Messaggi dalla Montagna

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Momosatya
view post Posted on 31/7/2012, 11:51




lasciai la mia misera capanna, viaggiai per molti giorni per raggiungere la grande montagna e lungo il cammino mi nutrii di cavallette, formiche e radici.
Raggiunta la montagna, mi arrampicai fino alle nuvole che avvolgevano la sua bianca cima per dare battaglia al Dio Sconosciuto. Gli gridai: "Sono un uomo. Perchè non posso vivere umanamente?" E gli chiesi di mostrarmi il suo volto, ma lui mi ignorò.

Caddi a terrra e piansi amaramente, fino a quando le mie lacrime si trasformarono in ghiaccio. Quando infine alzai la testa, intravidi davanti a me una splendida donna con una grande spada in mano. Mi parlò dicendo: " O Ram, o Ram, tu che sei infranto nello spirito, le tue pregiere sono state ascoltate. Prendi questa spada e conquista te stesso". E in un batter d'occhio scomparve.

Conquistare me stesso? Come potevo rivolgere la lama contro di me e tagliarmi la testa; le mie braccia erano troppo corte per impugnare l'elsa della spada! Eppure in questa grande spada ritrovai l'onore. Non tremavo più nel gelido freddo, ma cominciai ad avvertire calore. E quando ritornai con lo sguardo là dove erano cadute le mie lacrime, vidi crescere un fiore di tal profumo e di tal colore che improvvisamente seppi che era il fiore della speranza.
Scesi dalla montagna con la grande spada in mano, era il giorno che passò alla storia del popolo indù come il terribile giorno del Ram.
Non avevo più un corpo fragile o debole, ero un Ram nel senso più completo della parola. Ero un giovane uomo avvolto da una luce terribilmente radiosa e con la spada più grande di me.
A volte penso di aver compreso molto lentamente il senso di ciò che vivevo nella mia esistenza di allora perchè non mi ero mai chiesto come la meravigliosa spada potesse essere tanto leggera da poter essere sollevata, e tuttavia tanto grande che sarebbero serviti nove mani per afferrarne l'elsa.
Dalla montagna tornai nella città di Onai. Nella campagna antistante la città, vidi una vecchia proteggersi gli occhi dal sole con una mano, per potermi guardare. Ben presto tutti sospesero il loro lavoro. I carri si fermarono. Gli asini ragliarono. E tutto mi acquietò. Quando la gente vide il mio viso, dovette rimanere profondamente colpita poichè ciascuno, senza esitazione, prese il suo misero attrezzo e mi seguì in città.

Distruggemmo Onai perchè gli atlatiani mi sputarono in un occhio allorchè io pretesi che aprissero i granai per sfamare il mio popolo.
Erano così impreparati che fu facile sopraffarli, perchè non conoscevano la battaglia.
Io aprii i granai per il mio povero popolo, poi uccidemmo gli atlatiani e demmo fuoco alla città. Non considerai affatto la possibilità di non potercela fare, perchè in quel momento mi era indifferente vivere o morire; non avevo più nulla per cui valesse la pena per vivere.
Finito il massacro e la distruzione della città, sentivo ancora una grande ferita dentro di me, perchè il mio odio non era stato placato.
Così scappai dalla folla per nascondermi in montagna, ma la mia gente mi seguì, benchè io imprecassi e lanciassi contro di loro sassi e sputi.
"Ram, Ram, Ram, Ram", gridavano, portando sulle spalle gli attrezzi agricoli e sacchi di granaglie e sospingendo davanti a sè pecore e capre.
Gridai loro di lasciarmi in pace e di tornarsene a casa. Ma loro contunuarono a seguirmi, perchè non avevano più dove andare! Io ero la loro casa!
Poichè insistettero nel volermi seguire ovunque io andassi, raccolsi attorno a me queste creature senz'anima, di diversa provenienza, ed esse divennero la mia armata, il mio popolo.

Erano efffettivamente un grande popolo. Ma non erano certo soldati. Eppure fu allora che si formò la grande armata del Ram. Inizialmente contava quasi diecimila uomini.
Da quel momento fui un essere affannato, un barbaro, che disprezzava la tirannia degli uomini. Odiavo l'uomo e combattevo, in costante attesa della morte. A differenza di molti del mio popolo non avevo paura di morire, poichè io volevo morire con onore. Non conobbi mai paura, conobbi solo l'odio.
Solo un pazzo può guidare un attaco e stare davanti a tutti, senza avere nessuno a destra e a sinistra. Una persona che lo fa è carica della potente emozione chiamata odio. Ero davvero uno spettacolo per i miei più nobili nemici che avrebbero potuto abbattermi facilmente, se solo me ne avessero dato l'onore! Scelsi i più degni avversari nella speranza di morire. Ma, sapete, quando manca la paura, è presente la conquista. Cos' divenni un grande conquistatore, ma solo tiranni.
Io creai la guerra. Fui il primo conquistatore che questo piano abbia mai conosciuto. Fino ad allora non c'era stata alcuna fazione in guerra contro l'arroganza degli atlatiani. Nessuna. Io la creai.
Nella mia rabbia e ostilità e nel mio proposito di essere nobile e fedele ai miei sentimenti, divenni ciò che voi chiamate una grande entità. Sapete che cosa è un eroe? Ebbene , io lo ero veramente. l'eroe salva la vita a molti e pone fine a tutto ciò che nella vita è ingiusto, senza comprendere che, facendolo, anch'egli crea ingiustizia.
Io volevo eliminare ogni forma tirannide e lo feci, ma solo per diventare proprio ciò che disprezzavo.
Per questo fui spinto ad abbandonare la tirannide e a rendere più rispettabile il colore della mia pelle. E da tutti gli assedi e le battaglie che intraprendemmo - i paesi che attraversammo e tutte le persone che liberammo - per strada - uno dopo l'altro la mia armata cresceva, e grande divenne la leggenda del Ram e della sua armata.
Io ero un'entità ignorante,un imbecille , un barbaro, un buffone acclamato selvaggiamente. E per dieci anni della mia marcia lottai contro gli innocenti, mi feci strada attraverso molti paesi distruggendo e saccheggiando, fino a quando un giorno fui trafitto da una grande spada. Se l'avessero lasciata infilata, avrei potuto, forse, salvarmi: perciò la estrassero, per farmi morire dissanguato. Mentre giacevo sul pavimento di marmo bianco apparemntemente immacolato, vidi che il fiume di sangue rosso scarlatto vi aveva portato un'incrinatura.
Giacevo lì steso sul freddo pavimento di marmo e osservavo il sangue abbandonare il mio corpo, quando sentii una voce. Mi parlò e disse " Alzati". Disse: Alzati".
Sollevai la testa e mi appoggiai sulle mani. Poi incominciai a spingere sotto di me le ginocchia del mio essere. Portai il corpo in posizione eretta, spinsi avanti il piede sinistro e lo appoggiai in modo stabile. Poi, raccogliendo tutte le mie forze, posi la mano sul ginocchio, il pugno nella ferita, e mi alzai.
Vedendomi in piedi, con il sangue che sgorgava dalla bocca, mi scorreva tra le dita e mi scendeva lungo le gambe, i miei amici, fuggirono via. convinti a quel punto, che fossi immortale.
Fui affidato all'accampamento delle donne della mia marcia, che si occuparono di me. E dovetti sopportare le maleodoranti fasciature di grasso che avvolgevano il mio torace. Fui spogliato sotto i loro occhi e subbi i loro continui comandi. E non potevo nemmeno urinare o espellere escrementi dall'ano in privato, ma dovevo farli davanti a loro, un'esperienza davvero umiliante. Sono tutt'oggi convinto che il grasso d'avvoltoio non servisse a curarmi, ma che fosse il suo puzzo, inspirato, a trattenere la vita dentro di me. Nel corso della mia guarigione dovetti liberarmi di gran parte del mio orgoglio e del mio odio per soppravvivere..
Mentre mi riprendevo dalla terribile ferita, non potendo fare altro, cominciai a contemplare ogni cosa attorno a me. Un giorno vidi una vecchia donna abbandonare questo piano. Si aggrappava a un vecchio lenzuolo di lino grezzo che lei stessa in passato aveva tessuto per suo figlio, morto ormai da lungo tempo. Vidi la donna morire nella luce del sole del mezzogiorno, la vita abbandonare il suo corpo con singulti strozzati dal pianto. Mentre osservavo la vecchia donna raggiunggrinzarsi nella luce, la bocca le si aprì in un espressione di stupore, e gli occhi le diventarono vitrei, insensibili alla luce.
Nulla si muoveva tranne i suoi vecchi capelli e il vento.

Riflettei sulla grande intelligenza della donna e di suo figlio, ora entrambi morti. Quindi alzai gli occhi al sole che non muore mai. Era lo stesso che la donna aveva visto attraverso una fessura del tetto quando aveva aperto per la prima volta gli occhi dopo la sua nascita, ed era lo stesso sole che come ultima cosa vide prima di morire.
Alzai nuovamente gli occhi al sole. Sapete, era ovvio che lei fosse morta. E lo guardai quando bruciammo la donna sotto un grande pioppo in riva al fiume.
Quella sera, quando tramontò, lo malediì. Lo vidi adagiato sulla cresta delle montagne, come una grande gemma fiammante, con l'occhio scarlatto. Guardai le montagne rosso porpora e la valle già avvolta nella nebbia, e vidi i raggi del sole indorare tutte le cose e avvolgerle in una bellezza irreale. Vidi le nuvole, prima di un blu pallido, farsi luminose in tutte le sfumature del rossoscarlatto, del rosso fuoco e del rosa.
Continuai a osservare la grande luce ritirarsi dietro le montagne che ora si stagliavano come denti aguzzi all'orizzonte, finchè gli ultimi raggi della sua bellezza erano calati dietro l'ultima montagna. Sopra di me sentii le grida di un uccello notturno e alzai gli occhi al firmamento dove una pallida luna saliva nel cielo sempre più scuro. Si alzò una brezza che mi soffiò tra i capelli, asciugò le mie lacrime e mi fece star male.

Dovete sapere che ero un grande guerriero. Con la spada potevo in un attimo tagliare in due un uomo. Avevo decapitato, squartato e macellato. Avevo conosciuto l'odore del sangue e bruciato esseri umani. Ma perchè facevo tutto questo? Il sole tramontava comunque nel suo splendore. L'uccello gridava comunque nella notte. E anche la luna continuava, nonostante tutto, ad alzarsi.
Fu quello il momento in cui cominciai a riflettere sul Dio Sconosciuto, L'unica cosa che veramente volevo era comprendere quall'invisibile essenza che sembrava incutere tanto rispetto, che sembrava così misteriosa e lontana. E l'uomo che cos'era? Perchè non era più importante del sole? Perchè la vecchia donna non aveva potuto vivere? Perchè l'uomo - nonostante la sua numerosa presenza su questo piano e la sua forza creatrice e la sua forza unificante - sembrava essere la più vulnerabile di tutte le creazioni? Se l'uomo era così importante come il mio popolo mi aveva raccontato, perchè alla sua morte il sole non si fermava in segno di lutto o la luna non diventava rosso porpora o l'uccello non fermava il suo volo? L'uomo sembrava essere molto poco importante se tutto continuava il suo corso incurante del pericolo che egli correva.
Tutto ciò che volevo, era sapere.
Non avevo nessun maestro che mi potesse istruire sul Dio Sconosciuto, perchè non avevo fiducia di nessun uomo. Molto avevo visto e molto avevo perduto a causa della cattiveria degli uomini e del loro pensiero limitato e alterato. Avevo visto gli uomini disprezzarsi a vicenda e considerarsi senz'anima. Avevo visto uccidere e bruciare innocenti solo per paura. Avevo visto bambini legati nudi ai pali degli schiavi, esaminati da anime perverse che strappavano i loro primi peli della pubertà perchè apparissero ancora più bambini quando li violentavano. Avevo visto sacerdoti e profeto inventare, nel loro odio per l'umanità, creature orride e mostruose per dominare e rendere schiave gli esseri umani con l'aiuto di precetti religiosi.
Non avrei voluto come maestro nessun uomo vivente perchè tutti gli esseri umani erano prigionieri del loro pensiero limitato e alterato, ognuno aveva preso ciò che era puro e innocente e lo aveva alterato con la propria limitata capacità di comprendere. Non volevo avere niente a che fare con un Dio creato da mente umana, perchè un Dio creato dall'uomo non poteva che essere fallace.
Furono gli elementi della vita, gli insegnamenti più veritieri di tutto, che mi istruirono sul Dio Sconosciuto. Imparai dai giorni. Imparai dalle notti. Imparai da quella vita tenera e insignificante che sa essere abbondante anche in presenza di distruzione e di guerra.
Contemplai il sole nel suo glorioso apparire all'orizzonte. Seguii il suo viaggio attraverso i cieli fino al suo tramonto a ovest, dove si abbandona al sonno. Imparai che il sole, senza pronunciare parola, controlla, sottilmente la vita, infatti anche chi è stato coraggioso e valoroso e sta lottando sul campo di battaglia, al tramonto del sole sospende le ostilità.

