LA VISTA DEL NEONATO

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Sherry76
TOPIC_ICON1  view post Posted on 11/2/2008, 19:46




LA VISTA DEL NEONATO

Alla nascita è paragonabile a quella di un miope ma con il passare dei mesi tutto diventa più nitido
Fino a qualche anno fa si pensava che, alla nascita, i bambini non potessero vedere niente e percepissero solo la luce e il buio. Oggi si sa che questo non è vero e che il neonato riesce a mettere a fuoco una distanza di circa 20-25 centimetri, una vista particolarmente adeguata alle sue attuali esigenze. Per ora infatti non gli serve vedere più in là: questa è la distanza che normalmente c’è tra i suoi occhi e il viso della mamma quando lo tiene in braccio o lo allatta, la persona che in assoluto lo rende tranquillo e appagato, che lo protegge e lo nutre.


Primo mese
Se guarda lontano tutto gli appare confuso. I suoi occhi non hanno ancora la capacità di focalizzare un oggetto a grande distanza, non lavorano all’unisono e capita che uno ruoti fuori dalla linea dell’altro provocando il cosiddetto “strabismo neonatale”: questo fenomeno però non deve preoccupare, perché scompare nelle successive settimane di vita, quando si sviluppa la prima visione binoculare e si rafforzano i muscoli che muovono e coordinano l’orientamento degli occhi.
In questo primo periodo inoltre il bebè preferisce le forme in movimento più che quelle statiche (è attratto dal contorno degli occhi e dalla bocca della mamma), le linee curve prima che quelle dritte (il seno della mamma), ama gli oggetti grandi e luminosi e predilige i forti contrasti di luce e ombra.
Il neonato dunque (per la perfetta predisposizione naturale!) vede ciò che ha bisogno di vedere e schiva la confusione che gli deriverebbe dal vedere cose che non avrebbero importanza per lui nei primi giorni di vita. Il bambino è tanto debole e indifeso da non avere interesse a una visione più ampia del mondo che lo circonda, ma fin dall’inizio deve avere un contatto visivo con la propria madre, uno sguardo che dà origine al profondo legame affettivo che si crea tra i due fin dal primo momento di vita. Per favorire lo sviluppo della facoltà visiva, la mamma può stimolare il piccolo quando lo allatta al seno o lo tiene in braccio, rivolgendo i suoi occhi verso quelli del piccolo, in questo modo viene a strutturarsi un gioco di sguardi essenziale oltre che per la vista per stimolare lo sviluppo mentale e affettivo.


Due-tre mesi
In questo periodo la capacità visiva del neonato aumenta molto rapidamente e il suo campo visivo si estende a 30-40 centimetri anche per una migliore mobilità della testa. Ora esplora con gli occhi lo spazio che lo circonda, sia persone che cose in movimento, si interessa alle diverse parti del volto umano, è attratto dalle tinte forti come il rosso, il blu e il verde e dalle luci intense. Ora è in grado di distinguere forme diverse e la coordinazione dei movimenti di entrambi gli occhi diventa sempre più stabile, rendendolo capace di fissare a lungo i volti e di riconoscere quello della mamma.

Quattro-sei mesi
Adesso gli occhi del bambino sono a metà del loro sviluppo. La visione dei colori è simile a quella degli adulti, riesce a vedere bene nel raggio di parecchi metri intorno a sé e la sua abilità di mettere a fuoco le immagini migliora sempre di più. Migliorano le sue capacità di coordinare vista e movimento, riesce a seguire con gli occhi gli oggetti in movimento, inizia ad afferrare gli oggetti e passa molto tempo ad osservarli tra le sue mani.
Riconosce perfettamente il viso dei genitori e dei familiari e sa distinguere anche le loro diverse espressioni.
In questo periodo, visto che il neonato sta nella porte-enfant o nel passeggino, è opportuno collocarlo ogni volta in un angolo diverso della casa, perché la modificazione dell’ambiente che lo circonda serve a stimolare il suo spirito di osservazione e tiene desta la sua attenzione.


Sette mesi-un anno
Il bambino acquisisce la padronanza dei movimenti oculari e del meccanismo di apertura e chiusura delle palpebre, e per questo analizza sempre più da vicino gli oggetti, esplorandoli con attenzione nei dettagli. Il passaggio dalla posizione sdraiata a quella seduta, dal muoversi strisciando sul ventre al gattonare e infine al raggiungimento della posizione eretta, gli consentono di migliorare le sue capacità di apprendimento grazie proprio alle aumentate competenze visive. A un anno le immagini gli appaiono con i contorni ben delineati e i colori ben definiti.

Due-sei anni
A due anni il bambino perfeziona la capacità di localizzare e mettere a fuoco i particolari delle cose e comincia ad indicare le cose lontane anche se parecchio distanti da lui e di piccole dimensioni.
Muovendosi e camminando sempre più agevolmente, sviluppa sempre meglio la percezione visiva dello spazio. Intorno ai tre, quattro anni si sviluppa la capacità di riuscire a dissociare i movimenti degli occhi da quelli della testa e il bambino è in grado di riconoscere facilmente e identificare correttamente le varie sfumature dei diversi colori.
Solo a sei anni, però, il processo di maturazione dell’occhio sarà completato e il bambino avrà la capacità di vedere bene i dieci decimi.




