Glossario di terminologia biblica

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Sherry76
view post Posted on 10/7/2009, 15:57




Alleanza. È una relazione-patto di solidarietà fra due contraenti, in ebraico viene chiamata berit, che probabilmente significa "fra due". Stringere alleanza si dice "karat berit", "tagliare fra due": i contraenti passavano tra le carni tagliate in due di un animale sacrificato ed invocavano su di sé la stessa sorte se avessero trasgredito le clausole del patto. L'alleanza con Jhwh, con la divinità, non si trova al di fuori di Israele (cf. con Abramo, Gen 15,7-21; 17; con il popolo, Es 19; con Davide, 2 Sam 7; ecc.).

Apocalittica (dal greco apokalypsis, "rivelazione"). È una corrente religiosa e un genere letterario coltivato anche dai giudei e dai cristiani tra il II sec. a. C. e il II sec. d.C. Si identifica con opere redatte in periodo di persecuzione, in cui Dio annuncia a un veggente degli sconvolgimenti che rendono giustizia ai giusti e castigano gli empi. Pone l'attenzione sulla fine dei tempi vista come imminente e sui segni che la precedono. La rivelazione avviene spesso mediante visioni avute da qualche grande personalità del passato (Enoch... ) e viene espressa con simboli, speculazioni sui numeri, ecc. Esistono degli scritti apocalittici dell'AT (cf. il libro di Daniele), un'apocalisse del NT (quella di Giovanni) e numerose apocalissi che sono però apocrife (come il rotolo della Guerra dei figli della luce contro i figli delle tenebre, 1QM).

Apocrifo (dal greco apokryphos, "occulto, nascosto, segreto"). Designa uno scritto della letteratura religiosa giudaica e cristiana spesso falsamente attribuito a un personaggio biblico, non accolto nel canone delle Scritture cristiane (quelli dell'AT, che vanno fino al II sec. d. C., vengono chiamati anche Pseudoepigrapha dalle Chiese della Riforma). Tra gli apocrifi dell'AT ci sono ad esempio il Libro di Enoc, gli Oracoli Sibillini, ecc. Tra quelli del NT (dal II al V sec. d. C.) si contano i vangeli apocrifi (riportano tradizioni popolari e alcuni riflettono polemiche dottrinali; i più noti sono il vangelo degli Ebrei, di Pietro, di Tommaso, di Giacomo), gli Atti apocrifi, le Apocalissi apocrife.

Apoftegma. Termine utilizzato a partire da R. Bultmann per indicare una delle "forme" letterarie dei vangeli: una parola (risposta) di Gesù inquadrata in una breve cornice narrativa.

Beatitudine (o "macarismo" dal greco makarios, "felice"). Augurio e proposta di benedizione che Gesù annuncia come nuova legge per i cristiani. Le beatitudini sono riportate in due redazioni, una più ampia e generale (Mt 5,3-12), l'altra più sintetica e concreta, in contrasto con altrettanti "guai" (Lc 6,20-26).

Canone (dal greco kanòn, "canna, regola"). Il canone è l'elenco delle S.Scritture cristiane. Un libro canonico fa parte della Bibbia, a differenza di un libro apocrifo.

Ellenismo. Cultura che presenta elementi greci e orientali e che dominava nella parte orientale del Bacino del Mediterraneo, a partire da Alessandro Magno (IV sec. a.C.) fino all II/III sec. d.C. Essa influì sulla mentalità, la religiosità, i costuni, l'arte. Di solito si distinguono le comunità ellenistiche che vivevano nel mondo greco-romano dalle comunità palestinesi. Questa distinzione deve essere sfumata, perché l'influenza della cultura e della civiltà ellenistica penetrò anche in Palestina.

Epifania (dal greco epiphanein, "manifestare"). Termine usato per indicare la manifestazione di Gesù Verbo incarnato - il natale, l'incontro con i pastori e coi Magi, il battesimo di Gesù, le nozze di Cana - divenuto titolo della festa omonima.

Escatologico (da eschaton, "ultimo"; eschata, "le cose finali"). Ciò che ha rapporto con la fine (della storia, del mondo) come compimento. La nozione include le attese e le speranze d'Israele e della Chiesa riguardo alla fine dei tempi. L'ultimo tempo si ritiene inaugurato con la venuta di Gesù e la sua resurrezione. Comunque, il concetto di "escatologia" rimane piuttosto largo nell'uso fatto in teologia.

Esseni (forse significa: "puri" o "pii"). Setta giudaica che viveva in comunità monastiche e attendeva l'avvento del Messia osservando la povertà e il celibato: nota attraverso Flavio Giuseppe, è stata riscoperta con i documenti di Qumran (1947).

Geova. Errata lettura del nome di Dio, derivante dall'unione delle consonanti del tetragramma Jhwh, che non si pronunciava mai, con le vocali dell'altro nome Adonài (il Signore) che si pronunciava al suo posto: Jahowah (Jhwh).

Giudaismo. È il nome dato alla cultura e all'organizzazione socio-religiosa del popolo d'Israele dopo l'Esilio. Dal punto di vista religioso, il giudaismo dà vita a una grande ricchezza di espressioni (letteratura, speranze, interpretazione della Torah...) e di movimenti (battisti, esseni, farisei, apocalittici, ecc.), ma si caratterizza per il posto riservato alla Legge e per la posizione presa nei confronti del tempio. Si distingue il giudaismo palestinese dal giudaismo ellenistico, quello cioè della Diaspora (una distinzione abbastanza relativa).