Osservai la bellezza della luna nella sua pallida luce che danzando attraverso i cieli e, nel suo meraviglioso mistero rischiarava l'oscurità. Vidi i fuochi del nostro accampamento illuminare il cielo vespertino. Ascoltai gli uccelli selvatici posarsi sull'acqua, ascoltai, di notte, il friscio degli uccelli nel nido, ascoltai le risate dei bambini. Osservai le stelle cadenti, gli usignoli, la brina nel canneto, l'argenteo lago gelato che creava l'illusione di un altro mondo. Vidi le foglie degli ulivi da smeraldo diventare argento quando il vento le attraversava.

Osservai le donne in piedi nel fiume riempire d'acqua le brocche, con i vestiti annodati a mostrare le ginocchia di alabastro. Ascoltai il loro vocio, i loro pettegolezzi, le loro risate canzonatorie. Sentii l'odore del fumo di fuochi lontani e l'odore dell'aglio e del vino nel respiro dei miei uomini.
E fu allora, osseravando e la vita e riflettendo sul suo continuo fluire, che scoprii chi fosse veramente il Dio Sconosciuto. Arrivai a concludere che il Dio Sconosciuto non erano gli Dei creati dal pensiero limitato degli esseri umani. Compresi che gli Dei nella mente degli uomini erano solamente la personificazione delle cose che essi più temono o più rispettano; compresi che il vero Dio era l'essenza perenne che permette all'uomo di crarsi delle illusioni e di viverle come meglio gli pare, l'essenza che ci sarà sempre, anche quando l'uomo ritorna a un'altra primavera, a un'altra vita. Compresi che il Dio Sconosciuto abita veramente nella potenza e nella perennità della Fortza della Vita.

Chi era dunque il Dio Sconosciuto? Ero io, e gli uccelli nel loro nido notturno, la brina nel canneto, il cielo all'alba e al tramonto. Lo erano il sole e la luna, i bambini e le loro risate, le ginocchia di alabastro e il fluire dell'acqua, l'odore dell'aglio, del cuoio e dell'ottone.
Impiegai molto tempo a comprendere tutto questo, sebbene fosse davanti ai miei occhi già da sempre. Il Dio SConoscoiuto non si nascondeva al di là della luna o del sole, era tutto attorno a me.
Grazie a questa mia nuova comprensione, cominciai ad abbracciare la vita, a considerarla cara e preziosa, a trovare un motivo per vivere. Avevo compreso che c'era molto più del sangue, della morte e del tanfo della guerra. C'era la vita, più splendida di quanto noi avessimo mai immaginato.
E grazie a questa comprensione negli anni successivi realizzai che l'uomo è veramente la più grande di tutte le cose; che l'unico motivo per cui il sole continua il suo corso mentre l'uomo muore, è che il sole non ha mai concepito il benchè minimo pensiero di morte, Tutto ciò che conosce è essere.
Quando compresi, attraverso il pensiero contemplativo, chi fosse il Dio Sconosciuto, e che cosa fosse, non volevo più avvizzire e morire come aveva fatto la vecchia donna. Doveva esserci una via, pensai, per essere perenni come il sole.
Una volta guarito dalla mia terribile ferita, non avevo altro da fare che starmene seduto su un altipiano e guardare il mio esercito che ingrassava e impigriva.

Un giorno, osservando all'orizzonte i contorni evanescenti di montagne spettrali e di valli inesplorate, mi chiesi come sarebbe stato essere il Dio Sconosciuto, l'elemento della vita. Come avrei potuto diventare questa essenza che è perenne?

Edited by Scharden - 7/8/2012, 20:08
 
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Momosatya
view post Posted on 1/8/2012, 08:01




Fu allora che il vento mi giocò un brutto scherzo e mi insultò oltre misura.
Mi sollevò il mantello che era lungo e regale e me lo fece ricadere pesantemente sulla testa, una cosa assolutamente imbarazzante. Non era certo una posizione nobile per un conquistatore. Poi il vento sollevò una meravigliosa nube di polvere color zafferano e ne fece, accanto a me, una colonna che toccava il cielo. E improvvisamente durante una mia distrazione, il vento cessò, permettendo alla polvere di cadermi addosso.
Il vento quindi attraversò fischiando una stretta gola fino a raggiungere il fiume e gli splendidi oliveti, dove trasformò il colore delle foglie da verde smeraldo in argento. E fece sorridere divertita una bella fanciulla, sollevandole la gonna fino ai fianchi. Poi soffiò via il berretto della testa di un bambino che lo inseguì gioiosamente.
Pretesi dal vento che tornasse da me, ma esso rise, contunuando a infuriare nella stretta gola. Più tardi, ormai blu in viso a forza di gridare ordini, mi sedetti sulle cosce, e allora venne e mi soffiò in viso dolcemente. Questa è la libertà.
Non avevo accettato nessun essere umano come mio ideale, ma il vento si comportava in modo da essere un magnifico ideale per me. Il vento non lo si può vedere, eppure quando nella sua furia investe qualcuno, lo travolge. E per quanto grande e potente uno sia, al vento non può dichiarare guerra. Che cosa gli può fare? Sputargli addosso? Ti ritornerebbe lo sputo in faccia.
Come avrebbe dovuto essere un uomo, pensai, per avere una tale libertà di movimento e una tale forza, per non essere mai più prigioniero dei limiti della natura umana; per essere contemporaneamente in ogni luogo e, a differenza degli altri uomini, per non morire mai?
Il vento era per me un'essenza suprema perchè è perenne, libero nei movimenti. Non ha confini e non ha forma. E' magico, amante dell'avventura e del'esplorazione; e in questo è veramente del tutto simile all'essenza divina della vita. Se lo chiamate verrà a voi con amore. Così dovrebbe essere un ideale.
Perciò volevo diventare il vento. Per molti, molti anni lo contemplai. Quello divenne il mio ideale. Quello era ciò che volevo essere. A questo obiettivo orientai tutti i miei pensieri. Contemplai il vento e mi allenai con la sua sfuggevolezza, la sua leggerezza e i suoi contorni indefiniti. E conteplando il vento, fu il vento che diventai nella mia ricerca per divenire.
La prima volta accade circa sei anni dopo che ero stato trafitto dalla spada. Durante quel periodo, ogni sera andavo a sedermi sul mio solitario altipiano, guardando la luna e il suo soffice pallore e contemplavo il vento. E arrivò il momento in cui, con mia grande sorpresa, mi ritrovai su in alto nei cieli, e non sapevo chi ero quando mi girai a guardare giù.
In un solo attimo compresi che ero molto lontano dalla piccola macchia del mio corpo, provai paura, per la prima volta dopo il mio ferimento. E questa paura mi riportò nuovamente nel mio corpo.
Aprii gli occhi e, sudando caldo e freddo, mi resi conto di essere stato in un altro luogo, al di fuori della prigione del mio corpo. Mi sentivo in paradiso perchè ero sicuro di essere diventato il vento.
Mi gettai a terra e glorificai Dio; la Fonte, la Forza, la Causa, il Vento.
Non avrei mai dimenticato quello splendido momento in cui diventai la grazia, la bellezza e la spumeggiante vita del vento. Compresi che ciò che mi aveva permesso di diventare il mio ideale era la mia totale determinazione e la mia capacità a trattenere sempre chiara nel pensiero la visione di ciò che volevo diventare.
La sera successiva mi sedetti di nuovo sulla mia roccia, esuberante di gioia contemplai il vento e non divenni nulla.
Tentai e ritentai. Sapevo che quell'esperienza non era semplice immaginazione perchè avevo veramente guardato da un'altra prospettiva. Sapevo di essere stato nell'aria come una colomba o un falco e avevo visto il mio povero sè sotto di me.
Null'altro volevo, null'altro desideravo - nulla tranne che diventare di nuovo questa libertà. Ma nonostante i miei sforzi e il sudore che mi usciva dal corpo e nonostante le mie imprecazioni, non andai da nessuna parte. Non andai da nessuna parte.
Passò molto tempo, due anni dalla prima volta secondo il vostro calcolo del tempo, prima che ritornassi vento. Questa volta non accade mentre osservavo il vento, bensì mentre mi stavo abbandonando a un riposante sonno. Prima di coricarmi avevo glorificato la Fonte, il sole, la luna, le stelle, la polvere color zafferano, il dolce profumo del gelsomino. Tutto ciò avevo glorificato! E appena chiusi gli occhi, mi ritrovai a essere di nuovo il vento su nel cielo.
Col tempo perfezionai la mia capacità di lasciare il corpo, ma mi ci volle molto tempo per capire come andare in altri luoghi. Poi un giorno accade che uno dei miei uomini si ritrovò in una situazione estremamente pericolosa. Era caduto da cavallo ed era rimasto impigliato con un piede nella staffa. Stavo sopra di lui e gli augurai ogni bene, ma egli pensò che io fossi un sogno.
Per molti anni feci viaggi col pensiero in altri regni e verso altre entità. Visitai civiltà nel momento della nascita del loro futuro e vite mai viste. Imparai a viaggiare nello spazio di un attimo, perchè avevo capito che ovunque fosse il mio pensiero, lì era anche il pensante. E come cambiai il mio modo di conquistare? Ero un avversario tremendo perchè conoscevo i pensieri dei miei nemici e potevo batterli in astuzia. Non mi serviva più rovescare i regni, aspettavo che cadessero da soli.
Lentamente nel corso di molti anni - quando il pensiero di diventare il mio ideale divenne la fondamentale forza di vita nelle cellule del mio corpo - la mia anima gradualmente cambiò la programmazione nella struttura delle cellule per elevarne la frequenza di vibrazione. Così forte era il mio desiderio! Quanto più in pace ero con la vita, tanto più quello stato d'animo penetrava in tutta la mia struttura fisica, fino a farmi diventare sempre più leggero. La gente, vedendomi, diceva:"Che bagliore attorno al maestro!" ed era vero perchè il mio corpo vibrava a una frequenza più alta, era passato dalla frequenza della materia a quella della luce. Era quello che emanava un bagliore dal mio essere.

Col tempo, il mio corpo, alla luce dela luna, diventava sempre più trasparente. Poi, una notte, diventai là dove era la luna. Non viaggiavo più solo col pensiero. Avevo elevato le vibrazioni del mio corpo, alla frequenza della luce e avevo portato con me tutto il mio corpo. Ero pieno di gioia e di felicità perchè avevo fatto una cosa inaudita. Eppure ritornai, ma solo per vedere se ero in grado di rifarlo ancora. E lo rifeci, nuovamente e nuovamente, per altre sessantatrè volte prima della mia definitiva ascensione. E diventò per me una cosa così naturale, come per voi respirare.

Edited by Scharden - 7/8/2012, 20:14
 
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Momosatya
view post Posted on 2/8/2012, 07:26




Questa mattina Momo si è svegliata allegra, e pensare che solo ieri aveva questo senso di nervosismo allo stomaco........chissà cosa bolle in pentola:

La morte è una grande illusione, perchè ciò che è stato creato non può mai essere distrutto. La morte riguarda solo il corpo. L'essenza che abita il corpo e lo mantiene in funzione, tornerà presto e si integrerà in un altro corpo, se essa lo desidera, perchè la forza vitale che abita dentro le mura della carne è perenne. Ricordalo".
Ramtha

Vita dopo vita
Siete forse inferiori ai fiori? In che cosa consiste la loro vita? Essi nascono da fertili germogli che ai raggi caldi del sole si aprono alla piena fioritura: Il loro meraviglioso profumo riempie l'aria di un aroma che fa gliubiliare tutte le cose nella promessa di una nuova vita. Essi esaltano gli uccelli nel loro volo, le api nel lavoro e gli uomini nella loro dolce ricerca di amore.
Il meraviglioso fiore pianta un seme per poter ritornare. E quando il fiore cade, nasce il frutto; ah! questa è saggezza. Questo è il prodotto della vita. Quando il frutto viene mangiato e l'aroma e il raccolto dell'autunno riempiono il paese, l'albero inizia a tremare nel vento del nord e perde le sue meravigliose foglie fono a restare completamente spoglio.
E dov'è il fiore, quando giunge il grande bianco silenzio e si posa con il suo compatto e lucente splendore sui rami degli alberi, e tutto è freddo e secco? Esso è nella memoria. E' nella saggezza. E' nella crescita della scorsa primavera, e ritornerà, perchè quando la stagione cambia e l'inverno è passato, ritornano i germogli, ed ecco un nuovo fiore.
Se la continuità della vita non può essere osservata in un singolo fiore, perchè pensate di essere inferiori?