Fonte: GuidaGenitori.it
 
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chioccoli
view post Posted on 27/2/2008, 09:21




Una diagnosi precoce è importante perché offre la possibilità di correggere eventuali difetti di vista
Due milioni e mezzo di bambini italiani di età compresa tra i 4 e i 10 anni accusano arrossamenti agli occhi, affaticamento della vista o mal di testa nelle ore scolastiche. Eppure quasi un milione e mezzo di loro non si e' mai sottoposto a una visita oculistica. Sono i dati poco confortanti che emergono da una ricerca condotta dall'Istituto Piepoli e richiesta dalla Commissione difesa della vista, che ha evidenziato come, a una buona salute oculare corrisponda quasi sempre anche un buon rendimento scolastico.

Pochi controlli della vista in età infantile
Secondo lo studio, invece, il 30% dei bambini sottoposti a controlli accusa fastidi agli occhi, mentre il 20% dei genitori italiani non sottopone i propri figli ad una visita oculistica. Se non obbligatoriamente al momento della nascita, quando il medico che valuta lo stato di salute generale del neonato ha l’opportunità di verificare se il bambino presenta alterazioni morfologiche a livello dell’orbita, delle palpebre o del bulbo. L’accurato esame obiettivo, eseguito alla nascita, può rilevare subito la presenza di infezioni tipiche da parto o di anomalie che possono interessare l’occhio. Tuttavia i controlli non possono esaurirsi nella visita alla nascita, poiché è solo attraverso una accurata analisi durante la crescita che molti difetti visivi possono trovare una adeguata soluzione terapeutica. Nello stato americano del Kentucky, ad esempio, una Legge del 2000 che ha reso obbligatorio il controllo della vista nei piccoli che si apprestano ad entrare alle scuole elementari, ha reso possibile scoprire che quasi il 14% dei bambini visitati aveva bisogno di lenti correttive, il 3,4% soffriva di “occhio pigro”, il 2,3% era affetto da strabismo e lo 0,83% era stato colpito da altre patologie oculari. In Italia non esistono obblighi di controllo in tal senso ma rimane in ogni caso, il dovere di ogni genitore di tutelare nel migliore dei modi la salute del proprio figlio. Vediamo allora insieme quali sono i controlli necessari sin dalle prime ore di vita e quali i difetti che, se trascurati, possono generare problemi alla vista dei piccoli.

Lo strabismo dei bambini piccoli
Tutti i bambini alla nascita appaiono un po’ strabici. Lo strabismo in quest’età è quasi sempre determinato dalla particolare struttura del cranio e quindi delle orbite oculari. Detta “patologia” viene definita con il termine di “epicanto”. Con la crescita cambierà la morfologia del viso e quindi questo apparente strabismo tenderà a diminuire. Solo l’accertamento di particolari malformazioni può richiedere una visita oculistica con esame del fondo oculare nei primi giorni di vita.
La presenza di una familiarità per patologie oculari quali glaucoma congenito, cataratta congenita o retinoblastoma (tumore retinico altamente maligno) deve sempre porre il sospetto di una ereditarietà e quindi deve costituire un campanello di allarme. Bisogna ricordare che nei bambini prematuri, si può instaurare, a causa della somministrazione di alte quantità di ossigeno, una sofferenza retinica con anomalie vascolari di notevole rilievo clinico. Questi bambini dovranno essere sottoposti a controlli del fondo oculare molto accurati e sistematici.

Il controllo preventivo dei genitori
Dopo l’esame obiettivo eseguito dal personale medico e paramedico, l’esame quotidiano dei genitori costituisce il momento più importante per verificare l’integrità dell’apparato visivo. L’osservazione della motilità degli occhi e la valutazione dell’acuità visiva devono e possono essere eseguite dai genitori in ambito domestico valutando la capacità di distinguere i giochi, le persone e gli oggetti da parte del bimbo.
I primi anni di vita del bambino costituiscono il cosiddetto “periodo plastico”, momento cioè in cui la funzione visiva va formandosi. Particolari atteggiamenti del capo (ad esempio reclinato da un lato) o dell’occhio, devono essere subito diagnosticati e quindi coretti per ottenere dei buoni risultati finali.

Prima visita intorno ai 3 anni
In assenza di segni premonitori, tutti i bambini dovrebbero eseguire una visita oculistica a circa 3 anni, per valutare la presenza di difetti di vista (refrattivi) che possono passare inosservati agli occhi di un medico non specialista. La visione nel bambino deve essere valutata singolarmente per ogni occhio per essere certi che non esistano squilibri visivi. Oltre alla valutazione della visione è necessario esaminare l’integrità delle strutture anatomiche e valutare la motilità oculare con una visita ortottica che ha lo scopo di evidenziare la presenza di strabismi intermittenti o sindromi oculomotorie particolari. La presenza di difetti rifrattivi molto accentuati, quali miopia o astigmatismo, nei genitori deve sempre far sospettare una possibile e molto probabile ereditarietà.

L’utilità delle visite periodiche
I difetti visivi diagnosticati e trattati nei primi 6-7 anni di vita portano ad un successo terapeutico.
Il riscontro di un difetto di vista, quale miopia, ipermetropia ed astigmatismo e la sua entità giustificheranno la frequenza dei successivi controlli. In assenza di particolari problemi visivi il bambino deve eseguire controlli periodici con scadenza biennale per valutare quanto lo sviluppo sta influendo sull’apparato visivo. Con la crescita va aumentando l’impegno visivo del bambino. La prevenzione costituisce quindi il miglior modo per evitare che si instaurino quadri patologici come l’ “occhio pigro”.


da GuidaGenitori

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