Jhwh (si pronuncia: Iavéh). Sacro tetragramma (quattro lettere) del nome di Dio rivelato a Mosè: "Io-sono". Per rispetto non si pronunciava: nella lettura si sostituiva con Adonài ("Signore mio").

Kénosi (dal greco kénosis "vuoto, spogliazione"). Termine greco usato da san Paolo per dire che nell'incarnazione il Verbo di Dio si è spogliato dei segni della divinità (Fil 2,5-11), lasciata intravedere solo nella trasfigurazione. Suprema kénosi è la croce: i soldati si divisero anche le vesti di Gesù (Mt 27,35).

Kérygma (dal greco kerigma, "annuncio, messaggio"). Termine greco per indicare il nucleo centrale del cristianesimo, che non è tanto predicazione di una dottrina, ma proclamazione gioiosa dell'evento straordinario della salvezza: Gesù Figlio di Dio è morto per salvarci ed è risorto (Lc 24,44-48).

Koiné ("lingua comune"). Si chiama così il greco popolare diffuso in tutto il mondo mediterraneo dopo le conquiste di Alessandro Magno. In questa lingua, semplice e comprensibile ovunque, venne scritto il Vangelo, anche se, forse, ci fu prima qualche testo aramàico.

Kyrios ("Signore"). Parola greca che traduce il nome di Dio, il Signore (Jhwh-Adonài), applicato a Gesù risorto riconosciuto come Dio (Lc 2,10-11). Nella liturgia è rimasta l'invocazione Kyrie eléison - Signore, abbi pietà di noi - rivolta a Gesù.

Legge (in ebraico si dice Toràh, "istruzione"). Nome dato ai primi cinque libri della Bibbia o Pentatéuco (Genesi, Esodo, Levitico, Numeri, Deuteronòmio). Gesù non la abolisce ma la porta a pieno compimento (Mt 5,17-18). A 12 anni si diveniva bar-mizwah, "figli della legge" (Lc 2,41-50).

Loghion (dal greco, pl. loghia) parola o sentenza di Gesù.

Parenési (parenetico, dal greco, "esortazione"). Esortazione a mettere in pratica l'insegnamento ricevuto.

Parusìa (venuta, presenza). Termine greco che indica l'atteso ritorno di Gesù nella gloria, alla fine dei tempi (Mt 24,29-31). Gesù ha detto che solo il Padre conosce l'ora in cui tornerà il Figlio dell'uomo (Mt 24,35-36). Il giudizio avviene adesso per chi non vuol credere (Gv 5,25-29).

Pentatéuco (dal greco, "cinque astucci"). Nome dato ai primi cinque libri della Bibbia - Genesi, Esodo, Levitico, Numeri, Deuteronomio - chiamati Toràh o legge di Mosè (Mt 5,17). Composti in diverse epoche su testi di diversa antichità, si conservavano arrotolati dentro appositi astucci.
Protovangelo ("prima buona notizia"). È la promessa di Dio a Adamo ed Eva: "Io porrò inimicizia tra te (il serpente) e la Donna, tra la tua stirpe e la stirpe di lei; questa ti schiaccerà la testa". La tradizione la vede realizzata in Gesù "figlio della Donna" vincitore del male e della morte.
Qumràn. Località sulla riva nord ovest del mar Morto dove, nel 1947 in 11 grotte, furono ritrovati per caso importanti manoscritti biblici, provenienti dalla biblioteca della comunità monastica degli Esséni, nascosti in vista dell'occupazione romana del 70 d.C.

Regola d'oro. È la massima che compendia la morale naturale e cristiana. Gli antichi l'avevano espressa in forma negativa: "Non fare agli altri ciò che non vuoi sia fatto a te". Gesù la rende positiva e più esigente: "Fate agli altri ciò che volete sia fatto a voi" (Mt 7,12).
Simbolo ("mettere insieme"). Letteralmente significa una cosa che può indicarne un'altra: una realtà creata che può indicarne una più alta e trascendente. In questo senso sono simboli le parabole e anche i miracoli che indicano la guarigione fisica unita alla salvezza spirituale.

Sinòttici (dal greco: syn-opsis, "un solo sguardo"). Sono chiamati così i Vangeli di Matteo, Marco e Luca, perché posti in modo parallelo sono leggibili con un solo sguardo.
Teofania (dal greco, theos-phanein, "apparire di Dio"). Apparizione o manifestazione di Dio o dell'angelo di JHWH, spesso accompagnata da fenomeni straordinari.

Tetragramma. Quattro lettere consonanti - in ebraico originariamente non si scrivevano le vocali - del nome sacro di Dio Jhwh (Jahwèh) rivelato a Mosè. Era tanto venerato che non si pronunciava mai: al suo posto si leggeva Adonài (il Signore).

Torah (dall'ebraico, "istruzione, insegnamento"). La Legge, però non in senso meramente giuridico; significa più precisamente, insegnamento di vita, norma pratica di condotta, data da JHWH al suo popolo. Essa è dono di Dio e fonte di gioia perché manifestazione graziosa del suo volere, e quindi del suo amore, che è vita per Israele. Corrisponde al Pentateuco (cf. sopra).

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