Pensate forse di fiorire solo una primavera, di produrre il vostro frutto in estate, di perdere le vostre foglie in autunno e poi di morire in inverno? Ma non siete voi forse più grandi del fiore più grande? La vostra vita non è più importante? In verità lo è. E come i fiori continuano a sbocciare in primavera, anche voi continuerete a vivere, vita dopo vita.
Quante storie potrebbero raccontare i vostri fiori su tutte le stagioni che voi avete visto!

Studente: Mia Madre è morta l'anno scorso, e io vorrei sapere se vive ancora: E se vive, è felice?
Ramtha: Credi alla morte, maestro?

Studente: A volte sì. Ma spesso ho la sensazione che forse continuiamo a vivere. Ho tre bambini, e ciò che ho notato in loro, è che, fin dalla nascita, ognuno di loro aveva una ben distinta personalità, che non è molto cambiata quando sono cresciuti. Anche i nostri cani e i nostri cani avevano fin da piccoli una personalità ben precisa. A volte non riesco a credere che la loro personalità si sviluppi solo in questa vita. Ciò mi fa pensare che probabilmente abbiamo già vissuto prima e che continueremo a vivere.
Ramtha: E' una osservazione molto saggia, entità. Ti dirò una grande verità, e ti auguro di non dimenticarlo mai; la vita non finisce mai. Certo, si può mutilare il corpo - si può tagliarli la testa, si può sventrarlo, fargli le cose più atroci - ma non si potrà mai distruggere il sè personale che vive dentro il corpo. Rifletti un momento: come si può distruggere un pensiero, farlo saltare in aria, accoltellarlo o muovergli guerra? Non si può. La forza vitale di tutte le creature abitate, umane o animali, è l'invisibile unità di pensiero ed emozione che costituisce il sè personale dietro la maschera del corpo.
Ciò che dà al corpo la sua particolare qualità, la sua vitalità e il suo carattere, è l'essenza invisibile del pensiero, che è energia. E' ciò che fa parlare la bocca, fa vedere gli occhi e fa ,muovere le membra, la miracolosa energia che, per così dire, regge le file di tutto. Nulla può distruggere l'energia.

Nulla può togliere la forza della vita da qualcosa, qualunque essa sia.

La morte è una grande illusione, perchè ciò che è stato creato non può mai essere distrutto. La morte riguarda solo il corpo. L'essenza che abita il corpo e lo mantiene in funzione, tornerà presto e si integrerà in un altro corpo, se essa lo desidera, perchè la forza vitale che abita, dentro le mura della carne è perenne. Ricordatelo.
Vorrei spiegarti cosa accade alle entità che abbandonano questo piano. Quando il corpo non funziona più, lo Spirito dell'essere ritira da esso l'energia - l'anima. Ogni creatura ha un'anima. Anche gli animali possiedono uno Spirito e un'anima. Se non l'avessero, non avrebbero nemmeno l'energia e la creatività necessarie a sostenere la loro vita.
Quando lo Spirito chiama l'anima e la libera dalla sua cavità, tutto diventa calmo e tranquillo. C'è un detto associato alla vostra religione: "Guarda, nella dimora di Dio non c'è più pena, non c'è più pianto, non c'è più sofferenza". E' una verità, perchè quando lasciate questo piano fisico, siete liberi dagli istinti e dalle sensazioni fisiche. Ciò significa che non sentirete più la paura, o i dolori e le pene del corpo, o la fame, o l'illusione del tempo, che sta all'origine della vostra ansia. Tutto ciò che riguarda il corpo fisico, non c'è più, e vi trovate in quella che si chiama utopia. Siete nella culla di Dio.
La morte del corpo è come un assopimento. Quando lo Spirito chiama la vostra anima, essa sale attraverso l'ultimo dei centri d'energia nel corpo, detti anche sigilli o chakra. La vostra anima, che è memoria, abbandona la massa cellulare del corpo attraverso l'ultimo dei sette sigilli, l'ipofisi che si trova nel centro della testa. Questo passaggio viene vissuto spesso come un viaggio attraverso un tunnel accompagnato dal suono del vento. La luce che si vede alla fine del tunnel è la luce del vostro essere, lo Spirito del vostro essere. Quando la vostra anima abbandona il corpo, esso spira e diventate di nuovo un libero sè anima. Ciò accade nella frazione di un attimo, ed è completamente indolore.
Nel momento della morte, le cose cominciano a illuiminarsi e diventano maestosamente brillanti, perchè nel momento in cui abbandonate questo piano, uscite dalla densità della materia e ritornate in un'esistenza di luce. Da questo punto raggiungerete uno dei setti cieli. E quale sarà, lo stabiliranno gli atteggiamenti emozionali che avete vissuto qui su questo pianeta.
Ciò che chiamate cielo, è semplicemente la vita con i suoi diversi piani o livelli. Yeshua ben Joseph parlò di sette cieli. In effetti, esistono sette cieli che sono reali luoghi o piani d'esistenza, e questo vostro piano è uno dei sette. E in nessuno di questi piani esiste un inferno che tormenta e punisce l'uomo; egli lo fa già abbastanza bene da solo. Quando abbandonate il corpo, andate in quel cielo o a quel livello di vibrazione che è allineato con quelli che sono la coscienza, la comprensione o gli atteggiamenti emozionale collettivi che avete espresso su questo piano.

Ci sono sette realizzazioni, o livelli di coscienza e di comprensione. I sette livelli do coscienza sono: la riproduzione e la soppravivenza, la paura e il dolore, il potere, il sentimento dell'amore, l'espressione dell'amore, la percezione di Dio in tutta la vita, e il Dio Io Sono.

Per farvi capire meglio: ogni pensiero che contemplate e abbracciate per arrivare a una comprensione , ha una frequenza vibratoria che è percepita da un sentimento. Quindi, quando cercate di comprendere il dolore, vi concentrate sui pensieri limitati che attengono il dolore; con ciò si formano le basse frequanze vibratorie che voi percepite emozionalmente come dolore. Quando vi occupate della comprensiine dell'amore e del modo di esprimerlo, provate l'euforia delle frequanze più alte che contraddistinguono i pensieri riguardanti l'amore condiviso e manifestato. Là dove prevalentemente focalizzate la vostra coscienza per ottenere la comprensione, quello è il cielo in cui andrete, perchè lo Spirito del vostro essere vi attirerà alla vibrazione di quel particolare piano.

Tua madre è passata da questo piano a uno stato di grande pace e di grande serenità, che tanto ha desiderato e di cui aveva bisogno. Ha raggoiunto il cielo corrispondente al livello della sua coscienza e della sua comprensione. Si trova ora in uno stato che corrisponde al suo livello - così come tu ti trovi qui in uno stato che corrisponde al tuo.

Il piano in cui ora si trova tua madre, è il quarto, il piano allineato con l'atteggiamento dell'amore sentito, ma non espresso. Tua madre è un essere di grandi sentimenti, ma non sempre è riuscita a esprimerli. Tu e tuo marito spesso non l'avete capita perchè lei non era in grado di partecipare molti dei suoi sentimenti.
Tua madre si trova ora a un alto livello dell'essere, e resterà lì finche lo desidera. Quando contemplerà il pensiero dell'avanzamento, continuerà l'espansione nel suo corpo di luce fino a raggiungere le altre dimensioni del pensiero, oppure può ritornare su questo piano in qualsiasi schema genetico che lei ritenga adatto a esprimere se stessa, e può continuare il suo sviluppo su questo piano della densitò della materia, fino al settimo livello della comprensione.

Edited by Scharden - 8/8/2012, 16:08
 
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Momosatya
view post Posted on 6/8/2012, 09:05




Questo piano, questo cielo, è chiamato piano della dimostrazione, perchè è qui che le entità possono dimostrare nella materia il loro potere creativo e vivere tutti i possibili attegiamenti emozionali. Questo è l'unico dei sette piani che conosce l'oscurità e l'unico in cui non si può sentire la musica della luce. E' un piano sul quale nascono entità di grande conoscenza, che passano poi, attraverso la programmazione della coscienza sociale, all'ignoranza. Questo è quanto succede qui, e questo è il motivo per cui, su questo piano, spesso è tanto arduo avanzare.

Se tua madre decide di ritornare qui, potrà scegliere di diventare figlia di uno dei tuoi figli o dei tuoi nipoti. Se ritorna durante la tua vita, tornerà come figlia di tua figlia, se quest'ultima decide di avere un bambino. E riconoscerai tua madre, se lo permetterai a te stesso, perchè guardando il bambino proverai un'emozione che andrà ben al di là di quanto l'aspetto fisico ed esteriore potrà suscitare in te. E' così che la riconoscerai.
E tua madre ti percepisce in modo consapevole? Sicuramente perchè quando si abbandona questo piano, si è molto più consapevoli di quando si era nel corpo. Si può sintonizzarsi con tutti i livelli di cui si è consapevoli, perchè non si è più prigionieri della densità della materia. Ci si trova in una densità più leggera, in una vibrazione più alta; per questo si ha la capacità di vedere gli altri livelli di vibrazione che esistono parallelemente al vostro e che appaiono come forme di pensiero, come forme di luce. Tua madre è perciò pienamente consapevole di te, se desidera esserlo, esattamente come tu, dopo aver lasciato questo piano, sarai consapevole di coloro che sono qui, se lo desideri.

Edited by Scharden - 7/8/2012, 20:26
 
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Momosatya
view post Posted on 7/8/2012, 12:01




Tua madre è felice? Se non si è felici qui, la propria infelicità si amplifica quando si abbandona questo piano, perchè senza un corpo si è in uno stato di puro sentimento e di pura emozione: quindi le vostre emozioni si amplificheranno e si intensificheranno. Ma grazie a questa intensificazione imparate velocemente a manifestare quel livello che vi serve per continuare a crescrere nella vostra comprensione della gioia.

Ti voglio parlare di un piano alla cui vista ti sentiresti sopraffatto da una profonda tristezza.
E' un piano in cui vivono molte entità che si esprimono al primo e secondo livello di coscienza. Esso è simile a una pianura, a un ampio luogo piatto.
E cosa si trova? Non ci sono montagne e fiumi, erba, fiori e cielo nelle loro forme di luce. Vi si trovano miliardi di entità, nel loro corpo di luce, che giacciono stesi in lunghissime file. Sono assopiti e vivono l'illusione di essere morti, perchè credono fermamente che non ci sia vita dopo la tomba. Sebbene il loro pensiero sia ancora vivo, magnetico, prepotente e mutevole, esso concentra la sua energia sull'idea di essere morto, anche se in realtà vive ancora.
Ricordati, se crediamo fermamante in qualcosa, riusciremo sempre a convincerci che è vera; e qualunque cosa riconosciamo come verità, si trasgformerà in realtà. Tanto potenti sono la nostra creatività e la nostra volontà.

A molti degli esseri di questo luogo era stato insegnato che, dopo essere morti, sarebbero rimasti tali sino al ritorno di un messia e, per paura e per la sensazione di essersi alienati l'amore di Dio, avevano accettato come verità questo insegnamento, Quindi poco prima di morire, avevano creduto che sarebbero andati in un luogo ad aspettare una resurrezione. Così su questo piano ci sono file efile di esseri che aspettano di essere resuscitati da qualcuno che ritengono più grande di loro. Sebbene noi abbiamo cercato di svegliarli - e alcuni si sono svegliati e alzati - alla maggior parte di loro era stato insegnato anche che sarebbe apparso un diavolo per indurli ad alzarsi. E avevano accettato anche questo come verità. Così chiunque tenti di svegliarli, essi si rifiutano di farlo. Potrebbero volerci migliaia di anni prima che comprendano che sono vivi e che possono uscire dal loro sonno. Un insegnamento veramente sventurato.

