conforto che possa ricevere? Quell'aiuto e quel conforto si trovano nella presenza in lui di Dio stesso. Quando egli prega, quando supplica, non si rivolge solo al Creatore del cielo e della terra, quell'Essere così lontano che è addirittura impossibile immaginare; egli si rivolge a una potenza che dimora nella sua anima e nel suo spirito e con la quale non deve mai perdere il contatto. »
Omraam Mikhaël Aïvanhov
 
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