Questo è l'unico luogo di dolore che esista, il piano degli essere che hanno accettato certi insegnamenti come conoscenza assoluta. La', fin dove l'occhio arriva, si vedono i vostri fratelli giacere in un sonno profondo. Su ogni altro piano c'è una magnifica vita.

Studente : Ramtha, è possibile vedere o comunicare con i morti?
Ramtha : Così sia. Vedremo se lei è d'accordo, e se lo è, faremo in modo che tu la possa vedere. Ma quel momento arriverà quando meno te lo aspetti, perchè tu possa sapere che non è solo frutto della tua immaginazione.
Sappi che vedrai tua madre come luce, ma ciò non significa che lei sia più grande di te. La luce è la frequenza radiante in cui vibra la sua essenza; l'alta frequanza produce la luce. Anche tu possiedi questa proprietà. Tu vedi la luce di questo essere, perchè la sua vibrazione, più alta, entra in contatto con un piano inferiore.
Qui, tra questo pubblico, è raccolto un gran numero di entità di quinto livello, perchè amano altri esseri che sono presenti qui. Essi sono le luci brillanti che potete vedere con la coda dell'occhio. Se le guardate direttamente, con la parte dell'occhio che è costituita prevalentemente da coni, non le vedrete, eppure ci sono. Hai imparato qualcosa di nuovo?

Studente. Sì, molto, Grazie.
Ramtha: bene. L'importante è di non credere a nulla. A nulla. Perchè ciò significherebbe convincersi di qualcosa che non avete ancora potuto conscere e comprendere attraverso l'esperienza. E credere è molto pericoloso, perchè significa fondare la vostra vita, i vostri atteggiamenti e la vostra fiducia su qualcosa che non si è ancora rivelata come verità nel vostro essere, e ciò vi rende molto vulnerabili.
In questo stato di vulnerabilità potete essere manipolati, maledetti, dannati e potete perdere la vita, e tutto solo per aver creduto.
Dovete sapere tutto ciò che desiderate sapere. Per ottenere questo, dovete solo chiedere di capire e poi ascoltare ciò che sentite dentro di voi. Fidatevi della saggezza dei vostri sentimenti. Non mettetevi mai contro di essi e non cercate mai di costringervi a credere a ciò che non avvertite come buono dentro di voi.

Un'altra cosa: imparate ad avere compassione per coloro che ammazzano e uccidono, perchè, compiuto il loro crimine, devono svolgere un terribile lavoro sulle proprie emozioni che, finchè la loro conquista è finita, può durare anche millenni.
La vittima già un attimo dopo trova un nuovo corpo. L'assasino non dimentica mai.

Edited by Scharden - 7/8/2012, 21:52
 
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Scharden
view post Posted on 7/8/2012, 20:50






Ho letto tutto d'un fiato la storia di Ramtha e le riflessioni che ora, da spirito libero,
ci invitano a meditare.
E' molto raro che autentiche espressioni di alta spiritualità rivelino e condividino le
proprie passate esperienze incarnative ma l'evidente insegnamento che da ciò può
essere tratto ci da risposta sul perchè.

 
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Momosatya
view post Posted on 8/8/2012, 08:36




Non avevamo dubbi che avresti trovato ciò che cercavi.
Momo dice che siete una bella squadra.

Studente: Quando qualcuno abbandona la vita terrena, dove va a riflettere sulla vita passata e a decidere cosa farà nella prossima?
Ramtha: Raggiungere il piano o il cielo che è allineato con l'insieme degli atteggiamenti che sta imparando a comprendere.
Per esempio, tu, entità, hai già dimenticato ciò che si definisce sopravvivenza nella limitazione attraverso la via del dolore e dell'amore non pronunciato e ti esprimi ma al quinto livello di coscienza, al livello dell'amore realizzato, pronunciato ed espresso. Se tu abbandonassi oggi questo piano, raggiungeresti il quinto livello celeste, chiamato paradiso, perchè questo è il livello più alto di comprensione di cui, al momento, sai essere consapevole.
In altre parole, maestro: quello che sei arrivato a conoscere e a comprendere è molto ampio e ti permette di cominciare a capire e a realizzare il tuo valore e la tua dignità, la tua unicità, la sovranità della tua verità e il potere dei tuoi processi mentali.
Cominci a riconoscere, nella vita intorno a te, la tua bellezza e stai crescendo nella tua compassione per gli altri e nel tuo rispetto per il valore di tutta la vita. Sai dare espressione a tutte queste verità perchè, attraverso l'esperienza e il pensiero contemplativo, sei arrivato ad abbracciare questi valori come ideale del tuo essere, come verità da realizzare nel regno del sè. Questo dimostra quanto sei progredito sulla strada della tua coscienza e comprensione. E tuttavia esistono una comprensione ancora più ampia e stati più illuminati dell'essere che devono ancora essere visti, vissuti e compresi. Ma tu potrai cominciare ad affrontare queste verità e ad assumerle come tuoi ideali, solo quando avrai raggiunto una completa conoscenza e comprensione di ciò che esprimi adesso, perchè la saggezza cresce, pietra su pietra, verso una comprensione sempre più grande.

Non puoi , ad esempio, vedere ed essere veramente consapevole della bellezza della vita, o esprimere vero e profondo amore o compassione verso gli altri, se prima non hai visto la tua compassione per te stesso. Solo quando avrai veramente compreso l'amore per il sè, avrai la base da cui partire per espandere la tua comprensione e per abbracciare la vita al di fuori di te. E quando anche questa comprensione sarà raggiunta e realizzata, inizierai a riconoscere che tu sei la vita che ora percepisci come esterna a te. Capisci?
Quindi se tu abbandonassi questo piano, giungeresti a un piano di coscienza e di comprensione allineato con i tuoi processi mentali e ai tuoi attegiamenti emozionali. Non potresti raggiungere un livello di comprensione più illimitata, perchè non hai ancora capito che essa esiste, non essendo ancora diventata una realtà per il tuo sè.
Studente: Quindi la nostra vita sarà sempre esattamente là dove sono i nostri pensieri, ovunque essi siano, sia su questo piano, sia su quelli che raggiungeremo quando ce ne andremo di qui.
Ramtha: E giusto. Per questo vi insegno come diventare sempre più illimitati nei vostri processi mentali, perchè più il vostro pensiero diventa illimitato, più illimitata diventa anche la vostra vita, ovunque voi siate. Quanto più grande è il cielo che create qui, nel vostro regno dei pensieri e dei sentimenti, tanto più grande sarà il cielo in cui vivrete quando lascerete questo piano, oppure, se sceglierete di farlo, quando ritornerete qui. Coloro i cui pensieri sono impregnati di sensi di colpa, di giudizi su di sè e sugli altri, di amarezza e odio nei confronti dei propri fratelli, lasceranno questo piano solo per continuare a fare le stese esperienze fino a quando avranno imparato da esse, ne avranno abbastanza e riconosceranno che si possono sperimentare forme superiori dell'essere e raggiungere cieli più elevati.
Studente: Tu dici che esistono sette livelli. Potresti descrivere anche gli altri, e soprattutto il settimo?
Ramtha: Il piano sul quale voi siete, è il primo, il piano della percezione tridimensionale. Su questo piano gli esseri raggiungono la comprensione di Dio nella forma chiamata materia. Occorre una grande maestria per vivere qui, perchè a questo piano si deve accedere attraverso il processo della nascita e perchè qui si devono superare le limitazioni e gli istinti della carne.

Su questo piano esistono tutti i livelli della coscienza e della comprensione, perchè questo è ciò che si definisce il piano di Dio che si manifesta, il piano della dimostrazione. E' il piano sul quale potete dimostrare e testimoniare la coscienza nella forma materiale
per espandere la vostra comprensione emozionale. Desidero che sappiate che questo luogo, chiamato Terra, è solo uno degli innumerevoli luoghi in cui un essere può esprimersi in un corpo e fare esperienza sul piano della dimostrazione.

Il secondo è di coloro che, per comprenderli, fanno esperienza del dolore, del rimorso e della colpa.

Il terzo è il livello del potere, dove si cerca di controllare e rendere schiavi gli altri, non attraverso la copulazione o la violenza fisica - perchè essi non hanno questo - ma attraverso quelli che si chiamano i pensieri della mente, con i quali si cerca di imporre agli altri il proprio punto di vista.

Il quarto è il piano dell'amore. Tutti a quel livello, amano profondamente, ma purtroppo non riescono a esprimere questa profondità. Vivono un'esistenza a livello della luce, in cui provano un grande amore, tuttavia senza la capacità di esprimerlo.

Il quinto piano è chiamato paradiso. E' il primo piano a possedere la magia di quella luce che si chiama luce dorata. Immagina una luce simile al vostro sole ma d'oro. Sul Quinto piano questo colore avvolge tutte le cose, e tuttavia tutte le cose mantengono una vivacità dei loro particolari colori. Dappertutto risuona una musica - una magnifica musica - perchè la luce che avvolge le cose vibra nel suono del suo colore in uno splendido movimento armonico. Lì, non l'aria, ma questo movimento armonico è il respiro della vita. Quindi sul piano del paradiso si respirano suono e musica e si vive nella luce.
Dovete sapere che sul vostro piano, il primo, c'è chi ha compreso e dominato la riproduzione, il dolore e il potere e ha manifestato l'amore nella realtà; e ciò è possibile abbastanza facilmente. Ma il dominio del sesto e settimo livello di comprensione non è così facile da realizzare sul piano della dimostrazione; perchè questa comprensione è al di là della dimostrazione. Ma coloro che vivono e amano sul primo piano - che esprimono il loro amore attraverso parole , atti e azioni e che vogliono vivere la loro vita nell'amore - quando lo lasciano, raggiungono il quinto livello. Al livello del paradiso ci sono esseri vecchi di miliardi di anni, per i quali il paradiso è un luogo talmente splendido che non riescono a immaginare che esista di più.
Al qunto livello si ha il potere di esprimere e manifestare il proprio amore. E qualsiasi cosa si desideri in un certo momento, succederà. Se un pescatore, un appasionato di pesca, desidera un pesce, gli apparirà un lago ed egli potrà avvicinarsi alla riva. Attorno al lago ci sarnno alti cipressi e pioppi e tutto quello che ama. Se ama il lago come appare in autunno, i pioppi prenderanno il colore della cannella e i cipressi resteranno nel loro scuro verdesmeraldo. E quando egli siede per lanciare la sua lenza e desidera sentire una fresca brezza, verrà una fresca brezza che soffierà dolcemente sul lago. Quando pio il pescatore lancia il piccolo, umile verme al centro del meraviglios lago e immagina ciò che desidera prendere, lo prenderà. Poi porta i pesci - che sono come i pesci sul vostro piano - nella casa dei suoi sogni e li mangia,perchè questo lo rende felice, perchè ama ciò che ha fatto.
Le entità di quel piano non riescono a immaginare che esista un posto migliore di quello. Ed è un piano difficile da raggiungere per coloro che non hanno ancora realizzato ed espresso l'amore.
Chi si è espresso per un certo periodo al quinto livello, si porrà infine la domanda sull'essenza della luce che tutto avvolge, e sul perchè egli ha meritato di essere lì. Molti non si chiedono perchè hanno meritato il paradiso; lo accettano semplicemente: Ma a un certo momento qualcuno penserà da dove provengono la luce e la musica. E allora comincerà a vedere la splendida energia della forza della vita che ha una similitudine, un'ugualianza con la luce, con la flora, con i pesci, con il lago e con i pioppi nel oro colore cannella dell'autunno. Comincerà a contemplare ciò che accomuna tutte queste cose. E facendolo, inizierà a veder che nessuna cosa è separata dalle altre, che tutto fluisce nell'unità. Quando comincia a vedre ciò - quando prende tutto l'amore che ha compreso, manifestato e realizzato attraverso l'espressione di esso e inizia a contemplare l'unità di tutte le cose e di tutti gli esseri - allora passerà al sesto piano della comprensione.

Il sesto piano del cielo è al di là delle parole, perchè le parole non possono descrivere come - voi che credete di essere separati da una pianta, dal vento e da chi vi siede accanto - possiate essere tutt'uno con qualcosa e tuttavia unici e separati da ciò con cui siete uno. Ma il sesto piano è la porta verso il settimo perchè qualunque cosa si percepèisca e si riconosca come realtà, lo si diverrà sempre e complatamente.
A più tardi, forse.

Edited by Scharden - 8/8/2012, 16:23
 
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Momosatya
view post Posted on 8/8/2012, 12:42




Quindi se si vede Dio nell'unità e si vive nella sfera dell'unità, si diverrà ciò che si vede e con cui si vive. La massima espressione e il grado supremo di questo processo è il settimo cielo. La porta verso questo cielo è il sesto livello della comprensione, cioè la capacità di vedere ciò che si diventa: puro Dio, pura ragione, puro pensiero, pura vita, pura luce, la sostanza e la base di tutto ciò che è.

Ed ora il settimo cielo: immaginatevi uno splendore, più grande dello splendore e il centro di questo splendore, nella sua continua evoluzione, è di una tonalità di colore che non ha più splendore, ma che è uno stato di emanazione di splendore. Al centro di questo splendore ci sono bagliori di incredibile meraviglia. E il mare in cui si trova questo centro, si espande e si protende verso l'alto, dal suo splendore emana una strabiliante formazione di luce. E mentre questa nuova formazione esplode verso i perimetri dello splendore, il centro continua a evolversi, a essere.
Ciò che emana dal centro, siete voi. Ciò che si definisce voi - ciò che emana dal centro e aumenta la spettacolarità della luce - è colui che ha contemplato il pensiero del centro e si è trasformato in esso in forma unica e perenne.
Voi che avete contemplato il centro e lo siete diventati, siete ora la piattaforma da cui scaturisce tutta la vita, perchè ciò che emerge dall'emissione del centro nello splendore, è pensiero. E dal pensiero che siete diventati, in forma unica e perenne, potrete nutrire, favorire ed espandere la coscienza di tutta la vita.
Le mie parole sono troppo povere perchè questa visione deve arrivare al di là dei limiti dello spazio, tempo e dimensione- al di là dei limiti della lingua - fino a raggiungere una comprensione emozionale. Ma ti assicuro, maestro: come tu sviluppi ed espandi la tua comprensione, istante dopo istante, passo dopo passo, conoscenza dopo conoscenza, così il tuo orizzonte si espanderà sempre di più finbo a quando il tuo sentimento comprenderà tutto ciò che è. E questo è il momento in cui diverrai gioia. Questo è il settimo livello. E' Dio, E' ciò a cui alla fine tutto arriverà a essere.

Studente: Vorrei sapere perchè gli uomini tornano su questo piano.
Ramtha: Ci sono tanti motivi, maestro, quanti le entità su questo piano. La maggior parte comunque continua a tornare perchè ha vissuto qui molte vite e perchè qui tutto è familiare, questa è la loro casa. Sono le loro radici. E quando se ne vanno da qui, lasciano dietro di sè molte entità con cui hanno profondi legami emozionali dovuti ai sensi di colpa, a odio o ad amore. Così quando abbandonano questo piano, il loro attaccamento a questo luogo e ad altre entità crea un legame emozionale che li riporta qui, vita dopo vita.
E ci sono avventurieri che vanno in molti altri luoghi per farne esperienza, e riportare poi la loro comprensione e le loro esperienze su questo piano. E ce ne sono altri invece che hanno già completato le esperienze su questo piano e non tornano più qui, ma proseguono verso altri luoghi.

Studente: Tu hai detto che una persona dopo la morte, raggiunge uno dei luoghi, o cieli, come tu li chiami, a seconda di come sono i suoi attegiamenti, e là decide se vuole tornare qui.
Ramtha: In verità è così.

Studente: Come viene presa questa decisione? Chi decide? Ognuno decide per se stesso?
Ramtha: Non c'è nessuno, maestro, seduto al di sopra di tutti che governi o che indichi a qualcuno un particolare piano o luogo da scegliere, indipendentemente da come egli si sia comportato nella vita passata.
Per rispondere alla tua domanda, permettimi di raccontarti di un'entità che, secondo il vostro calcolo del tempo, è vissuta su questo piano molti anni fa. Quando l'entità ha abbandonato questo piano, aveva sperimentato e capito il potere e il dolore e aveva espresso la dolcezza e la tenerezza dell'amore. Ciò significa che a sua comprensione era allineata con il quinto livello celeste: E lì andò, quando lasciò questo piano, per quella che si chiamava una vacanza, di cui decise egli stesso la durata.
Il quinto livello è un livello dove gli esseri, attraverso i loro pensieri - che sono la loro voce - manifestano prontamente ciò che essi si immaginano, ciò che desiderano, e in un solo attimo appare. Essi sperimentano il colore, la forma, l'illusione e tutte le cose della vita. E continuano a sperimentare tutti i loro sogni per tutto il tempo che lo desiderano, fin quando arriva il momento in cui si chiedono se non ci sia qualcosa di più.
E c'è di più, perchè al di là del loro livelo esistono ancora due cieli che essi non possono vedere perchè non hanno mai considerato queste conoscenze nei loro processi mentali e non le hanno espresse nella loro vita. Per sperimentare quei livelli devono vedere Dio in tutte le cose ed essere come è Dio. Benchè abbiano umilmente espresso l'amore, essi devono tuttavia ancora comprendere la loro unità con Dio e tutta la vita.

Dopo aver trascorso un breve periodo sul piano del paradiso, questo maestro cominciò a pensare se non ci fosse qualcosa di più, e chiese aiuto. E l'aiuto c'è sempre: Ed ecco, gli apparve un'entità maravigliosa, avvolta in una morbida luce e in vesti splendenti. Egli disse all'entità: "Maestro, sono turbato: Qui, in questo paradiso, ho tutto. Ho tutti i pesci del mare che avevo sempre sognato di prendere e non avevo mai pescato: Ho una casa che avevo sempre sognato di avere e non ho mai posseduto. E ho fiori che non hanno nemmeno bisogno di un giardiniere. Questo è un luogo veramente stupefacente. La saggia entità gli risponde: questo è un luogo veramente stupefacente- E guarda i miei vestiti. Non avevo mai indossato indumenti come questi, e ora lo indosso. E tuttavia sono preoccupato. Benchè qui io abbia molti amici, la donna che amo non è con me. E non è l'unica cosa che mi preoccupa. Dov'è Dio? Vedo tante cose meravigliose. Ma Dio dovè?"
La saggia entità gli risponde: "Sii benedetto tu che, pur essendo immerso in tutto ciò che c'è, ti chiedi se non esista qualcosa di più; tu che ti chiedi dov'è il Padre che ti ha adornato così generosamente".
"Si, è proprio questo che mi preccupa di più. Vorrei ringraziare Dio per avermi dato tutte queste cose maravigliose. E anche se ho sempre avuto un pò di paura di Dio, ora, se fosse possibile, vorrei rendergli omaggio".
L'entità dice: " Maestro, vieni con me. C'è un luogo che voglio mostrarti.
Nello spazio di un attimo, senza aver mosso un passo si trovarono sulle rive di uno stagno. La saggia entità dice:"Maestro, siediti accanto a me e guarda nell'acqua".
L'uomo guarda nell'acqua, e che cosa vo scorge?
Se stesso nella sua ultima espressione su questo piani: da quando era bambino al seno della madre, a quando cominciò a cambiare il dolce carattere, a quando era un ragazzo dalle ginocchia sbucciate e triste per le biglie perdute, a quando giovane seduceva riluttanti ragazze, all'età adulta, il matrimonio e l'eterno amore, e infine la vita con i figli, le opportunità sfruttate e quelle perdute, il lavoro, gli amici e le finanze.
E' stupefatto perchè si sta vedendo come non si è mai visto prima. era stato un uomo buono in quella vita, che credeva che esistesse Dio. Era stato un uomo potente, senza aver mai utilizzato il suo potere per rendere schiavo qualcuno.
Aveva sinceramente amato sua, moglie e i suoi figli, senza mai nascondere il suo amore.
Per questo in quella vita si era fatto conoscere come uno che sapeva insegnare, dominare se stesso e amare, ed era diventato umile e puro di Spirito.
Contemplando la sua vita che gli si rivela nello stagno, l'uomo si rivolge all'entità e dice:"Ho vissuto bene".
E l'entità aggiunge:"Hai vissuto bene. Molto bene, veramente, ma una cosa non hai fatto: non ti sei mai chiesto chi è tuo Padre, e lo hai sempre tenuto separato da te e dalla tua vita.
E tua moglie? Gran parte del tuo amore per lei consisteva nel regalarle le cose che gli piacevano, E hai fatto bene, ma una cosa non hai mai fatto: non ti sei amato abbastanza da permettere a tua moglie di amarti al di là di tutti i doni che le facevi.
Non hai mai realmente apprezzato la tua vera grandezza, tu che hai saputo donare tutte quelle cose.
Per sollevarti dalle tue preoccupoazioni, ti do un consiglio: ritorna sulla terra. E' lì che ti sei espresso, ed è lì hai imparato molto. Questa volta imparerai ad amare te stesso, a dare espressione all'amore che è nel tuo essere, a veder Dio nella bellezza di tutte le cose.
Se decidi di tornare, vorrei consigliarti di scegliere accuratamente chi vuoi essere, di scegliere un ruolo che ti permetta di diventare cio che sei e di capire ciò che devi ancora capire.
Ora ti lascertò riflettere da solo per un pò. Considera tutte queste cose. Puoi prendere il tempo che ti serve. Se decidi di tornare, fammelo sapere e ti mostrerò come meglio procedere".
L'uomo, un pò provato, è seduto lì e riflette. Egli ha tutto ciò che non ha mai avuto prima; se ritorna, lo perde.
E tuttavia è preoccupato, perchè desidera trovare quel Dio che lo ha benedetto in paradiso. Così richiama lì l'entità e gli dice: " Entità, desidero vedere Dio. Ma non sono sicuro di sapere cosa devo fare".

Domani il seguito, buona lettura.

Edited by Scharden - 8/8/2012, 16:35
 
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Momosatya
view post Posted on 9/8/2012, 09:12





L'entità dice:"Tutto quello che devi fare, maestro, è decidere quando apparire su quel piano. Ogni tempo e ogni luogo sono adatti, perchè ciò che metti in moto con il tuo desiderio creerà le esperienze di cui hai bisogno, e non avrà importanza il luogo e il tempo che scegli. Ma se provi un particolare desiderio di vivere di nuovo con la tua famiglia, ti consiglierei - ed è solo un consiglio - di restare con loro, perchè con loro finora hai imparato veramente molto".
L'uomo riflette un attimo, e poi dice: "Oh entità, vorrei farti una domanda: come potrò riconoscere Dio quando lo vedrò?" L'essere risponde: " Quando conoscerai te stesso, conoscerai Dio".

L'uomo sentì il cuore allegerirsi: Per la prima volta nella sua esistenza può stabilire un contatto con Dio che forse è egli stesso: Dice quindi all'entità:"Desidero tornare a vedere Dio: E desidero far parte di nuovo della mia famiglia".
E l'entità:"Guarda nello stagno. Che cosa vedi?" L'uomo guardò nello stagno e, ecco, il giovane figlio che aveva lasciato, ora è un giovane che accompagna e corteggia una dolce ragazza. Si sono innamorati l'uno dell'altro, e sono già entrati nella fase della copulazione."Di mio figlio? Sarò il figlio di mio figlio? Io, il padre devo diventare figlio di mio figlio, ed egli è mio padre?"
"Naturalmente!
In un altra vita egli è già stato tuo padre e tu suo figlio: Quindi questa volta è solo la ripetizione di ciò che è già avvenuto".
L'uomo riflette, guarda l'entità e dice: "Ma io amo mia moglie. Come posso essere suo nipote?"
"Fin da bambino adorerai tua nonna. Quando sarai adulto lei avrà già lasciato questo piano. Perchè lei, che ti ha aiutato a esprimere l'amore del tuo cuore, avrà concluso il suo compito; arriverà il momento di introdurre nuovi modi di vedere Dio nella sua bellezza".

L'uomo riflette ancora e dice:"Oh entità che tanto mi hai aiutato, quando sarà il momento, voglio diventare figlio di mio figlio".
L'entità gli annuncia: "Il seme arriverà presto: Quando tu lo vedrai, collegati con la luce di tuo figlio".
"Come posso fare?" L'uomo si gira e, con sua grande meraviglia, l'entità è scomparsa. Al suo posto vede suo figlio davanti a sè, perchè è diventato parte dela sua luce. Senza sapere della sua presenza, il figlio, negli ultimi tempi, si ricorda spesso del padre: "Se mio padre mi potesse vedere!" pensa il figlio. Ed è proprio ciò che il padre stà facendo:
Arriva il momento in cui il bambino è nel ventre. L'uomo prende parte alla formazione di questo bambino con i suoi pensieri e con tutto ciò che si augura per la propria vita. Egli può decidere di prendere possesso del nuovo corpo al momento del concepimento o può aspettare fino a un anno dopo la nascita.
L'uomo è molto ansioso, perchè tutto gli è estremamente familiare. E allora decide di diventare il bambino. Si dà una spinta, e in un batter d'occhi ha dimenticato chi è. La prima cosa che percepisce è la tosse in gola che gli asciuga gli occhi e lo avvolge in cose che sono così piccole.

La storia che ho raccontato è vera: Non è stata la sublime entità a decidere per il maestro quale dovesse essere la sua vita. Egli lo ha aiutato solo a vedere, accompagnandolo sulle rive dello stagno, dove ha potuto guardare apertamente la sua anima e rivedere la sua vita passata per stabilire le esperienze che gli sarebbero stati utili nella prossima.
Fin dai primi momenti della nuova vita, questa entità sapeva già amare. Ciò che dovette apprendere fu la capacità di vedere Dio in se stesso e di diventarlo. E così fece. Il nome di questa entità era Buddha.
Da sempre aveva scelto. Sempre aveva avuto la libertà di scegliere. Nessuno lo fa per voi. Se l'uomo che viveva in paradiso non avesse voluto diventare di più e vedere Dio attraverso la bellezza di questo piano, sarebbe ancora al quinto livello, e il vostro mondo non sarebbe benedetto dalla sua grande saggezza e dalla sua luce.

Marzo 1995 Momo scrive la sua esperienza di fede e di vita sul Nuovo Rinascimento, un giornale Buddista, ascoltate, potreste capire qualcosa sulla sua fede.

E' nell'agosto del 1989 che so di essere malata di Aids. Poco tempo prima, ero arrivata al punto di essere proprio stufa di sopportare le continue malattie che mi accompagnavano fin dalla nascita. Per una coincidenza.......mi è capitato di andare ad un corso della Divisione donne e così ho deciso di chiedere un consiglio a Mitsuhiro Kaneda, direttore della ISG, che era con noi.
Tre cose mi disse, una mi entrò nel cuore come una freccia. Dedicare ogni istante a kosen-rufu ( che significa la pace nel mondo)
Cercai di capire il significato di questa frase concentrandomi soprattutto sul verbo dedicare.
Non è sato facile capire cosa vuol dire dedicare, ma, alla fine ho capito una cosa molto semplice che non ho mai più abbandonato e che ho cercato di trasmettere agli altri: dedicarsi al Ghonzon è il vero scopo e la vera gioia della vita. Sinceramente. Con fiducia.
E' stato come riemergere alla luce dopo una lunga immersione.
E dopo cinque mesi mi è esplosa la malattia, l'Aids.

Quale poteva essere il legame tra la gioia ritrovata e una malattia così grave?
Ho capito che per me, la malattia, che è una soffrenza del corpo, ha sempre nascosto una sofferenza verso la vita, che sono poi io, l'ambiente che mi circonda, i miei rapporti con gli altri.
Questa debolezza l'ho sempre manifestata nella materia, cioè nel mio corpo, ma era, è, la mia vita ad essere malata.
Nel corpo si vede e si sente la sofferenza, ma il vero male è nascosto.
Questa era la risposta alla mia domanda e ho capito che attravverso la malattia mi si presentava un'occasione.
La mia autodistruzione che si traduceva nel non mangiare, nel tentare di morire, è stata in realtà una scelta ad andare avanti.

Ho vissuto 42 anni senza sapere cos'è la vita, senza credere in me stessa, vedendo ogni cosa con superficialità, combattendo un matrimonio sbagliato, ero stanca di tutto, e, non avevo niente per cui valesse la pena di vivere. Quando mi hanno parlato di Buddismo mi sembrava di vivere in un vuoto.
Niente e nessuno, tanto meno le cose materiali, portava luce nella mia vita. Ho iniziato subito a praticare e da subito senza che nessuno mi dicesse niente, ho cominciato a recitare 3 ore di Daimoku al giorno. Mi sentivo meglio, sollevata. Mi sembrava di aver trovato, finalmente una cosa preziosa. Leggevo i Ghosho, trovavo scritto che non bisognava mai lamentarsi nè smettere di praticare e io seguivo quelle parole alla lettera e aumentavo il Daimoku.
Ho così scoperto d'avere una grande determinazione.
Ho cominciato a praticare nel Maggio del 1988 e ho partecipato alla cerimonia di Gojukai in ottobre.
Nel febbraio dell'anno successivo sono cominciati i sintomi dela malattia, e quando ho saputo che ero ammalata di Aids avrei potuto rinchiudermi in me stessa e concentrarmi sul male.
Ma, era già avvenuta in me una radicale trasformazione che mi ha permesso di usare la sofferenza per far nascere la gioia. La mia vita non era la malattia. Dovevo godere fino in fondo ogni istante, con gioia.
Ho cominciato a viaggiare, a lavorare bene e con soddisfazione, ho cominciato ad avere veri amici.
Pian piano recuperavo il mio spirito e quando finalmente l'ho sentito forte e gioioso ho cominciato a dedicarmi al corpo. Lo volevo nutrire bene e volevo essere bella.
Ho cominciato con la macrobiotica, poi l'omeopatia, la mia pelle è diventata lucente e io, nonostante il male, mi sentivo bene.
Io definisco l'Aids la sofferenza spirituale del nostro secolo, ci si ammala e si è portati ha riflettere sui veri valori della vita che prima non vedevi oppure semplicemente li trattavi male.
La gratitudine verso la propria vita è il centro di ogni cosa. Ma non solo la tua, ma quella degli altri, dell'ambiente, di ogni forma di vita animata o inanimata.
In tutti questi anni spesso sono emersi dei sintomi collaterali alla malattia, ma a diffrenza del passato, questa volta io gioivo perchè sapevo che questa era un'occasione per pulire il Karma. Non avevo dubbi su questo, e poi c'è quella frase di Ikeda che dice "più buia è la notte, più vicina è l'alba", e io ci credevo:
Doveva essere così, nonostante la sofferenza, nonostante i dubbi, che anche gli altri dimostravano, quello che mi stava succedendo non era altro che un'occasione.
Non ho mai perso la fiducia, sapevo di essere sulla strada giusta. E tutto questo si racchiude in un concetto: voglia di vivere. Ogni volta che ero colpita da una nuova malattia, in genere generata dall'assenza di autodifese, aumentavo le ore del Daimoku e in un mese con 5 ore al giorno di meditazione costante ho superato un'epatite B e una epatite Delta. E' una dopia infezione da cui è difficile uscire.

Ho capito che la cosa importante è la ricerca spirituale della vita per me l'occasione è rappresentata dalla malattia che mi permette di arrivare al centro della vita. E quando guarirò so che continuerò verso questo centro, perchè l'esistenza diventa importante e di valore solo se si desidera con tutto il cuore questo centro, questa verità.
Io mi affido in ogni istante alla Vita, perchè è il mio sangue, le mie ossa, tutto ciò che io sono.
Dall'agosto del 1989 a oggi ho incontrato vari ostacoli, ho attraversato vari fasi della mia vita interiore e sono arrivata al punto di accetare la morte.
Non è importante qunto io viva, ma come vivrò sino all'ultimo istante.

La consapevolezza di morire ha rischiarato le mie azioni, mi ha dato forza, mi ha fatto vedere cose che fino ad un istante prima erano ombra.
Durate l'evoluzione del male, i medici mi hanno proposto la terapia del'Azt. Non penso sia importante spiegare di che tipo di cura si tratti, la cosa rilevalte è che sapevo che con questa medicina si avevano molti effetti collaterali.
Ho accettato la terapia, ma ho chiesto al Ghonzon, cioè alla mia vita di non farmi avere quegli effetti collaterali. Ho passato quel periodo curando il corpo con le medicine e lo spirito con il Mantra della Vita.
Non trascuravo niente che riguardasse la salute, volevo sentire attimo dopo attimo l'unione tra il corpo e la mente. E' importante avere un buon rapporto con tutto ciò che ci riguarda, come il cibo, le passegiate, la cura di noi stessi.
Se guardo indietro mi sembra di vedere 42 anni buttati via, mentre gli ultimi 5 sono pieni di attività e di gioia.
Ho studiato molto, ho fatto migliaia di cose. ho girato il mondo, ma rimaneva il rapporto con mia madre, si un rapporto di sofferenza. Una storia di generazioni che andava risolta. Ho vissuto cose molto pesanti, ma ora che ho visto la nostra reciproca sofferenza ho potuto sentirmi libera di volerle bene, di esprimere tuto quell'affetto che avevo sempre represso. Sono riuscita a parlarle, le ho poi scritto una lettera dichiarandole il mio amore e chiedendole scusa per tutto il dolore che ho provocato.
E' molto importante vivere in armonia con la famiglia, me ne sono resa conto proprio recitamdo il Mantra per il mio male. Ho visto che verso mia madre provavo ancora molta sofferenza, allora mi sono sforzata di andare oltre e di voler tagliare o recidere questo sentimento in me.
In un Gosho c'è, scritto "Credi in questo mandala con tutto il tuo cuore", io ho creduto e mi sono affidata. E stata un'opportunità in più per aprirmi e comprendere altre sfacettature della vita.
Alla fine, come dico io, ho tagliato il cordone di sofferenza che mi univa a mia madre e d'incanto è nata la gioia. Ora mi sento un pò come la sua genitrice e chissa in un'altra vita..........
io so solo una cosa che la quiete arriva sempre dopo una tempesta, e che il sole continuerà a brillare dopo la pioggia.
Abbiamo discusso molto con Momo, prima che si decidesse a trascrivere una parte della sua esperienza, ma ha capito che doveva farvi vedere che ogni essere umano che vedete potrebbe essere un vostro fratello, un vostro figlio o un vostro padre.
Ha capito che quando gli fu detto "fai del figlio il padre" era ciò che doveva sperimentare per raggiungere il sogno di un'eternità.
Conoscere Dio.
Così abbiamo deciso dopo un po di titubanza, di inserire le sue esperienze, perchè è così che attraverso i vari livelli si contempla il tutto.
Ricordate che la vita è sempre una, arricchita dalla magia dell'esperienza del ritorno a ciò che si è sempre stati.

Edited by Scharden - 9/8/2012, 23:01
 
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Scharden
view post Posted on 9/8/2012, 23:12




C'è tanto in questi scritti. Quando il livello si alza, non si può
che gioire, allietarsi, rasserenarsi e trovare tanto conforto in queste parole
che parlano di vita, di amore e di Dio non costruite se non dall'autentica vocazione
a costruire e rese fruibili solo perchè è la solidarietà, la fratellanza, il sentirsi uno
con tutti che unisce in valore ciò che nella spiritualità è e unisce.

E' per me grande gioia riconoscere in queste parole ciò che sento come
la "mia"verità. Permettetemi questa piccola divagazione.
Parole che ho subito sentite mie nella strana sensazione quasi di sentirmi io stesso a parlare.
Vita, nascita, esperienza, morte, verità dello spirito e dell'esperienza incarnativa
rivista e rivalutata per quella che è come vera funzione.
E' per questa funzione che lo spirito cresce e conquista i cieli.
E' per questa funzione che lo spirito fa le scelte di programmi di vita incarnandosi
e che poco in fondo si cura se in corpo "soffre" o "gioisce" purchè sia reale e profonda
l'esperienza che andrà a compiere.
Ci chiediamo spesso dove sia quel Dio amorevole e misericordioso di fronte ai dolori
e ai drammi personali e di questo mondo.
La risposta è anche in questi racconti.

Quando Ramtha dice:
...." imparate ad avere compassione per coloro che ammazzano e uccidono, perchè, compiuto il loro crimine, devono svolgere un terribile lavoro sulle proprie emozioni che, finchè la loro conquista è finita, può durare anche millenni.
La vittima già un attimo dopo trova un nuovo corpo. L'assasino non dimentica mai"
.....
ci regala una perla di verità suggerendoci peso, valore e dimensione di ciò che è esperienza umana riferita a quella spirituale.

Su questo concetto, probabilmente difficile ancora per molti da accettare, la chiara risposta del perchè di un Dio che appare
lontano e insensibile.

C'è tanto, dicevo in questi scritti, come tanto è nelle esperienze di ognuno di noi.
Riuscire già in corso di cammino a farne tesoro è il lavoro che ogni spirito si prefigge e che noi umani fatichiamo
a ricomporre ma che una volta ricomposto ci spalanca verso nuovi orizzonti.....come Momo ci testimonia con tanto
trasporto e amore.
Un'altra considerazione mi viene da fare. Nella vita nulla è inutile perchè tutto...col tempo....ci porta a ricomporre.
Col tempo che dobbiamo imparare a non farci fuggire.

Grazie
 
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Momosatya
view post Posted on 12/8/2012, 08:39




La morte non è legge assoluta in questo regno.
E' molto più facile portare il corpo con sè. E allora non dovete più ritornare attraverso il canale della nascita ed entrare in una coscienza che, con rammarico non vi permette di ricordare.
Ramtha

Studentessa: Recentemente ho saputo che aspetto un bambino. Vorrei sapere perchè questo bambino ha scelto proprio me. E come scegliamo i nostri genitori?.
Ramtha: Come si scelgono i propri genitori per avere un veicolo attraverso cui esprimersi? Ci sono molte ragioni, molte risposte.
Tutti coloro che hanno lasciato questo piano e vogliono ritornarvi, aspettano qualcuno che mettano al mondo dei bambini. Chi ha avuto discendenti in vite passate, ha tuttora lo schema genetico - che voi chiamate genitori - di cui può servirsi per ritornare.
I più scelgono i genitori tra persone a loro familiari, tra entità che in altre vite sono stati loro figli o loro genitori. Alcuni si scelgono dei genitori che non conoscono, ma tuttavia mettono a loro disposizione un veicolo attraverso cui possono esprimersi su questo piano. Quando non c'è nessun veicolo a disposizione di chi in quel momento vuole tornare, può anche succedere che egli debba aspettare centinaia di anni prima dfi trovare un corpo adatto.
Nessuno è in realtà madre o padre di chiunque altro.
Tutti i figli e figlie del Principio Madre/Padre della vita, chiamato Dio. Tutti questi reciprocamente fratelli e sorelle. I tuoi figli e i tuoi genitori sono in realtà tuoi fratelli, parti uguali della mente di Dio.
Ogni entità sa, prima di tornare qui, che non ritorna per essere una grande bellezza, un uomo ricco o un povero mendicante. Torna perchè vuole vivere qui e vuole crearsi le condizioni per imparare a livello emozionale su questo piano, per ottenere una comprensione emozionale e portarala a compimento nel suo essere. In questo consiste il vero valore delle esperienze della vita, sia qui, sia su altri piani dell'esistenza; perchè questa è l'unica cosa che rimarrà con voi nell'eternità.
L'entità che ti ha scelto, maestro, è stato, in passato, il padre del padre di tuo padre. Ora ritorna attraverso la discendenza che egli stesso ha generato più di un secolo fa. E il tuo desiderio di avere figli gli rende possibile il ritorno, perchè gli metti a disposizione un veicolo attraverso cui tornare. L'entità è, per così dire in attesa del frutto del tuo grambo. Molti in questo pubblico sono attorniati, nel loro campo di luce, da esseri che aspettano un concepimento.

Studentessa: Significa che sarà un maschio, se è stato il padre di mio padre?
Ramtha: Si. Sei d'accordo?
Studentessa: Oh si, certo! Ramtha, avrei un'altra domanda. Per ritornare qui, dobbiamo sempre passare attraverso il canale della nascità?
Ramtha: Prima di risponderti, maestro, voglio che tu che questo è il piano della percezione tridimensionsle. E' il piano in cui il pensiero diventa visibile nella forma tridimensionale chiamata materia. E' il piano della densità della materia, perchè il pensiero si è trasformato nella frequenza vibratoria della luce, la quale, rallentando la propria frequenza, diventa prima elettricità, poi meteria informe, infine materia solida di questo piano. La materia di questo piano è quindi luce che ha rallentato la propria frequenza vibratoria e ha assunto la sua forma più densa.
Perchè tutto qui abbia la stessa densità, tutto deve vibrare alla stessa frequenza. Per questo il tuo corpo vibra alla stessa frequenza della sedia su cui siedi. Questo livello esiste per te, perchè i sensi del tuo corpo sono stati creati per percepire la luce nelle sue frequanze più lente, quindi come materia.
Poichè, nella tua essenza, sei un'energia di luce che vibra a una frequenza più alta della densità della materia, se tu non avessi un corpo materiale, passeresti attraverso la materia di questo piano. Quindi è il tuo corpo che, attraverso la sua densità e gli organi dei sensi, ti permette di percepire, di fare esperienza e di interagire con la materia di questo piano.

Se tu quindi vuoi essere parte di questa frequenza, devi abitare e diventare parte di un corpo manifestato. Un modo per avere un corpo, è venire al mondo attraverso il canale della nascita, mantenere completamente l'integrità del sè, e attivare interamente l'organo chiamato cervello. Una volta che hai ampliato la capacità del tuo cervello in modo da poterlo usare completamente, puoi comandare al tuo corpo di alzare il livello di frequenza della materia nella frequenza vibratoria della luce. Questo si chiama ascensione.
Ascendere significa semplicemente elevare la totalità del tuo essere in un'altra dimensione della tua coscienza accettata.
La morte è sicuramente una via per arrivarci, ma significa anche peremettere alla struttura del corpo di invecchiare, di decadere e infine di scomparire.
Poi non hai più un corpo. Ascendere invece significa portare il tuo corpo con te.
Coloro che sono ascesi da questo piano, hanno saputo dominare la morte, loro ultimo limite. Con il potere del pensiero hanno imparato a elevare la frequenza della struttura molecolare del corpo fino al punto in cui il corpo passa con loro nella luce superando per sempre la morte.
Studentessa: Non comprendo del tutto come l'ascensione permetta di tornare su questo piano:
Ramtha: Vedi maestro, se porti con te il tuo corpo, puoi elevarne e abbassarne la frequenza a qualunque livello desideri. Se decidi di tornare alla frequenza di questo piano, non hai più bisogno di cercarti un altro corpo per vivere un'altra vota, con un'altra famiglia, in un altro paese. Non devi più tornare a nascere su questo piano del pensiero limitato, solo per pasare attraverso la programmazione della coscienza sociale e dover lottare per dare espressione al sè al fine di riguadagnare la tua conoscenza interiore. Non devi più imparare di nuovo che questo è solo illusione e gioco.
Una volta conquistata la capacità di ascendere, il corpo resta tuo per sempre e puoi andare e venire con il corpo quando vorrai. Ogni volta che vuoi tornare a essere parte di questo piano, tutto ciò che devi fare è abbassare le vibrazioni del tuo corpo fino alla frequanza di questo piano, perchè dietro l'illusione della carne si nasconde il creatore di tutti gli universi. E voi, per vostra scelta e attraverso il pensiero illimitato, potete far accadere questa manifestazione. Se imparate a dominare il giudizio contro i vostri pensieri vi permettete di ricevere tutto il pensiero, avete il potere e la capacità di diventare qualsiasi ideale che vi prefiggete. Allora, attraverso il pensiero, potrete fare o diventare qualunque cosa. potrete prendere il vostro pensiero, concentrarlo sul corpo e comandare al corpo di vibrare più velovemente: Il corpo si eleverà allora all'ideale su cui il pensiero è concentrato. Tutto il corpo comincerà a vibrare più velocemete. E facendolo, la sua temperatura salirà ed esso inizierà a splendere. Continuando a vibrare più velocemente, la materia del corpo si trasformerà in pura luce e quindi in puro pensiero. E ciò che prima era visibile, diventerà invisibile.
Studentessa: Sembrerebbe che sia piuttosto difficile ascendere, perchè non si sente parlare spesso di persone che ascendono.
Ramtha: Al contrario, maestro, è molto facile ascendere. In verità è più semplice che morire. Ciò che è difficile, è imparare a giudicare più i propri pensieri. Ciò che, in verità, è difficile è dominare l'illusione del tempo e permettersi la pazienza che serve a farlo. Ma se riuscite a fare questo, l'ascensione è distante solo un pensiero. E allora manterrete con voi il vostro corpo per tutti i tempi e potrete trasferirvi su ogni piano, ogni volta che lo vorrete.
Studentessa: E non si fa mai l'esperienza della morte?
Ramtha: mai: Come potresti, se sei al di là di essa?
Sapete, la morte è una grande illusione. La morte, su questo piano, è una realtà accettata, perchè tutti pensano che debba esserci; e così è diventata una realtà: Entità, l'unica realtà è la vita; tutto il resto è illusione. Le illusioni sono pensieri, sono giochi, che diventano realtà.
La morte non è legge assoluta in questo regno. E' molto più facile portare il corpo con sè. E allora non dovete più ritornare attraverso il canale della nascita e entrare in una coscienza che, con rammarico, non vi permette di ricordare.
Studentessa: Quindi non è necessario morire?.
Ramtha: Nessuno deve morire. Tu morirai solo se credi che debba accadere. Ma il corpo non avrebbe bisogno di morire. Gli Dei che lo hanno progetato non lo hanno progettato perchè duri solo un momento fuggevole nel tempo. Lo hanno progettato perchè viva attraverso le sue ghiandole e non attraverso i suoi organi; grazie al flusso degli ormoni delle ghiandole, esso potrebbe vivere centinaia di migliaia di anni e non invecchiare mai. Così originariamente era stato programmato il vostro corpo nella sua struttura cellulare. In un passato recente della vostra storia c'erano esseri che vivevano migliaia di anni.
Per voi la bellezza consiste solo nell'aspetto esteriore della giovinezza, e non nel carattere del proprio essere. Anticipate la vostra morte assicurandovi sulla vita. Vi assicurate per proteggere i vostri beni in caso di malattia o altri impedimenti. Voi fate tutto il possibile per accelerare l'invecchiamento e la morte del vostro corpo, perchè aspettate la morte nella certezza che arriverà.
Il corpo è solo un servitore, uno strumento dei vostri pensieri: E' una meravigliosa creazione, lo strumento più raffinato che esista. Ma non è stato creato per avere una propria mente: E' stato creato per essere un servitore, e vivrà solo il tempo necessario che voi gli permettete di vivere.
Se accettate pensieri sull'invecchiamento - vi aspettate che il corpo si indebolisca e muoia - vi negate l'amore, la felicità e la gioia, il vostro corpo imboccherà la via della corruzzione della morte.
Maestro, anche in questo preciso istante puoi porre completamente fine al tempo e vivere nell'eternità del momento presente, se lo vuoi, perchè il tempo non è forse un'illusuine?
Chi lo ha visto? Tra di voi regna una grande ipocrisia, perchè pur rifiutandovi di credere all'invisibile, siete tuttavia totalmente adoratori e schiavi del tempo.
Avete direttamente in voi, proprio in questo momento, il potere di far tornare il vostro corpo alla giovinezza e di continuare a vivere: Come?. Semplicemente attraverso il vostro atteggiamento: Se non volete che il vostro corpo invecchi e muoia, cambiate atteggiamento. Inducetelo ad affermare che il corpo vivrà eternamante, e così sarà. Allontatate dalla vostra vita tutto ciò che ne accetta la fine, ed essa non finirà mai. Eliminate la parola vecchio dal vostro vocabolario e dalla vostra comprensione. Introducete la parola eterno. Cessate di festeggiare i vostri compleanni, perchè vi confermano nella convinzione che state invecchiando. Se vi fa piacere festeggiate la vostra nascita, fatelo, ma contate gli anni al contrario e diventate più giovani. Se non vi aspetate di morire, non conoscerete mai la morte.
Vivete sempre nel presente. Non accettate nessun futuro che non sia il momento che state vivendo. Diventerà eterno, se glielo permettete: Non pensate mai quanto a lungo vivrete, perchè vivrete sempre: Pensate al vostro corpo come eterno, e lo diventerà. E' semplicemente così.
Ama te stesso, maestro. Benedici il tuo corpo. Parla alla tua anima, che è il signore del tuo essere, e ordinale di produrre gli enzimi della giovinezza, ed essa lo farà. Sappi che il corpo può vivere eternamente. Come? Dicendogli di farlo.
L'immortalità si raggiunge solo eliminando in concetto della morte.
Rifletti entità.

Edited by Scharden - 12/8/2012, 21:54
 
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Scharden
view post Posted on 13/8/2012, 20:45




Tutto diventa...ancora più semplice se ci identifichiamo nel nostro corpo
infinito che è lo spirito che non conosce morte.
 
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Momosatya
view post Posted on 20/8/2012, 12:25




In queste notti molti di voi inconsciamente ricevono messaggi, ma siate certi che nulla viene lasciato al caso. Il lavoro di squadra prosegue su tutti i livelli e a velocità ultrasonica.......

Dio , il Padre, è pensiero contemplativo, è vita, è eterno fluire che, come i vostri pensieri, non può fermarsi mai. Perchè il pensiero, ossia la vita, si possa espandere continuamente nell'eternità, deve avere una ragione per farlo. Questa ragione siete voi. Ognuno di voi è diventato una parte della mente di Dio perchè, attraverso voi, la vita possa continuare a espandersi nell'eternità - che in verità non conosce tempo - perchè lìeternità è in questo momento: E' la perennità e l'eternità del momento presente.
Ramtha

Chi fu a creare le luci nel cielo?
Chi fu a progetare la bellezza dei fiori e la maestosità degli alberi? Chi fu creare l'enigma e il miracolo chiamato uomo?
Non fu Dio, la totalità della vita. Foate voi, gli Dei, i meravigliosi figli di un Padre che tutto ama, a creare tutto ciò che è - tutto. Il Padre è la sostanza, la totalità del pensiero da cui tutto proviene. Ma voi, che possedete la capacità di pensare e di sentire e la divina essenza della libera volontà, siete i supremi creatori nella vita.
Dio, in verità, è la totalità del pensiero, la Fonte di tutto ciò che è. Ma voi siete coloro che hanno creato, dal pensiero che è il Padre, lo splendore e la bellezza della forma. Grazie al vostro potere creativo e alla vostra sovrana divinità avete la capacità di accogliere, di trattenere e di contemplare il pensiero. E per mezzo di questa intelligenza avete dato forma a tutto ciò che è.
Affidatevi per un momento alla vostra fantasia. Immaginate qualcosa di gradevole, di eccitante, di appasionante.
E quindi sentite tutta l'emozione di questa fantasia. Nello stesso modo fu creato il vostro universo. Così fu creato l'uomo. Così fu creato tutto.
Miei amati maestri, voi siete in verità, i creatori di tutta la vita. Siete coloro che crearono le spettacolari luci che vedete nel cielo: Siete coloro che crearono la realtà del colore, della forma, della struttura e dell'odore. Siete, in verità,le magnifiche creature di un magnifico Padre che è veramente tutto ciò che è. Non siete i bastardi dell'universo, ne siete i creatori. Siete la suprema intelligenza di Dio che si esprime attraverso la propria creazione, chiamata uomo; e tutta la vita è in attesa della vostra presenza, del vostro pensiero e del vostro sentimento.
Voi, miei stimati fratelli, siete esseri sublimi, di divina grandezza che, latente nel vostro essere, avete l'intelligenza e il potere di creare tutte le cose, e tuttavia non lo comprendete. Siete più che creature di carne. Siete esseri sorprendenti e, attraverso la forma, manifestarìte continuamente la creatività che è in voi.
Senza il vostro pensiero creativo, senza la vostra superba intelligenza e la profonda emozione nelle vostre anime - senza l'aspetto invisibile in voi - sareste un nulla. Senza le vostre capacità creative anche la vita sarebbe un nulla, perchè il pensiero non potrebbe diffondersi e trsformarsi nei valori della vita e nell'eternità non ancora vissuta.
SEnza il vostro valore creativo nulla potrebbe essere riconoscoiuto per cio che è.
Che scopo avrebbe la vita e la bellezza di un fiore se non ci fosse nessuno per apprezzarle?
Senza di voi esse non avrebbero nessun senso.
Senza di voi questo vostro pianeta nuoterebbe informe nello sperma della creatività. Senza di voi non ci sarebbero mai state le stagioni, non sarebbero mai sbocciati i fiori, non sarebbe mai sorto il sole e non avrebbe mai soffiato i venti perchè voi avete creato questo regno secondo i vostri disegni e i vostri fini, e tutte le cose ben volentieri si sono manifestate per glorificare il Dio che vive in voi.
Chi altro poteva progettare questo splendido luogo perchè voi lo abitaste? Foste voi. Perchè, in verità, siete creastori di suprema intelligenza. E non avete dovuto evolvervi per diventarlo, lo siete sempre stati.
Sono qui per insegnarvi a diventare illimitati, davvero, ma prima vi insegnerò a riconoscere la vostra importanza e il vostro valore. Per sapere che siete divini, per capire la suprema intelligenza e il sorprendente potere che possedete, è importante che comprendiate il vostro retaggio.
E' importante che comprendiate come all'inizio diventaste piccole scintille di luce di incredibile potere e come vi evolveste per diventere l'enigma chiamato uomo. Da qui vorrei cominciare.
Nel vostro Libro dei Libri è scritto:"In principio era il Verbo, e tutto fu fatto per mezzo del Verbo". E' del tutto improprio: Il Verbo non sarebbe nulla senza il pensiero, perchè il pensiero è la base e il creatore di tutto ciò che è:
In principio - ciò che voi chiamate principio - era l'infinità del pensiero: Questa infinità del pensiero la chiamerò Dio, il Padre.
Ciò che chiamate Dio, in una comprensione più illimitata è pensiero, la causa principale e il fondamento di tutta la vita. Tutto ciò che è. ciò che fu e ciò che sarà, proviene dal pensiero, dall'intelligenza che è la mente di Dio.
Quindi in principio era lo spazio infinito del pensiero. E Dio sarebbe sempre rimasto pensiero senza forma se non avesse contemplato se stesso, rivolto e idirizzato su di sè il pensiero che egli era, si espanse in una forma unica di se stesso, perchè ogni volta che un pensiero viene contemplato, la sola azione del contemplare esoande il pensiero. Il pensiero diventa qualcosa di più, diventa più grande. Così il Padre, che mai prima di allora aveva esteso il proprio essere, contemplò se stesso e divenne qualcosa di più grande.
Cosa indusse il Padre a desiderare di espandere se stesso in unìesistenza più grande? L'amore. La vera essenza, l'unico fine del pensiero contemplativo è l'amore. Fu l'amore di Dio verso di sè che gli conferì il desiderio di contemplare se stesso, dando vita ad una forma unica e ampliata di se stesso.
Da quel movimento d'amore siete nati tutti voi, perchè nel momento in cui Dio abbracciò e amò se stesso, espandendo la propria grandezza, tutti voi diventaste ciò a cui Dio si è esteso. Ognuno di voi diventò, nello stesso e meraviglioso momento, una sublime parte del prinmo pensiero contemplato e ampliato.
Come prima parte manifesta di Dio, il Padre, ognuno di voi diventò un Dio di Dio, un figlio del Padre, e una parte dell'intelligenza divina chiamata mente di Dio. Voi, gli Dei, siete l'unica creazione che proviene direttamente da Dio. Siete l'unica creazione a essere il duplicato di ciò che è il Padre, perchè siete il Padre in forma ampliata di se stesso. Tutto ciò che il Padre è, lo è infinitamente nelle molteplici pluralità dei suoi amati figli.
Dio, il Padre, è pensiero contemplativo e potente, è vita, e eterno fluire che, come i vostri pensieri, non può fermarsi mai.Perchè il pensiero, ossia la vita, si possa espandere nell'eternità - che in verità, non conosce tempo - perchè l'eternità è in questo momento. E' la perennità e l'eternità del momento presente.
Allo scopo di continuare ada espandersi, il Padre diede a ciascuno di voi l'unica cosa che è e sarà: la totalità del pensiero che è la totalità di Dio.
A ognuno di voi il Padre, per il Padre, diede tutto ciò che siete: un'intelligenza divina e una volontà sovrana e creatrice. Grazie a questa intelligenza e alla libera volontà otteneste il potere di prendere dal pensiero, che è il Padre, e di espandervi secondo i processi del vostro pensiero contemplativo.
Dio, la mente divina, si espande continuamente e cresce attraverso ciascuno di voi. Tutto ciò che diventate nella vostra espansione, prontamente lo diventa anche il Padre. E ciò che il Padre è diventato - attraverso l'espansione di tutti i suoi amati figli - potete diventarlo immediatamente anche voi, perchè ogni figlio può sempre ricevere tutto ciò che è il Padre. Attraverso i vostri pensieri contemplativi potete essere ciò che è Dio: un regno eterno, straordinario, meraviglioso e in costante espansione.
Quando il pensiero, al momento della vostra origine, contemplò se stesso, si esoanse e divento il principio del pensiero chiamato luce. La luce fu creata per prima, perchè ogni volta che il pensiero contempla se stesso e si espande, la sua frequanza vibratoria si abbassa ed emette luce. La luce quindi è la prima forma rallentata del pensiero che si cvontemplò e si estese.
Il vostro originario retaggio risale alla nascita della luce; perchè ogni pèarticella di luce, nata dal primo pensiero che contemplò se stesso, diventò un individuo, un Dio, un figlio.
Quindi al momento della creazione tutti diventarono esseri di luce.

Momo vi invita tutti a riflettere , ma soprattutto invita coloro che lo desiderano a vincere la resistenza che avete un pò tutti a seguire con lei, per chi è vicino come luogo le tecniche e le meditazione, oltre che vari strumenti per poter accelerare il vostro cammino e costruire insieme la grande luce di amore che tutti voi siete, ella mette a disposizione le sue esperienze di contatto e vi porta più celermente alla consapevolezza delle energie che sono in voi e nel creato tutto.
Prima che finisca l'anno si augura di poter aprire la porta della sua casa per permettere a chi lo desidera una rapida ascesa, non chiede denaro ma volontà e disposizione di tempo. Chi arriverà da lontano, cioè fuori dalla Sardegna verrà ospitato a casa sua e dovrà solo pagarsi il suo mantenimento per quei giorni in cui si faranno meditazioni, reiki, e altre cose che si baseranno sull'energia.
L'unica cosa che chiede è che siate aperti a qualsiasi esperienza su qualsiasi livello di conoscenza e che il desiderio di creare un mondo migliore per i vostri e nostri figli sia radicato come sentimento di amore verso l'esistenza tutta.
Tutto questo dovrà essere portato avanti poi da ognuno di voi con la vostra unica e irripetibile capacità di creazione, ora sta pensando a come fare, se avete idee da suggerire scrivetele.
Per Marco e Serena che abitano a pochoi kilometri da lei chiede la loro collaborazione, perchè uniti si può fare molto.
Ora vi saluto, vado in vacanza...........ci avete creduto?
No, stacco per qualche giorno dal lavoro e mi ritiro nel mio eremo, vi aspetto ogni notte. Ciao
Ricordate che l'esperienza del sentimento è ciò che ci porta avanti nell'espansione del Dio interiore.
 
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Scharden
view post Posted on 20/8/2012, 23:06




Ed è con l'esperienza del sentimento più facile la via per ripensare alla vita, a Dio,
ai segreti dell'Universo, a noi stessi e alla vita di tutti i giorni.
La via dell'uomo e dello spirito percorre lo stesso tratto di spazio e tempo vincolata
da leggi diverse. Più è grande la distanza tra queste leggi più l'uomo soffre l'inquietudine, la difficoltà...
il sottile fondo di insoddisfazione e di solitudine che altro non è che la distanza che frapponiamo al nostro Io,
alla nostra parte di Spirito, a Dio.
Ed è con l'esperienza del sentimento che si guida la parte cosciente, la parte intellettiva, la parte materiale
del nostro essere umani, a vivere gli attimi dell'esperienza spirituale su ogni attimo della vita.
Non credo possa esistere insegnamento, religione e parole che valgano quanto più è nella nostra
più che volontà, disponibilità direi, di vivere con la quotidiana esperienza del sentimento che in fondo
non è che vivere quanto più vicini alla propria ragione di spirito.
Ed è seguendo il solco su questa traccia che il forum va avanti appoggiando ogni iniziativa in grado
di valorizzarla. Sia nella possibilità che Momo propone sia a distanza con l'unica forza capace di annullarla: l'Amore.

...........................


Carla.....sono certo che le tue vacanze non saranno uno stop....
riposati comunque...anche per qualche giorno..
Ci sentiamo

:bacio:
 
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217 replies since 12/7/2012, 11:51   12428 views
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